Come (spero) avrete visto, ho pubblicato la netta smentita di Repubblica, per voce degli editori: al momento non è in ballo la nomina di un successore di Mario Calabresi. Perciò, i nomi a cui mi sono riferito sono probabilmente stimati e apprezzabili, ma non entrano, quanto meno a breve, nelle intenzioni di chi dovrà decidere se e quando la Repubblica meriti una nuova direzione.
Tuttavia il mio divertisment è tale da indurmi a raccogliere altre voci e riflessioni. Oggi, una su tutte: una svolta, per chi dovrà rilanciare la Repubblica, potrebbe essere la designazione di un guru della cultura e del pensiero, superpartes, oggi in Italia, affiancato da un condirettore che pensi alla macchina e alla confezione del giornale. Qualche esempio? Se non fosse passato a miglior vita, poteva essere Umberto Eco (qualcuno mi dice che Carlo Caracciolo, ex proprietario del quotidiano, ci pensò anche). Un guru, anche se indigesto a Scalfari e ad altre firme importanti del giornale, poteva essere Leonardo Sciascia, da me celebratissimo e adoratissimo. Ma anche Sciascia non c’è più. Cari lettori, ingegnatevi a proporre qualche nome: li pubblicherò. Ho sentito parlare di Massimo Cacciari, ad esempio. Che ne dite?
OGGI VI DICO CHE… IL NATALE
“Le Pasque, i Ferragosti, i Natali… I Natali, le Pasque, i Ferragosti… Così se ne va la nostra vita.”
(Gesualdo Bufalino)
“Caro Babbo Natale, se vuoi ti preparo la vasca e la riempio di schiuma. Da che ti conosco hai sempre lo stesso vestito e in più vai in giro con sei renne… non profumerai certo di mughetto. Sotto le ascelle mi sa che ti cresce il muschio da mettere nel presepe.” (Luciana Littizzetto)
“Che altro è il Natale se non un giorno di scadenze quando non s’hanno danari; un giorno in cui ci si trova più vecchi di un anno e nemmeno di un’ora più ricchi; un giorno di chiusura di bilancio che ci dà, dopo dodici mesi, la bella soddisfazione di non trovare una sola partita all’attivo?” (Charles Dickens)
“A Natale riesco a sentirmi buono solo se nevica.” (Roberto Gervaso)
“La mia anima strafogata di birra è più triste di tutti gli alberi di Natale morti del mondo”
(Charles Bukowski)
ATTUALIZZANDO…FANTASIE NATALIZIE
Si vende albero di Natale. È garantita l’apparizione della Madonna, San Giuseppe e il Bambin Gesù. A volte anche i tre Re Magi.
IL REGALO DI NATALE… A SORPRESA, IL MIO PREFERITO
Il regalo di Natale è croce e delizia della santa ricorrenza. Una volta, negli anni del dopoguerra, miserabili davvero a confronto con la crisi di oggi, di regali ne bastava uno; e c’era tanta gioia nel riceverlo. Erano anni così poveri, da indurre il famoso pugile Jake LaMotta a scrivere: “Eravamo così poveri che a Natale il mio vecchio usciva di casa, sparava un colpo di pistola in aria, poi rientrava in casa e diceva: “Spiacente, ma Babbo Natale si è suicidato”.” Adesso, per i nostri figli e nipoti, una decina sembrano pochi: risultato è che scartano i pacchetti, guardano il regaluccio di volta in volta con aria di sufficienza o annoiata, e passano al dono successivo. Ma si può? Dunque, eccessi di regali, una sofferenza darli e riceverli, il rischio è di dare e ricevere regali inutili, riciclati. Al pensiero, mi viene l’orticaria. Le parole “Regalo di Natale” che mi piacciono e mi ricordano qualcosa sono il titolo di un film, bellissimo, di Pupi Avati.
“REGALO DI NATALE”, SUPERBA INTERPRETAZIONE DI DIEGO ABATANTUONO
Il film, di alcuni anni fa, fu amaro e indimenticabile: uno dei migliori di Pupi Avati. Raccontava una micidiale partita di poker in cui Abatantuono veniva tirato in mezzo, allettato da Alessandro Haber, e alla fine incenerito da un baro fantastico, Carlo Delle Piane. Racconto straordinario, ambientato nella vigilia di Natale. Lo rivedrei volentieri, se riuscissi a trovarne una copia.
IL REGALUCCIO DELLE BANCHE
Cito ancora Luciana Littizzetto, che si rivolge a Babbo Natale in questi termini: “ Ho tante cose da chiederti. Vorrei che quelli che svaligiano le banche avessero il collant sulla testa e il passamontagna, ma non il completo grigio, orologio figo e cravatta a righe.” Poi, la Littizzetto si toglie un sassolino dalla scarpa: “Caro Babbo, vorrei che facessi entrare in classifica il libro di Bruno Vespa, così si placa e la pianta di andare a presentarlo in ogni trasmissione…”