Giovanni Castellucci, ad di Atlantia – società madre – e di Autostrade ha difeso a spada tratta Francesco Delzio, suo uomo di fiducia per la comunicazione e altre attività connesse. Si mormorava infatti che Delzio, dopo il disastro del ponte Morandi, fosse a rischio di esonero da parte della famiglia Benetton. Ma qual è la reale situazione, secondo un’analisi di un paio di big, esperti nel settore? Castellucci, nonostante le tempestose polemiche, resta in sella perché il suo incarico scade tra alcuni mesi: una liquidazione anticipata innalzerebbe la montagna dei suoi emolumenti ai livelli dell’Everest. Inoltre, se Delzio resta al suo posto nella lista dei candidati all’esonero, il suo nome precede quello di Castellucci e consentirebbe al suo generale una fase di preziosa tranquillità. Se viceversa Del Zio fosse esonerato, il primo della lista dei candidati all’esonero diventerebbe automaticamente Castellucci… Andreotti ci insegnava che pensare con malizia è un peccato, ma quasi sempre ci si azzecca. Per completezza d’informazione, la struttura di informazione a tutela dei Benetton è fortissima, dopo l’arrivo di grandi specialisti come Comin&partners. E ci sono anche Auro Palomba e le consulenze di Barabino e Stefano Porro. E chi più ne ha, più ne metta!
OGGI VI DICO CHE… TRONCARE, SOPIRE
“Talora non è meno eloquente il tacere del parlare.” (Plinio il giovane)
“Chi tace spaventa.” (Alda Merini)
“Si ha potere quando si tace perché così la gente comincia a dubitare di sé stessa.” (Andrew Warhol)
“Spesso non è la montagna avanti a te che ti consuma. È il sassolino nella scarpa.” (Muhammad Ali)
“Chi tace la verità è come se dicesse il falso.” (Plauto)
“Uno è padrone di ciò che tace e schiavo di ciò di cui parla.” (Sigmund Freud)
ATTUALIZZANDO… COSA CONVIENE A SALVIMAIO?
“Troncare, sopire”: farebbe davvero bene a Di Maio e Salvini e ai nostri interessi? Non è facile capire se sarebbe utile o no, per l’Italia, applicare il vecchio detto manzoniano “Sopire, troncare, troncare, sopire”? Per un verso i benefici per il nostro governo sembrano evidenti: come si può lavorare, con tranquillità ed efficienza, se ogni giorno si è obbligati a fronteggiare polemiche ricorrenti e aggressive, e critiche anche stravaganti, comunque poco credibili, da parte dei commissari europei, dei cosiddetti giornaloni e dei telegiornali, dei vecchi politici che ci hanno portato al disastro e, infine, di certi indomabili tecnici?
LA CAMPAGNA ELETTORALE
Per un altro verso, vero che Luigi Di Maio e Matteo Salvini (e, molto sobriamente, il premier Conte) si propongono come eccellenti affabulatori e rintuzzano ogni fendente, colpo su colpo. Sembrano spadaccini in pedana. Si dice: fanno campagna elettorale, pensando al voto di maggio, e così acquistano consensi. Se non lo facessero, probabilmente sarebbero seppelliti sotto la valanga di critiche.
MA ANCHE I CRITICI…
È palese che anche i loro accusatori pensano con preoccupazione alle elezioni europee, presumibilmente decisive per il destino di alcuni partiti e della politica che fu, sbalzata via da poteri, privilegi e poltrone.
DI MAIO FULMINA FLORIS
Di Maio a “Di martedì” ha fulminato Giovanni Floris che gli chiedeva più o meno: “Siete sicuri che il prossimo governo europeo sia più benevolo per voi?” Risposta sorridente: “Mi sembra davvero improbabile che arrivi qualcuno che ci voglia meno bene dei commissari di oggi”. E poi: “Chi governava prima di noi ci ha lasciato una realtà catastrofica. Ora cambiamo rotta e cerchiamo di risolvere i problemi. Perché tanto accanimento contro di noi?” Difficile dargli torto, a me pare.