Un po’ mi dispiace: era diventato un divertimento. Cosa? Raccogliete le voci continue sulle candidature alla direzione di Repubblica, dove vien detto diffusamente che sia traballante la poltronissima di Mario Calabresi. Ieri pomeriggio però mi è giunta, off records, una ferma smentita da parte di un importante esponente dei vertici del quotidiano fondato da Eugenio Scalfari. Smentita assoluta: non si pensa di sostituire Calabresi; nessuna candidatura di conseguenza può essere fondata, per l’eventuale avvicendamento. Riferisco doverosamente. In politica, le smentite sono considerate conferme. Nelle proprietà dei mass media, le smentite non sono conferme, le indiscrezioni sono più complicate da interpretare. Concludo con una riflessione positiva: le mille voci dimostrano che La Repubblica accende molti e vivaci desideri. Nonostante la crisi e la delicatezza delle trattative in corso tra l’editore e i sindacati, per ridimensionare i costi. Per ultimo, quasi dimenticavo: le ultime voci (me lo scrive l’ex dirigente della Rai di Milano, Renzo Canciani) riguardano la candidatura dell’attuale direttore della Stampa, Molinari. Ma, come vi ho detto, la smentita è categorica…
OGGI VI DICO CHE… LA SMENTITA
“Non credere mai a nulla fintanto che non è stato ufficialmente smentito”. (Otto Von Bismark)
“La smentita è una notizia data due volte”. (Mario Missiroli)
“Le asserzioni universali non possono essere derivate da asserzioni singolari ma solo da esse smentite”. (Karl Raimund Popper)
“Io credo a tutto fino a quando non viene smentito”. (John Lennon)
ATTUALIZZANDO… INDISCREZIONI SULLA RAI
Vado subito al sodo. In attesa di Salvini e di Di Maio, in Rai continua il dominio del Pd renziano. Vero è che per 5stelle e Lega le nomine alla Rai rappresentano una partita fondamentale. Ero indeciso sull’opportunità di scrivere questa nota: secondo alcune fonti, infatti, le nomine erano, sono sul punto di essere varate da un momento all’altro, con il ragionevole timore che la mia nota potesse risultare vecchia, superata.
DOPO IL DISASTRO DALL’ORTO
Ma poi ho pensato di poter darvi comunque – nomine o no – informazioni e indiscrezioni interessanti. L’aspetto più sconcertante è che la Rai, a dispetto degli ultimi risultati elettorali e di un quadro politico stravolto rispetto all’egemonia della sinistra, sostanzialmente è ancora sotto l’influenza egemonica del Pd. L’ex disastroso ad/dg Antonio Campo Dall’Orto (uomo di fiducia di Matteo Renzi) aveva portato in azienda 31 esterni: incurante della qualità eccellente delle risorse interne, da valorizzare, invece di affrontare costi superflui e quasi tutti inutili.
L’ONDA RENZIANA…
Non solo: i privilegiati 31 hanno, a loro volta, ingaggiato numerosi fiduciari, collaboratori, consulenti; e così l’onda piddina – renziana – si è infiltrata un po’ dovunque. Gian Paolo Tagliavia ricopre ben quattro cariche: nel digitale dispone di un budget di dieci milioni di euro (il buon Pietro Gaffuri, a suo tempo, ne aveva 500mila). Il Pd comunque mantiene indisturbato il suo potere: nel tg 3 Giuseppina Paterniti, brava e tosta, pubblicamente schierata; Luca Mazzá, ex tg 3, vicino a Gentiloni e ora spostato al Gr1.
DA FABIO FAZIO A BIANCA BERLINGUER
Ci sono importanti conduttori, tutti in area di sinistra: ad esempio, con forte autonomia, costante e per me apprezzabile, Lucia Annunziata; con ovvia familiare continuità, Bianca Berlinguer; con scaltri posizionamenti
e riposizionamenti, Fabio Fazio.
E LE CASSEFORTI…
Poi le casseforti: grazie a buoni risultati, lottano per difendere una certa indipendenza Paolo Del Brocco nel cinema e Tinny Andreatta nella fiction. Ottimi dirigenti, che furono candidati alla direzione generale. E intanto cosa fanno Salvini e Di Maio? Cercano in primis un accordo tra di loro e, soprattutto, cercano personaggi di qualità. Per le tre reti, per lo sport, per la pubblicità e per molto altro. Spero che vi riescano, presto, per onorare il cambiamento.