Da Anteprima di Giorgio Dell’Arti ho appreso che Ernesto Galli della Loggia ha contato i seguenti errori nel romanzo “M” di Scurati: aver attribuito a Carducci invece che a Pascoli l’espressione, coniata per l’Italia, «la grande proletaria»; aver chiamato «professore» Benedetto Croce, «che per tutta la vita gratificò di tutto il disprezzo immaginabile l’Università e i suoi professori, che fu l’antiaccademismo vivente»; aver sbagliato la data di Caporetto, aver scritto che Antonio Salandra «porta sulla coscienza sei milioni di morti» per aver deciso l’entrata in guerra, aver definito Gramsci un «politologo», aver scritto che alla Scala nel 1846 lavoravano degli elettricisti e che nel 1922 al Viminale «ticchettavano le telescriventi», aver qualificato monsignor Borgongini Duca come «ambasciatore inglese presso la Santa Sede», aver citato una lettera di Francesco De Sanctis datandola 17 novembre 1922, quando De Sanctis avrebbe avuto 105 anni. Vi sarebbero altri svarioni «ma non mi sembra il caso di pignoleggiare». Ne segue, bocciatura per lo scrittore, anatema sugli editor, che hanno passato il testo senza minimamente controllarlo, e sui critici che, esaltando il libro, non si sono accorti di niente.
A Ernesto Galli della Loggia ho spesso rimproverato, e mi scuso per l’impertinenza, l’esagerata lunghezza dei suoi editoriali. Ma questa volta, come si dice, chapeau! Non c’è niente di più fastidioso delle sciatterie.
OGGI VI DICO CHE… L’EMOZIONE
“La musica è la stenografia dell’emozione.” (Leo Tolstoj)
“Dopo il silenzio, ciò che meglio descrive l’inesprimibile è la musica.” (Aldous L. Huxley, scrittore britannico)
“La musica è l’arte che è più vicina alle lacrime e alla memoria.”
(Oscar Wilde)
“Non dimentichiamo che le piccole emozioni sono i grandi capitani della nostra vita e che obbediamo a loro senza saperlo.” (Vincent Van Gogh)
“La musica ha un grande potere: ti riporta indietro nel momento stesso in cui ti porta avanti, così che provi, contemporaneamente, nostalgia e speranza.” (Nick Hornby)
ATTUALIZZANDO… “MAMMA MIA!”
A teatro ho assistito con grande emozione a “Mamma mia!”, e vi spiego perché. Spero proprio, miei cari lettori, che avrete la pazienza di seguirmi in questa stravagante nota che vi dedico oggi. Ci conto. Cerco comprensione. Ho fiducia nella vostra sensibilità.
ADORO GLI ABBA…
In breve: a Roma, al teatro Sistina, c’era la prima (seconda stagione) di “Mamma mia!”. Adoro gli Abba, da sempre, e tuttavia l’anno scorso (successo eccezionale, teatro sempre esaurito) non ero riuscito ad assistere allo spettacolo. E non me lo ero perdonato. Perciò quest’anno mi sono subito precipitato al Sistina, con mia moglie e le nostre due figlie.
L’ENTUSIASMO DEL PUBBLICO…
Pienone, pubblico entusiasta, show applauditissimo. A voler trovare un paio di riflessioni critiche, tanto per non essere solo celebrativo, a mio gusto avrei evitato di tradurre in italiano le famose canzoni e avrei tagliato un quarto d’ora, superfluo, del copione. Per il resto, tutto memorabile: la regia e l’allestimento di Massimo Romeo Piparo, ottimi Luca Ward e gli altri attori protagonisti, le scene, le coreografie.
ED ECCOMI AL PUNTO…
Ma vengo, finalmente, alla domanda conclusiva: un po’ di residuo pudore mi ha, finora, trattenuto. Il punto è che (alcuni lettori forse lo ricorderanno) ho dato disposizione, già da tempo, affinché alla fine del mio funerale – quando sarà – si suoni e si canti “Mamma mia!”, la canzone più celebre degli Abba.
CONFESSO IL MIO CORDOGLIO (PER ME STESSO)
Perciò l’altra sera, vedendone e ascoltandone l’esecuzione, mi bastò un pizzico di fantasia per immaginare di assistere alle mie esequie. Mi sono divertito ed emozionato. Anzi, a dirla tutta, a un certo punto mi sono perfino commosso, con sincero cordoglio per la mia scomparsa.
COMPRENSIONE O PSICANALISI?
Vi chiedo: è accettabile, è normale? Oppure mi consigliate di andare da uno psicanalista, ovviamente uno bravo? Ho scommesso, con amici che mi conoscono! Vi prego perciò di rispondermi, schiettamente.