Ivan Juric, tornato sulla panchina del Genoa, ha debuttato alla grande a Torino, pareggiando con la Juve. Ma stia attento. Il presidente Preziosi in panchina vorrebbe Sousa o Nicola. Al primo passo falso, al primo pretesto, sarà brutalmente licenziato, come è successo a Ballardini, inutilmente sostenuto dai tifosi. Stia attento anche Preziosi, però: l’ira dei miti e dei pazienti diventa terribile.
OGGI VI DICO CHE… LE PAGELLE
“Non sarà mai vinto colui che saprà essere saggio e valutare a fondo le cose anche nei momenti di euforia”. (Tito livio)
“Non vi è niente di più difficile da valutare di un fatto”. (Alexis de Tocqueville)
“Tutte le valutazioni sono affrettate, e debbono esserlo”. (Friedrich Nietzsche)
“Criticare è valutare, impradronirsi, prendere possesso intellettuale, insomma stabilire un rapporto con la cosa criticata e farla propria”. (Henry James)
“Pierino porta a casa la pagella. Il papà chiede: Allora, come è andata in questo quadrimestre? Pierino: Bene, papa’, come i moduli nel calcio: 4-4-2!”. (Pino Campagna, comico)
ATTUALIZZANDO… LA LAZIO
Oggi un divertissement. In attesa che la Lazio, magnifica in campionato, si esibisca giovedì in Europa League. In attesa che la Roma, disastrosa con la Spal in campionato, tenti la riscossa stasera contro il Cska di Mosca. Ricevo e pubblico le pagelle scritte sui campioni della Lazio che domenica hanno vinto a Parma. La forma è di Gianluca, amico del mio amico Enrico del Grottino. Si divertiranno anche i lettori che non amano il calcio. In romanesco, sarvognuno (a parte l’osanna finale per Pippo Inzaghi).
DA STRAKOSHA A RADU
Strakosha 6: er Parma è pericoloso come un allarme meteo de Alemanno. Quando er poro Gianni se presentava in tv cor bollettino meteo che dava neve e er giorno dopo facevano 30 gradi.
Luiz Felipe 6,5: efficace come er benzinaro a Tor Vergata quando devi elude er traffico e prende er Raccordo in direzione Bufalotta. Mentre tutto er mondo va verso l’Appia.
Acerbi 7: quando Inzaghi a fine partita je s’avvicina pe’ faje i complimenti (“Te la sei cavata alla grande con Inglese!”) lui fraintende e je risponde: “Well, Mister, i have studied three years in London! Mica cazzi!”
Radu 32: come gli anni che compie oggi. Di cui undici passati con noi. A differenza di chi cerca per forza la romanità in un giocatore per elevarlo a simbolo, i Laziali amano chi, pur venendo da fuori, fa della Lazialità uno stile di vita e un modo di stare in campo. Nelle vittorie e nelle sconfitte. Stefan Radu, Laziale vero.
DA PATRIC A BERISHA
Patric 6,5: s’è fatto trova’ pronto come un povero, er giorno che hanno
istituito er reddito de cittadinanza.
Lulic 6,5: lui e Radu a sinistra so’ ‘na certezza come “Una poltrona per due” a Natale. O come la mezza piotta che te allungava tu’ nonna per il compleanno. Se avesse segnato dopo quella sgroppata de cinquanta metri, avremmo dovuto rivede’ tutte le teorie sulla sua efficacia nel calciare in porta. Ma fortunatamente ha tirato fori.
Leiva 6: stranamente spaesato come Bonolis ospite da Renzi.
Berisha 8: entra e cambia la partita. Co’ er grugno de quello che te imbruttisce al semaforo e la tigna de quello che nun vole perde nemmeno quando gioca a “testa o croce”.
DA PAROLO A CORREA
Parolo 6: c’ha sempre ‘na soluzione pe’ tutto. Come er blog de Aranzulla.
Milinkovic-Savic 6: piccoli segnali de risveglio come quando sopravvivi a un hang over la domenica mattina.
Luis Alberto 6: un piccolo passo in avanti rispetto alle ultime, deludenti, apparizioni: almeno stavolta, coi capelli biondi, se semo accorti che stava in campo.
Correa 7: le alternative, quelle belle. Quelle che entrano in campo cor sorriso e co’ la voja de spacca’ le partite.
DA IMMOBILE A INZAGHI
Immobile 7: quando mette la palla sul dischetto, pensa che sia la capoccia de Mancini e la calcia talmente forte che se nun ce fosse stata la rete, pe’ annalla a riprende Manzini avrebbe fatto la fine de Ametrano cor pallone in mano a bordo autostrada. Conclude una partita da leader con l’assist per Correa.
Inzaghi 7: vede Luis Alberto biondo e se intenerisce de fronte a quello splendido déjà vu. Poi torna in sé, fa due cambi e vince la partita. Lo abbiamo già detto e lo ripetiamo: questa Lazio meno spettacolare ma più pratica non è un caso. Ma uno splendido esempio di maturità calcistica. Tutta la panchina che esulta al goal di Correa è un calcio in faccia a chi parlava di spogliatoio spaccato. Questa Lazio è forte. E Inzaghi è il nostro condottiero.