Giovanni Parapini, scelto in Rai dall’ex ad Antonio Campo Dall’Orto, sarebbe in uscita, secondo fonti attendibili. CDP (Cassa Depositi e Prestiti) sta ristrutturando la sua comunicazione e ha scelto un nuovo capo ufficio stampa, Fabio Marando, che ricopriva lo stesso ruolo in Terna.
NON ROTTAMATE I FILM IN BIANCO E NERO
Prendo spunto da due film, “Il caso Paradine” e “Manhattan”. E sono convinto che rivedere vecchi film in bianco e nero può provocare inattese riflessioni. Al bianco e nero sono affezionato per un motivo fondamentale: sono contrario alla rottamazione, a buttare nel cestino tutto ciò che é “vecchio” e frettolosamente ritenuto superato o addirittura inguardabile. Per me, malato compulsivo di cinema, è un disagio, anzi un dolore acuto non riuscire a convincere la mia ultima figlia che un film datato possa essere bellissimo, anche se girato in bianco e nero. E che il colore e i moderni effetti speciali a volte tolgano poesia e intensità.
IL CASO PARADINE E MANHATTAN
Negli ultimi giorni, purtroppo solo in tivu, ho rivisto due celebri film in bianco e nero: “Il caso Paradine” (1947) e “Manhattan” (1979). Il primo, di Alfred Hitchcock, per me è un capolavoro, nonostante varie recensioni contrarie. Pensate: doveva durare tre ore, poi fu ridotto a due ore e dodici minuti, infine a un’ora e quarantaquattro. Costò quasi come “Via col vento” e portò alla pazzia il celebre produttore David O.Selznick. Ebbene, ne sono innamorato: Hitchcock firma una regia superba nonostante i tagli, gli attori – Gregory Peck, Alida Valli e Charles Laughton – sono eccellenti. Vi incuriosirà sapere che al posto della Valli era stata scelta Greta Garbo e di Peck, Laurence Olivier. Tutti e due rifiutarono. L’impianto del thriller è modernissimo: la trama, il processo e la sorpresa finale resistono all’erosione, 70 anni dopo!, del tempo. Da “Manhattan” invece sono rimasto un po’ deluso. Solo un po’, pochissimo, eh! Mi resta la voglia infantile di viverci, a Manhattan, avendone i soldi. Ma l’impianto narrativo è prevedibile, alcune battute di Woody Allen sono folgoranti, molte altre invece sono scontate. E di anni non ne sono passati neanche 40, meno dei 70 di Hitchcock: in questo caso l’invecchiamento si vede.