TUTTI I SEGRETI DELLE ASSICURAZIONI
di Andrea Biondi, il Sole 24 Ore
È stata l’occasione per celebrare una carriera giornalistica lunga: sessant’anni. Ma senza troppo concedere al passato e alla nostalgia. Anzi, guardando al futuro, mettendo sul tavolo temi di dibattito e sfide per la collettività. Continui rimandi fra passato e futuro hanno fatto da sfondo e hanno caratterizzato la presentazione del libro di Cesare Lanza “Due o tre cose che so sulle assicurazioni”, mercoledì sera all’Unicredit Tower Hall di Milano. «Non voglio tanto indugiare sul passato. Visto che siamo qui e parliamo di assicurazioni rilancio in questa sede una proposta: deve essere resa obbligatoria per tutti la polizza contro le calamità naturali». Proposta, quella di Cesare Lanza, unita a una punzecchiatura: «Costerebbe quanto il canone Rai. Allora mi verrebbe da dire, come sto facendo attraverso alcuni articoli: preferireste pagare il canone Rai o pagare una polizza a vantaggio di tutta la comunità». C’erano i vertici di varie compagnie assicurative presenti alla tavola rotonda. Tutti a sostegno di una proposta che può funzionare solo qualora il pagamento del premio venisse richiesto erga omnes, dal Nord al Sud della Penisola. Anche qui però, cade preciso il rimando fra futuro e passato. Lanza lo racconta anche nelle prime pagine del libro il suo esordio nel mondo del giornalismo, intrecciato a quello delle assicurazioni. I contrasti con il padre lo portarono lontano da Genova. Poi gli anni con lo zio assicuratore a Cosenza, la vendita di polizze assicurative nel tempo libero dagli studi e dall’attività di corrispondente del Tempo da Cosenza. Tutto comunque iniziò qualche anno prima, con un articolo sul Corriere Mercantile. Lanza, 14 enne, lo spedì come lettera al direttore. L’argomento, l’invasione dell’Ungheria da parte dei carri armati sovietici, piacque, anche per simpatie politiche dell’editore. La strada da allora è stata lunga e Lanza l’ha percorsa da protagonista. Ha diretto Il Secolo XIX, il Corriere d’Informazione, il Lavoro, La Notte. Poi il lavoro in tv come autore di programmi su Rai1 e Canale 5. Ma Il palma res sta anche nei giornalisti che ha lanciato. Ferruccio de Bortoli, Massimo Donelli, Gian Antonio Stella. Frecce nell’arco di un giornalista riconosciuto come innovatore, soprattutto durante il suo passaggio al Corriere d’Informazione. Un innovatore con sguardo al futuro. E tanti ricordi di sessant’anni di carriera.
MEGLIO UN ANNO DA ASSICURATORE CHE 60 NEI GIORNALI
Il pamphlet di Lanza
di Nino Sunseri, Libero Quotidiano
Si può parlare bene delle assicurazioni? Certo è difficile, tenuto conto dell’alto tasso di impopolarità. E se parlar male delle assicurazioni è opinione comune, ecco che farne l’apologia diventa una collocazione controcorrente. Esattamente il luogo dove da sempre ama stare Cesare Lanza, giornalista (ha diretto importanti quotidiani come il Secolo XIX, il Corriere d’Informazione, il Lavoro e La Notte), scrittore, autore di popolari programmi su Raiuno e Canale 5, regista e soprattutto grandissimo esperto di gioco d’azzardo, come ama egli stesso definirsi. La lode del premio unico e delle riserve tecniche è contenuta nell’ultimo libro scritto dal giornalista genovese (ma calabrese d’origine): Due o tre cose che so sulle assicurazioni (L’attimo fuggente editore, pp. 148 , euro 22). Il volume, che segue un interessantissimo libro sullo scrittore Franz Kafka assicuratore modello, sarà presentato oggi pomeriggio alle ore 18 a Milano all’Unicredit Tower Hall. La passerella disegnata da Lanza coinvolge undici personaggi di primo piano del mondo assicurativo.
Presidenti, direttori e amministratori delegati, a cominciare da Maria Bianca Farina, presidente dell’Ania (la Confindustria delle assicurazioni) e anche unica donna a essere arrivata al vertice di una grande compagnia (Poste Vita), a cui ha posto sei domande. Le polizze piacciono a Lanza perché, come dice fin dall’inizio, svolgono una funzione economica e sociale insostituibile. Basti pensare a quanto sarebbe stato tutto più semplice (e meno costoso per il contribuente) se gli edifici colpiti dal terremoto fossero stati assicurati. Ma soprattutto le polizze stanno nel cuore dell’autore perché rappresentano il primo amore della sua vita lavorativa. A 17 anni aveva lavorato come produttore di uno zio titolare di un’agenzia a Cosenza.
Anni eroici perché il giovane Cesare era fuggito dalla casa di famiglia. Vendere polizze era stato il primo momento di libertà e responsabilità. Ed ecco allora che l’esplorazione del mondo assicurativo diventa un pretesto per parlare della vita dell’autore e dei suoi 60 anni di giornalismo. Iniziati nel 1956 quando pubblicò il primo articolo sul Corriere Mercantile. Era stato proprio l’amore per la carta stampata che l’aveva portato a rompere con il padre e a rifugiarsi nel mondo delle polizze. Le assicurazioni sono nostalgia. Il resto vita.
27.01.2017