Martedì 28 febbraio 1989, trent’anni fa. «Caracas – Massacro in Venezuela: cinquanta morti, più di mille feriti, tremila arresti. La polizia ha sparato sulla popolazione insorta per protestare contro le misure economiche decise dal presidente Pérez: forti rincari dei generi di prima necessità, raddoppio dei prezzi dei biglietti degli autobus. Il capo dello Stato ha sospeso le garanzie costituzionali per due giorni. Il decreto cancella le libertà di espressione, circolazione, manifestazione e riunione. La rivolta è esplosa ieri in numerose città del Paese. I manifestanti hanno saccheggiato e incendiato negozi. Distrutti numerosi mezzi pubblici. La situazione è gravissima» [Corriere della Sera 1/3/1989].
UNA INDISCREZIONE AL GIORNO… LENTAMENTE, É MEGLIO
Oggi è la Giornata internazionale della lentezza, un invito a vivere la vita con calma. I nutrizionisti suggeriscono di iniziare sin dal mattino concedendosi il tempo per fare colazione, la Slow Swiss Made s’è inventata l’orologio della lentezza: ha una sola lancetta, quella dell’ora. Negli Usa spopola un’app d’ispirazione bhutanese che ti ricorda di fermarti a respirare ammonendoti che un istante dopo potresti essere morto.
OGGI VI DICO CHE… LA FRETTA
“Attenzione alla sterilità di una vita frenetica.” (Socrate)
“Niente ci fa perdere più tempo della fretta.” (Roberto Gervaso)
“Dio esiste, ma non ha nessuna fretta di farlo sapere.” (Lev Tolstoj)
“Come raggiungere un traguardo? Senza fretta ma senza sosta.” (Johann Wolfgang Goethe)
“Quella eccitantissima perversione di vita: la necessità di compiere qualcosa in un tempo minore di quanto in realtà ne occorrerebbe.”
(Ernest Hemingway)
ATTUALIZZANDO… NEL 1901 NON C’ERANO I GRILLINI
A proposito della Tav, e simili. Dal Corriere della Sera del 9 maggio 1901: «Camera dei deputati – Una mozione firmata da 131 deputati per affrettare la costruzione delle ferrovie complementari già approvate per legge, è respinta dopo le coraggiose dichiarazioni del ministro, il quale dice che il paese non può assumersi una spesa di quasi 418 milioni per linee di scarsa utilità».
(Giorgio Dell’Arti, Anteprima anno terzo, numero 311).
FLAVIO INSINNA, PENTITO E SAGGIO
Penso che, per tutti, sia una qualità importante saper trarre un insegnamento positivo dai propri errori, dalle disavventure personali. Premetto che sono il primo, e oggi me ne dolgo, a essere stato privo di questa virtuosa capacità. E la nota che scrivo oggi mi è venuta in mente qualche giorno fa, seguendo in tivu il programma “L’eredità’, condotto da Flavio Insinna.
UN INFORTUNIO FREQUENTE
Un bravo conduttore, che stimo da molti anni. Per Flavio Insinna che oggi dimostra la saggia capacità di trarre una lezione dalle sue esperienze. Insinna infatti, nel suo precedente show televisivo, è incappato in un pesante infortunio: è stato beccato, e punito, perché colto (fuori onda) mentre si esprimeva ingiuriosamente verso una concorrente. Uno sfogo frequente, riprovevole. Ma credo che capiti a molti: a casa, sul lavoro, per strada, in politica, nel gioco del calcio, nel mondo dello spettacolo…
SFOGHI RARAMENTE SANZIONATI
Cose che capitano anche in tivu, e gli sfoghi sono raramente sanzionati, quasi mai con severità. Credo che Insinna ne abbia molto sofferto. Da qualche settimana è tornato in scena, alla conduzione del programma preserale “L’eredità”, e vince regolarmente la gara degli ascolti. Ma cos’è successo? Insinna trionfa con uno stile di cordialità straordinaria, un linguaggio enfatico, perfino esagerato.
ELOGI E COMPLIMENTI, CE N’È PER TUTTI
Le sue quattro (graziosissime) vallette diventano, addirittura, “le mie professoresse”. Insinna chiama poi affettuosamente per nome ogni concorrente. Che diventano “Giovanna del mio cuor”, “Mio simpaticissimo Giuseppe”, “Mia straordinaria professoressa”, “Ernesto mio futuro grande chirurgo”, “Mia dolcissima Elisabetta…”!Tutti “suoi”, come in una grande famiglia. E accompagna dolente, all’uscita, ogni concorrente eliminato, dopo aver accennato un inchino o un baciamano.
SDOLCINATURE? MA NO, BENE COSÌ
Che dire? Se tutti sono meravigliosi, nessuno è davvero meraviglioso. Prendiamo dunque in giro il gioioso Flavio? Direi di no. Prevale la stima per la pazienza con cui ha cambiato l’approccio, ora educatissimo, in scena e (giurerei) fuori scena.