RICORRENZE… NATI IL 4 NOVEMBRE

Achille Bonito Oliva, Laura Bush, Sandro Ciotti, Luis Figo, Platinette.
MORTI: Michael Chrichton, Gilles Deleuze, Felix Mendelssohn, Yitzach Rabin, Luigi Settembrini.

 

 

UNA INDISCREZIONE AL GIORNO… ROTH IN PIEDI

Philip Roth ha sempre scritto in piedi. Motivo: fin dall’adolescenza è stato tormentato dal mal di schiena (c’è anche un suo personaggio, in ‘Everyman’, che si suicida per il mal di schiena).

 

 

 

UN SORRISO… L’OSPITE D’ONORE

“Come diceva Marcello Marchesi: tutto è perduto tranne l’ospite d’onore” (Pippo Baudo)

 

 

 

OGGI VI DICO… LE GRANDI FIRME

“Una firma rivela sempre il carattere di un uomo e a volte anche il suo nome.” (Evan Esar)

“Dimenticare di apporre la propria firma è un caso intermedio tra il lapsus calami e la dimenticanza. Un assegno non firmato equivale ad un assegno dimenticato.” (Sigmund Freud)

“Ho smesso di credere a Babbo Natale a sei anni. La mamma mi portò a conoscerlo in un grande magazzino e lui mi chiese l’autografo.” (Shirley Temple)

“Il gatto firma ogni suo pensiero con la coda.“ (Ramón Gómez De La Serna)

“Tre firme ispirano sempre una totale fiducia, anche negli strozzini.” (Oscar Wilde)

ATTUALIZZANDO… MONTANELLI, BIAGI, BOCCA

I lettori hanno (quasi) sempre ragione. Rispondo a una lettera di Margherita Giovannini, che mi scrive da Torino (sintetizzo): “Ho molto amato gli articoli, le inchieste e le opinioni di Giorgio Bocca. Può spiegarmi perché questo formidabile giornalista e scrittore è meno celebrato e riverito rispetto a Indro Montanelli ed Enzo Biagi e perché i suoi libri non si vendono più?”.

 

UN TERZETTO DI QUALITÀ SUPER

Provo a rispondere, con schiettezza come sempre.
Ho avuto il piacere e anche la fortuna di conoscere Giorgio: aveva ventidue anni più di me, se oggi fosse vivo sarebbero 99. All’epoca, a metà degli anni ‘70, io ero poco più di un ragazzo, lui carismatico e già affermatissimo. Ha ragione la lettrice: per qualche decennio, con Enzo e Indro, formò un terzetto di indiscutibile superiorità, nel giornalismo.

 

 

INDRO UN UNICUM, GIORGIO UN PASSO INDIETRO

Oggi in verità, defunti tutti e tre, Bocca appare un passo indietro (direi anche piú di uno) rispetto alle altre due grandi firme. Perché? Ribadisco: il fiuto dei lettori merita rispetto. Montanelli? É un unicum. Insuperabile nella scrittura divulgativa (i libri di storia), nelle opinioni e negli editoriali. Non fu grande come direttore, ma ebbe il merito di fondare e imporre “Il Giornale”, impreziosito da decine di bravissimi giornalisti, che preferirono lasciare il “Corriere della sera”, pur di lavorare al suo fianco.

UN PÒ TROPPA FAZIOSITÀ

Biagi, molto eclettico e sostenuto da importanti collaboratori, non è stato allo stesso livello. Molto popolare però: brillante anche in tivu, un chiaro divulgatore.
Meno aristocratico e indipendente, rispetto a Indro. E Bocca? Probabilmente una importante fascia di lettori non gradiva una sua evidente faziosità, il sostegno (a prescindere) alla sinistra. Ma se trovate i suoi libri, magari in una bancarella, tuttora è possibile apprezzare, senza condividere gli argomenti, il suo originale stile di scrittura.

 

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