Ferruccio Amendola, Massimo Carlotto, Williem Dafoe, Nicola Gratteri, Edward Hopper, Nina Moric, Claudio Santamaria
MORTI: Antonio Banfi, Romano Battaglia, Sasha Distel, John Dillinger, Franca Faldini, Giuseppe Cobolli Gigli, Giovannino Guareschi, Sandor Kocsis, Indro Montanelli, Napoleone II, Marcello Soleri.
L’ONOMASTICO DI OGGI 22 LUGLIO
Santo del Giorno … Maria, soprannominata Maddalena dal castello di Magdala, località situata nella costa occidentale del lago di Tiberiad.
IL SORPRENDENTE SIMENON
Il sorprendente, ultimo romanzo di Simenon, protagonista un grigio avvocato di provincia… Anche uno scrittore popolare, conosciuto e strutturato come Georges Simenon (Liegi 1903- Losanna 1989) può rivelarsi diverso e sorprendente, rispetto alle aspettative. Per me è stato così e vi spiego perché, cogliendo anche l’occasione di rispondere alla signora Fulvia Cerasa, che incuriosita mi ha chiesto quali libri stia leggendo, in questi mesi estivi. Comincio con Simenon, uno degli autori più celebri del Novecento, e proseguirò nei prossimi giorni, se non ci saranno emergenze.
MEZZO MILIARDO DI COPIE...
Simenon ha avuto 500 milioni (mezzo miliardo!) di copie vendute nel mondo ai suoi appassionati lettori. E io sono tra quelli. Secondo fonti attendibili, ha pubblicato 420 libri, comprendendo anche quelli firmati con pseudonimi o con nomi diversi. Probabilmente molti lettori si sorprenderanno, come mi sono stupito io, apprendendo che i libri incentrati sul famoso detective Maigret sono “solo” 75 e rappresentano appena qualcosa tra un quinto e un sesto della sua immensa produzione. Ed eccomi alla sorpresa.
“LA MANO”, IN APPARENZA NOIOSO
Mi hanno regalato “La mano”, editore Adelphi, e l’ho sfogliato con diffidenza. Copertina grigia e bruttarella, come l’immagine e anche il titolo, poco invogliante, non mi sono piaciuti. Poi ho cominciato a leggere e il romanzo – uno dei suoi ultimi, pubblicato nel 1968 – mi è apparso avvincente, intrigante. Contrariamente alla stragrande maggioranza dei romanzi (compresi quelli di Simenon) il protagonista non è attraente, né nel bene né nel male. Si chiama Donald Dodd, è un modesto avvocato di provincia, afflitto da vari complessi di inferiorità. In particolare dipende dalla moglie, esemplare e devota, che di lui sa e intuisce ogni cosa, le basta uno sguardo, senza che lui dica una sola parola. Una vita noiosa e deprimente. Finchè…
OGGI VI DICO… LA SORPRESA
“Le sorprese sono il dono più grande che la vita può concederci”. (Boris Pasternak)
“Quanto è ridicolo e strano essere sorpresi da tutto ciò che accade nella vita”. (Marco Aurelio)
“Il segreto dell’umorismo è la sorpresa”. (Aristotele)
“La vita è una grande sorpresa. Non vedo perché la morte non potrebbe esserne una anche più grande”. (Vladimir Nabokov)
“Il dolore non è altro che la sorpresa di non conoscerci”. (Alda Merini)
INDRO: IL 900
un libro di Marco Travaglio (editore Rizzoli)
“L’ho scritto per chi Montanelli l’ha letto, ma l’ha dimenticato; per chi Montanelli avrebbe potuto leggerlo, ma non l’ha fatto perché stava dall’altra parte della barricata; e, soprattutto, per chi Montanelli non ha potuto leggerlo per ragioni anagrafiche e non sa cosa si è perso.Prima entra il nasone, poi i due occhi azzurrissimi e sgranati, poi tutto il resto. Un corpo filiforme di un metro e 88 per poco più di sessanta chili in un dolcevita e un completo grigio che potrebbe reggersi da sé, se non fosse per i due trampoli. Un airone cenerino vestito da lord inglese. Un pomeriggio mi siedo nel corridoio fuori dal suo ufficio, con la porta sempre socchiusa. Lo spio dalla fessura per una mezz’oretta mentre scrive il suo editoriale sull’Olivetti Lettera 32. E assisto al prodigio che si ripete ogni giorno: è come una mantide religiosa in trance, la testa curva sulla tastiera, il naso quasi conficcato nel foglio che avanza sul rullo, i due indici che picchiettano senza sosta come sui tasti di un pianoforte, a un ritmo musicale. Poi, arrivato in fondo, estrae il foglio, rilegge rapidamente in tralice con gli occhiali sulla punta del naso, aggiunge un paio di virgole a pennarello, firma, sorride e consegna. Già sa che il pezzo è lungo il giusto, a misura della sua colonna in prima pagina («Niente “giri” nelle pagine interne: giramento di pezzo, giramento di coglioni»). Due cartelle dattiloscritte e immacolate, senza correzioni né tagli né cancellature. Letizia Moizzi, la nipote che lavora con noi, mi racconta che spesso lo zio Indro gli editoriali li sogna la notte e glieli recita, anzi glieli “canta”, durante la passeggiata mattutina prima di scriverli, per accertarsi che abbiano il ritmo e la musica giusti. Il finale è sempre un lampo al magnesio, un fulmen in clausola. In settantadue anni di carriera, mai un articolo tirato via, o banale, o spento, o privo di un guizzo, di una trovata, di un’idea («una sola però: due sono già troppe»): l’esatto opposto del giornalismo medio di oggi. Ne troverete tanti, di quei miracoli, in questo libro”. (Dall’Introduzione di Marco Travaglio)
cesare@lamescolanza.com