RICORRENZE. NATI IL 20 DICEMBRE

Fulvio Abbate, Andrea Belotti, Gigliola Cinquetti, Fernanda Gattinoni, Uri Geller, Jorginho, Kylian Mbappé, Martin Schulz, Jean-Claude Trichet.
MORTI: Walter Chiari, Adolfo Consolini, Mariano Coppedé, Franco Di Bella, Michele Morgan, Guglielmo Oberdan, John Steinbeck.

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25 ANNI FA MORIVA MASTROIANNI

«Non mi piaccio. Non mi sono mai piaciuto, neanche fisicamente. Non mi piaccio quando mi osservo allo specchio: questo nasino corto, questa bocca cicciuta. A me piacciono le bocche senza labbra e i nasi lunghi, aquilini. Io sono carino e un uomo non dev’esser carino. Più ci penso, più mi chiedo come sia possibile che una faccia simile mi dia da mangiare. Che la gente ci veda l’espressione di un’epoca, anzi il simbolo di un uomo ambiguo, confuso, egoista, immaturo?». Rispondeva così, Mastroianni, ormai star internazionale, a Oriana Fallaci in un’intervista a tutto tondo per L’Europeo del 1971, svelando con sincerità il suo lato più privato.

SCOPERTO DA LUCHINO VISCONTI

Classe ’24, l’infanzia segnata dalla povertà, gli studi da perito edile, i corsi di recitazione al Centro Universitario Teatrale di Roma e poi, come capita spesso, un incontro inaspettato e decisivo con “un certo” Luchino Visconti, che decreta il suo ingresso nel mondo del teatro come protagonista dello shakespeariano Rosalinda o come vi piace, nel 1949. Un caso o un colpo di fortuna, piuttosto che il destino, fecero nascere l’attore Marcello Mastroianni, che raccontava così i propri esordi: «Non fu per vocazione. Infatti fu per caso e per necessità. Le molle tipiche in un popolo di improvvisatori».

I SUOI GRANDI REGISTI

Non ancora trentenne, Mastroianni ha già alle spalle una gavetta cinematografica nei ruoli di comparsa per registi come Blasetti, De Sica, Freda, e in piccole parti teatrali con la compagnia Besozzi-Pola-Scandurra-Cei, prima di iniziare a lavorare con Luchino Visconti. Non è ancora consapevole delle proprie doti, e nemmeno del proprio fascino, nonostante proprio in quel periodo viva una storia d’amore con la bellissima futura star Silvana Mangano, conosciuta proprio al Centro Universitario Teatrale.


MARCELLO, L’ITALIANO RIMASTO SE STESSO

Di Marco Gervasoni 

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“Non c’è separazione tra il mondo dei vivi e quello dei morti. I morti sono tra noi, sono vivi e noi siamo tra loro, e forse siamo morti”, recita il commercialista pavese Giovanni Monti, alla fine di un dei più bei film “gotici” del cinema italiano, Fantasma d’amore (1981) di Dino Risi. E in effetti, Marcello Mastroianni, che regala voce e volto al commercialista del film, e di cui ricorrono i venticinque anni della morte, è un fantasma, ma lo è stato anche quando era in vita, una vita straordinaria e straordinariamente prolifica, per numero di film – tra la fine degli anni Sessanta e la fine degli anni Settanta arrivava a una media persino di tre all’anno, tutti da protagonista e tutti di eccelso livello.



RISPETTO A SORDI E GASSMAN

Nessuno come lui ha rappresentato il nostro essere italiani, eppure la sua generazione ha contato interpreti maestosi, grandissimi. Ma i Sordi, i Gassman, i Tognazzi (potrei continuare, la lista è lunga) rappresentavano l’italiano secondo la tradizione, anche stereotipata, benché vera. Mastroianni invece abbraccia la tradizione della retorica “latina” per  decomporla e poi crearne una nuova, quella che lo rende l’attore più internazionale del cinema italiano…


MARCELLO, PREVALE L’IRONIA

… l’essenza più pura dell’idea di italianità sta invece nella serietà, nella ironia (più che non nel sarcasmo), nel sorriso scettico anziché nella risata sguaiata, nel dubbio, nella percezione della eternità della crisi. Tutti elementi che i personaggi interpretati da Mastroianni, e non solo nei film di Fellini, portano sullo schermo.
E’ impressionante come egli abbia interpretato figure umane le più diverse, dal rivoluzionario all’aristocratico all’emigrato al borghese piccolo piccolo, fino a mettere in discussione la sua stessa immagine (stereotipata, anche se vera) di latin lover: nell’omosessuale di Una giornata particolare, ovviamente, ma anche nel meno noto, e tragicamente profetico, film di Jacques Demy, Niente di grave suo marito è incinto (1973) dove Mastroianni si trova…ingravidato dalla moglie, interpretata dalla compagna anche nella vita (in quel momento), la Deneuve.



OGGI VI DICO… LA SEDUZIONE

“Non è abbastanza conquistare; uno deve imparare a sedurre.”  (Voltaire)

“Non si è morti fin quando si desidera sedurre ed essere sedotti.” (Charles Baudelaire)

“Sedurre è come scrivere una bella canzone, tutto tecnica e ritmo, tecnica e ritmo.” (Paolo sorrentino)

“La bellezza è una lettera aperta di raccomandazione che conquista subito i cuori.” (Arthur Schopenhauer)

“Il contrario di quel che penso mi seduce come un mondo favoloso.” (Leo Longanesi)



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