Alfonso Gatto, Angela Merkel, Milva, Alessandra Necci, Camilla Parker Bowles, Donald Sutherland.
Morti il 17 luglio: Andrea Camilleri, Juan Manuel Fangio, Giovanni Giolitti, Adam Smith.
UNA INDISCREZIONE AL GIORNO… NEL 2100 SAREMO COSÌ?
A causa dell’uso prolungato dei dispositivi tecnologici nel 2100 l’uomo potrebbe avere la schiena curva, le mani ad artiglio e una seconda serie di palpebre per proteggere gli occhi dalla continua illuminazione artificiale.
[Gadici, La Repubblica].
OGGI VI DICO CHE… LA DEPRESSIONE
“Ci sono casi, casi patologici per così dire di depressione spirituale, in cui la lettura può diventare una specie di disciplina terapeutica ed essere demandata e ripetutamente sollecitata a reintrodurre perpetuamente una coscienza pigra nella sua vita spirituale. In questi casi i libri assumono un ruolo analogo a quello degli psicoterapeuti con certi nevrotici” (Marcel Proust)
“Il momento in cui un uomo si interroga sul significato e sul valore della vita, egli è malato, dato che oggettivamente non esiste nessuna delle due cose; col porre questa domanda uno sta semplicemente ammettendo di avere una riserva di libido insoddisfatta provocata da qualcos’altro, una specie di fermentazione che ha condotto alla tristezza e alla depressione” (Sigmund Freud)
“Ero molto depresso, in quel periodo. Intendevo uccidermi ma, come ho già detto, ero in analisi, e i freudiani sono molto severi al riguardo, ti fanno pagare le sedute che perdi” (Woody Allen)
“La depressione è un’epidemia di portata mondiale. Nel 2020 secondo le stime dell’OMS la depressione sarà la più diffusa malattia del pianeta. Personalmente credo che la maggior parte delle depressioni abbiano le sue radici nella solitudine, ma la comunità medica preferisce parlare di depressione piuttosto che di solitudine. È più facile liberarci del problema dando una diagnosi e una scatola di farmaci. Perché se cominciassimo a parlare di solitudine, sapremmo, per certo, che non ci sono farmaci. Non c’è industria medica che tenga, basta l’amore umano”
(dal film Patch Adams, con Robin Williams)
“Siamo i figli di mezzo della storia, non abbiamo né uno scopo né un posto. Non abbiamo la grande guerra né la grande depressione. La nostra grande guerra è quella spirituale, la nostra grande depressione è la nostra vita. Siamo cresciuti con la televisione che ci ha convinti che un giorno saremmo diventati miliardari, miti del cinema, rock star. Ma non è così. E lentamente lo stiamo imparando” (dal film Fight Club, con Brad Pitt e Edward Norton)
“La depressione è una malattia democratica: colpisce tutti” (Indro Montanelli)
ATTUALIZZANDO… IO LA CHIAMO MIMMINA
Depressione? Ecco una modesta proposta per farsela amica, la chiamo Mimmina e… SÌ, si può trovare qualche idea per fronteggiare la depressione.
Intanto, vi riferisco alcuni numeri riportati nel ‘Rapporto sulla Salute Mentale 2017’, presentato di recente al Ministero della Salute.
PIÙ DI 800MILA I DEPRESSI UFFICIALI
Sono 851mila gli italiani, ufficialmente depressi, in cura presso i servizi psichiatrici nel 2017. Si va dal 79,9 per 10.000 abitanti adulti in Sardegna fino a 230,1 – sempre su diecimila – nella regione Puglia (valore totale in Italia: 169,4). Nel 53,5% dei casi sono donne. Il 67,6% ha più di 45 anni. Nel 2017 i pazienti entrati in contatto per la prima volta durante l’anno con i Dipartimenti di Salute Mentale sono stati 335.794.
PIÙ ALTO IL NUMERO DELLE DONNE
In particolare, per la depressione il numero dei pazienti di sesso femminile è quasi doppio rispetto al sesso maschile: 29,2 per 10.000 abitanti nei maschi e 48,3 per 10.000 abitanti nelle femmine. Porto rispetto e solidarietà per loro. Tuttavia, a quegli 851mila malati gravi vanno aggiunti alcuni milioni di depressi cronici (il numero é imprecisabile, parliamo della malattia del secolo, in tutto il mondo), che fanno i conti quasi ogni giorno con quel male misterioso. Io sono uno di quei milioni.
ECCO COME REAGISCO… “LEI” È UNA DI FAMIGLIA
Come reagisco? Mi dico, ogni mattina quando mi sveglio, che è impossibile vivere senza uno sforzo, anche piccolo, di positività. Di più: penso anche che non dovremmo considerare la depressione con ostilità. Ma con affetto, confidenza e fiducia.
L’ho anche battezzata, la chiamo Mimmina: è il nome che avrei voluto dare a una delle mie quattro figlie, ma mi è stato, giustamente, impedito. Lei mi ricambia, è un’amica intelligente ormai: non infierisce, mi dà tregua, si distrae. Non sarà una terapia scientifica. Ma funziona.
Che ne dite, vogliamo creare il club degli amici di Mimmina?
Oggi gliene parlo, giuro che sarà lusingata.