Cate Blanchett, Sofia Coppola, George Lukas, Valeria Marini, Tim Roth, Scialpi, Robert Zemeckis.
Morti: Rita Hayworth, Frank Sinatra, August Strindberg, Tom Wolfe.
UNA INDISCREZIONE AL GIORNO… ARCHIE, IL GATTO
Secondo il “Sun” il figlio dei duchi del Sussex si chiama Archie in onore del gatto che per tanti anni ha vissuto insieme a Meghan e a sua madre Doria. A rivelarlo, un amico della Markle: «Il gatto adorava l’uva congelata, e Meghan gliene dava a chili. Meghan amava giocare con quel gatto e parlava sempre di lui con i suoi amici. Non sorprende che abbia chiamato suo figlio Archie». Il gatto è morto quando Meghan era all’università, pare per un’alimentazione scorretta.
OGGI VI DICO CHE… FARE L’AMORE
“Far poesie è come far l’amore: non si saprà mai se la propria gioia è condivisa.” (Cesare Pavese)
“Capita anche a me, Maestro, di aver fatto l’amore con quelli che non ho mai conosciuto.” (Alda Merini)
“Non morire senza aver provato la meraviglia di scopare con amore.” (Gabriel García Márquez)
“Gli scrittori fanno l’amore con qualsiasi cosa di cui abbiano bisogno.” (Anaïs Nin)
“Quando una coppia fa l’amore, sono presenti almeno quattro persone: la coppia in questione e le due persone a cui stanno pensando.” (Sigmund Freud)
ATTUALIZZANDO… SIMENON, AMORI COMPULSIVI
Simenon scrisse centinaia di libri, ma fece l’amore molte volte di più: con 10.000 donne, disse lui stesso. Non è comunque facile stabilire se sia più alto il numero dei libri scritti da Georges Simenon o quello dei suoi amori compulsivi.
UN CALCOLO DIFFICILE
Il calcolo non è facile, anzi difficile, ma non impossibile. Io non l’ho fatto e (forse) nessuno può affermare con certezza il risultato. Certo – accettando per buone le confidenze di Simenon – la prevalenza è degli amori, quanto meno dei suoi quotidiani exploit sessuali. Lo smanioso creatore del commissario Maigret una volta si è confidato così: “… ho bisogno, per non sentirmi prigioniero della società, di accarezzare una coscia al volo, di fare l’amore senza bisogno di dichiarazioni, di praticare il sesso, da un momento all’altro, nel mio ufficio come si trattasse della foresta equatoriale o di Tahiti…” . Oltre – rivelò – diecimila, prostitute incluse, il numero delle donne conosciute da lui in senso biblico, “scrittore belga di lingua francese” (Liegi, 13 febbraio 1903 – Losanna, 4 settembre 1989).
IL CONFRONTO CON I LIBRI
Lasciando parlare i numeri, Simenon scrisse circa 450 tra romanzi e scritti più brevi, di cui 75 romanzi con protagonista il commissario Maigret, altri 117 a sfondo psicologico, più o meno 3.000 articoli per i giornali. Utilizzò almeno 37 pseudonimi, fu tradotto in 58 lingue di oltre 40 Paesi per un totale di oltre 700 milioni di libri venduti (in più, i film tratti o ispirati ai suoi testi). Simenon affermava di riuscire a vergare 80 pagine al giorno, che non avevano bisogno di revisione. A Federico Fellini confessò i 10.000 rapporti carnali, parlando di 8.000 prostitute e per il resto di donne “di estrazione sociale inferiore alla sua”. Disse: “Non sono un maniaco sessuale, ma sento il bisogno di comunicare”. Fare sesso per lui era come respirare.
GLI ECCESSI. 33 CASE DIVERSE!…
Simenon fu anche un accanito fumatore (di pipa) e un forte bevitore: ma uno dei dati più fuori dagli schemi è probabilmente quello delle residenze: nel corso di 86 anni di esistenza, Simenon ne cambiò addirittura 33, tra Belgio, Francia, Canada, Stati Uniti e Svizzera. Una vita segnata dall’eccesso e dalla scrittura, Simenon ebbe a dire a proposito di quest’ultima “scrivere non è una professione, ma una vocazione di infelicità”.