Arthur Ashe, Giovanni Calvino, Giorgio De Chirico, Jake La Motta, Luciano Moggi, Marcel Proust, Michele Serra, Nikola Tesla.
Morti il 10 luglio: Adriano, Andrè Marie Ampere, Federico Barbarossa, Arrigo Boito, Ray Charles, Antoni Gaudi, John Gotti, Giacomo Matteotti, Spencer Tracy.
UNA INDISCREZIONE AL GIORNO…
“Non mi alzo dal letto per meno di 10 mila dollari al giorno”. (Linda Evangelista, Panorama).
OGGI VI DICO CHE… IL DISSENSO
“La libertà è sempre la libertà di dissentire.” (Rosa Luxemburg)
“Un’idea con molto potere, ne trasmette un po’ agli uomini che la contraddicono.” (Marcel Proust)
“Un quinto delle persone sono in ogni momento contro ogni cosa.” (Bobby Kennedy)
“Trova più gusto in un dissenso intelligente che in un consenso passivo, perché, se apprezzi l’intelligenza come dovresti, nel primo caso vi è una più profonda consonanza con le tue posizioni che non nel secondo.”
(Bertrand Russell)
“Sono contumacio e dissidento, io dissido.” (Totò)
ATTUALIZZANDO… FORTEBRACCIO FA DISCUTERE
Ho ricevuto tre lettere interessanti a proposito della stima che porto per Fortebraccio, il polemista molto famoso per i suoi corsivi sull’Unitá, negli anni 70. Due lettere sono molto critiche e severe, una consenziente. Le opinioni dei lettori sono utili e a volte preziose, anche quando sono diverse dalle nostre. E c’è un solo modo per rispettarle. Pubblicarle.
FORTEBRACCIO SBERTUCCIAVA TUTTI, MA MAI I BUROSAURI COMUNISTI
Mi ha scritto il lettore Luca Pignataro: “Francamente non condivido l’ammirazione di Cesare Lanza per il cosiddetto Fortebraccio. Negli anni Cinquanta un gruppetto di democristiani passò al PCI, uno di costoro (non fu l’unico) era il Melloni/Fortebraccio, cui ovviamente fu garantito un posto di rilievo dal quale si mise a sbertucciare tutti coloro che in qualche modo ostacolavano il Grande Partito in Marcia verso il Sol dell’Avvenire. Ovviamente lo sbertucciamento non toccava i burosauri del Comunismo… Quando apparve Gorbaciov e il comunismo cominciò a sgretolarsi, Melloni – forse comprendendo di aver sprecato la propria esistenza – non volle commentare e infine morì. Triste epilogo di un personaggio che riassume il meglio del peggio dei giornalisti italiani (faziosità, opportunismo, superficialità) e dei cosiddetti intellettuali italiani della seconda metà del Novecento, tutti pronti a saltare sul carro del vincitore sbagliato e quanto meno privi di autentica cultura e amore per la libertà.”
PERÒ AVEVA ARGUZIA, STILE E IDEE…
Il lettore Giorgio Vitali mi ha scritto: “Ho sotto gli occhi alcune raccolte di scritti di Fortebraccio: Non discuto sull’opinione di Luca Pignataro, sul ben noto “opportunismo sbagliato”, tipico di certi intellettuali del nostro paese. ( Nel senso di sbagliare sempre le scelte opportunistiche.) Tuttavia l’arguzia dell’autore era tale che avrebbe potuto figurare in qualsiasi testata, non solo per lo stile, ma anche per le idee espresse…”.
COMINCIÒ IL POLITICAMENTE CORRETTO…
Infine, il lettore Luca Labozzetta: “Condivido pienamente quanto scritto da Luca Pignataro, avendo vissuto quegli anni e quelle vicende (sono del 34!). Così ebbe inizio il politicamente corretto e la superiorità morale di qualche partito che si appropriava in un modo o nell’altro, dei cervelli disponibili. Nei primi anni 60 ebbi modo di seguire una lunga polemica su un giornale locale , tra direttore e, mi pare, qualcuno che si avviava a formare un movimento politico. Ricordo che un vecchio giornalista ci disse che la disputa tra cittadino e giornalista è inutile, perché l’ultima parola resta sempre al giornale.” Anche per questo motivo, questa volta non aggiungo nessuna chiosa.