21 marzo 1994: primo numero de La Voce, il nuovo quotidiano di Montanelli
1949: gli americani vietano a tredici personalità europee, tra cui Giulio Einaudi e Renato Guttuso, l’ingresso negli Stati Uniti.
L’ARTICOLO DEL GIORNO… DEL VECCHIO NON CI STA
Contrasti tra Del Vecchio e la Essilor «Colpo di scena nella maxi fusione italo-francese dell’occhialeria tra Luxottica ed Essilor. Delfin accusa infatti i rappresentanti di Essilor di “violazioni degli accordi e comportamenti contrari allo spirito di collaborazione in EssilorLuxottica”. Lo afferma una nota della holding di Leonardo Del Vecchio che lamenta la mancanza di comunicazioni, da parte del board di EssilorLuxottica, sulle questioni di governance emerse nelle scorse settimane».
OGGI VI DICO CHE… LA CINA
“Non c’è al mondo città uguale, che vi offra tali delizie così che uno si crede in paradiso.”
(Marco Polo, descrivendo Hangzhou ne Il Milione)
“I cinesi furono il primo popolo che non considerò la pittura come un’opera servile, ponendo anzi il pittore sullo stesso piano del poeta ispirato.” (Ernst Gombrich, storico dell’arte austriaco)
“Il fascino unico che la Cina esercita su coloro che l’avvicinano può essere paragonato all’attrazione tra i sessi. Di fatto si basa su una realtà elementare: dal punto di vista occidentale, la Cina è semplicemente il polo opposto dell’esperienza umana. […] La Cina è l’indispensabile Altro che l’Occidente deve incontrare per prendere davvero coscienza del profilo e dei limiti del suo Io culturale.”
(Simon Leys, scrittore, saggista e critico letterario belga)
“Gli asiatici hanno conquistato il mercato mondiale con metodi sleali: lavorano durante le ore lavorative.”
(Ephraim Kishon scrittore, umorista e regista israeliano)
“La Cina è come un elefante in bicicletta. Se rallenta, potrebbe cadere e la terra tremare.” (Un economista cinese)
ATTUALIZZANDO… LONTANI DA USA E VIA VENETO!
A Roma oggi il presidente Xi Jinping, assieme alla first lady Peng Liyuan e a un seguito di circa 500 persone, soggiornerà al Grand Hotel Parco dei Principi. «Obiettivo principale è tenere il presidente Xi Jinping e l’intera delegazione cinese il più lontano possibile da via Veneto, dalla sede dell’ambasciata americana, dove la leggenda vuole che siano installate antenne così potenti da captare qualsiasi tipo di conversazione. Per Pechino, gli Usa e le loro orecchie sono il vero nemico da contrastare, in qualsiasi parte del mondo ci si trovi». [Cristiana Mangani, Il Messaggero]
DA LEGGERE… EMERGENZA SICUREZZA
All’ambasciata cinese è scattato un sistema di sicurezza strettissimo. Filo spinato lungo tutto il perimetro, niente visti, niente visite esterne e uffici blindati. «I cittadini della Capitale dovranno armarsi di santa pazienza, perché da giovedì sera, quando dalle 16,30 alle 18 due boeing 747 di Air China atterreranno a Fiumicino, il lungo serpentone di auto con numerosa scorta al seguito renderà certamente meno agevole il traffico. Prima del passaggio scatteranno i controlli che verranno effettuati dall’alto e sul terreno. Zone bonificate da circa mille uomini, con cani antiesplosivo e cecchini sui tetti […]. Saranno inutili i tentativi di usare il cellulare durante il passaggio del presidente e del gruppo al seguito, perché in quel momento non funzioneranno. Schermati dal jammer che li mette fuori uso. E la ragione è semplice: con un telefonino si può fare di tutto, anche attivare una bomba». [Mangani]
DA LEGGERE… IL RIFIUTO DI SALVINI
Il leader leghista Matteo Salvini, sensibile ai moniti americani e critico quindi verso le aperture a Pechino, ha già fatto sapere che il 22 marzo non sarà presente al pranzo imbandito al Quirinale in onore del presidente cinese. [Cuzzocrea, La Repubblica]
DA LEGGERE… CINA, TERZO NOSTRO FORNITORE
L’interscambio Italia-Cina vale in tutto circa 50 miliardi di euro (dati 2017). «29 miliardi di importazioni e 20 di nostre esportazioni. Da anni la Cina è il nostro terzo fornitore in assoluto alle spalle di Germania e Francia, con una quota che oscilla tra il 7,1 del 2017 ed il 7,6% del 2015, che però corrisponde all’incirca all’1,1% delle loro esportazioni che a livello globale ammontano a ben 2.280 miliardi di dollari. Mentre a nostra volta noi siamo il loro 24esimo fornitore con una quota dell’1%». [Paola Baroni, La Stampa]
DA LEGGERE… SERGIO ROMANO, SUPER
Non è la prima volta che gli Stati Uniti chiedono insistentemente all’Europa di rinunciare ai suoi interessi commerciali. Quando nel 1984, durante la presidenza di Ronald Reagan, banche tedesche, francesi e giapponesi finanziarono la costruzione di un gasdotto transiberiano che avrebbe portato il gas sovietico in Europa, Washington fece pressioni perché i destinatari, fra cui l’Italia, non partecipassero alla operazione e minacciarono un embargo sulla esportazione di materiali e tecnologia americani. Gli europei decisero di rispettare gli accordi che avevano firmato con Gazprom e non cedettero alle pressioni americane. Qualche anno dopo Reagan cambiò idea e fece un investimento sul futuro dell’Urss. Noi, da questa parte dell’Atlantico, abbiamo fatto un investimento sul futuro della Cina e, con tutte le cautele del caso, non vorremmo aspettare il permesso degli Stati Uniti per continuare a coltivarlo». [Sergio Romano, Corriere della Sera]
Tutte le citazioni sono tratte dalla splendida Anteprima di Giorgio Dell’Arti.