Josè Maria Aznar, Anthony Burgess, Aldo Busi, Enrico Caruso, Benedetto Croce, Gianluigi Donnarumma, Carlo Goldoni, George Harrison, Paolo Mieli, Flavia Pennetta, Rosa Perrotta, Auguste Renoir, Bobby Riggs, Teo Teocoli.
MORTI: Alberto Sordi, Tennessee Williams.
L’INDISCREZIONE… ALBERTO SORDI, “UNA VITA DIFFICILE”
Sonego voleva che Silvio Magnozzi, il protagonista di “Una vita difficile”, non accettasse i soldi che un editore era disposto a dargli per il suo romanzo. Era secondo lui una questione di principio. Sordi contrarissimo, si rifiuta di girare la scena perché secondo lui Magnozzi i soldi li deve accettare. La produzione si ferma. Finché Dino Risi si rassegna e chiama Sonego per fargli riscrivere quel punto della sceneggiatura. Sonego non ci sta, ha tutta un’altra idea del personaggio. Allora Sordi sbotta: «E daje, Rodolfo. E lasciami pijà ‘sti soldi! Ma che te frega se Magnozzi prende i soldi?» [Piccolo, Corriere della sera].
OGGI VI DICO… L’UMORISMO
“Ogni vero umorista è un critico di se stesso.” (Luigi Pirandello)
“L’immaginazione è una qualità che è stata concessa all’uomo per compensarlo di ciò che egli non è, mentre il senso dell’umorismo gli è stato dato per consolarlo di quel ch’egli è.” (Oscar Wilde)
“Non esiste nulla di volgare che, espresso in modo spiritoso, non diventi umoristico.” (Johann Wolfgang von Goethe)
“L’umorismo è solo un’altra difesa contro l’universo.” (Mel Brooks)
“Scoprire di far ridere è come scoprire di essere la figlia del re.” (Monica Vitti)
IL SORRISO… IL GRANDE TOTÒ
“A volte è difficile fare la scelta giusta perché o sei roso dai morsi
della coscienza o da quelli della fame”. (Totò).
ATTUALIZZANDO… SCHERZARE SULL’EPIDEMIA
Anche di fronte al virus dell’epidemia cinese gli italiani non rinunciano a cazzeggiare…È così.
Noi italiani siamo – tra tanti pregi e altrettanti difetti – anche inguaribilmente “cazzari”. Mi ero ripromesso di non scrivere del coronavirus: giustamente i giornali e le televisioni sono pieni di notizie e di opinioni (numerose anche le chiacchiere, superflue), non ho proprio nulla di aggiungere.
Solo questa riflessione: anche in situazioni drammatiche, come l’epidemia che arriva dalla Cina, molti italiani hanno una costante tendenza a scherzare e fare battute.
A ROMA STAMO TRANQUILLI…
Esempi? Ne propongo pochissimi: basta consultare i social network, che ne sono pieni. C’è chi tira in ballo Fabrizio Corona e gli fa dire “questa volta almeno io non c’entro niente”. C’è il disoccupato che ha un’idea: aprire un chiosco per vendere amuchina nel lodigiano (e non solo) per fare affari d’oro. Ha riscosso un certo successo la provocazione del napoletano pronto ad “affittare” un cinese – con diverse tariffe – a chi voglia trovare un tavolo libero e godibile al ristorante o per non avere folla accanto in metropolitana; e così via. E spunta il romano: “Prima i cinesi, mo i lombardi. Ma non è che sto virus attacca chi lavora troppo? Se è così, a Roma stamo tranquilli”.
IL RAP (IRRESISTIBILE) DI GIORGIA MELONI
Questa attitudine a cazzeggiare non riguarda solo l’epidemia. Qualche tempo fa Giorgia Meloni (parlando di migranti) in un comizio a San Giovanni gridava la sua italianità. Qualcuno ne ha tratto un rap (debbo dire irresistibile) che impazza dovunque. “Io sono Giorgia, sono una donna, sono una madre, sono cristiana…”. E il mio nipotino, di tre anni, tempestato come tutti dal rap, canticchia: “Sono Giorgia, sono una nonna, sono una madre, sono egiziana…” Impossibile non sorridere. Per scaramanzia, o per sdrammatizzare gli incubi.