“A Los Angeles non buttano via l’immondizia. La rovesciano direttamente nei talk-show televisivi.” (Woody Allen)
“La politica – l’oppio dei popoli. La televisione – la siringa.” (Vladimir Kolechitsky)
“La vita potrebbe essere divisa in tre fasi: Rivoluzione, Riflessione e Televisione. Si comincia con il voler cambiare il mondo e si finisce col cambiare i canali.” (Luciano De Crescenzo)
ATTUALIZZANDO… QUELL’ASPREZZA INSOSTENIBILE
I dibattiti politici diventeranno sempre più aspri e confusi, da qui fino al giorno (tuttora ignoto) delle elezioni. La responsabilità maggiore è dei conduttori. Che si dividono in tre categorie. La prima: il conduttore pone domande, in termini chiari per tutti, e lascia che i telespettatori ascoltino le risposte, senza aggredire l’intervistato, e senza molestare il pubblico con le sue opinioni personali. Il modello di riferimento, direi, è Enzo Biagi.
CONDUTTORI? TRE CATEGORIE
Mi piace. La seconda: il conduttore non solo pone domande, ma incalza l’intervistato di turno, senza lasciargli (il ritmo è serrato) quasi la possibilità di esprimere il proprio pensiero. Il modello di successo è il Giovanni Minoli prima maniera, mal imitato. Non mi piace. Terza categoria: il conduttore non solo è aggressivo verso l’ospite preso di mira, ma mostra anche l’irrefrenabile esigenza di imporre agli ospiti e al pubblico la propria (spesso superflua) opinione. Un riferimento? Più di tutti Myrta Merlino, ma anche molti altri, quasi tutti, purtroppo. Detesto questo tipo di approccio, anche quando il conduttore, come nel caso di Myrta, ha molte qualità.
E LA PUBBLICITÀ? DETESTATA E/O STRUMENTALIZZATA
Un aspetto comico in particolare è il ricorso alla pubblicità. Tutti la chiamano più o meno contriti, come se fosse un peso o, addirittura, un obbligo disgustoso: mentre invece gli incassi della pubblicità consentono alle emittenti di sopravvivere e ai conduttori, come a tutti i dipendenti, di incassare uno stipendio a fine mese. E c’è anche il conduttore che utilizza la chiamata degli spot per chiudere la bocca a chi sta dicendo qualcosa di intelligente o di spinoso, promettendogli di ridargli la parola “dopo la pubblicità” (non avviene quasi mai).
BRUTTA PUNTATA DI “OTTO E MEZZO”
Mercoledì ho assistito a una (insolitamente brutta) puntata di “Otto e mezzo“, con Lilli Gruber (abitualmente vicina alla prima categoria di conduttori, quella che preferisco) e Sarah Varetto, che imperversavano su Alessandro Di Battista. “Dove troveresti i soldi per Alitalia?” “Sei per Macron o per Le Pen?” “Sei per Renzi, Orlando o Emiliano?” “È vero che Renzi è contro la libertà di stampa?” Domande ragionevoli, intendiamoci. Ma le due signore non davano la possibilità di rispondere, al paziente, orgoglioso Di Battista! Poi uno si stupisce perché Il consenso per M5S cresce, ogni giorno.
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DIBBA, ONESTO E PERSUASIVO
Eppure, anzi infatti, il giovane più interessante dei grillini è riuscito a dire cose convincenti e interessanti. Quella che mi è piaciuta di più? Quando ha detto a Lilli e Sarah, a proposito della libertà di stampa: “L’informazione per me è sacra. Di più: fate anche domande più aggressive e pesanti, mi sta bene. Dico solo che il trattamento dei media sia uguale per tutti…”
Non voglio esagerare nell’apprezzamento e mi fermo qui.
POESIA / CORRADO CALABRO’ E FABIA BALDI
Usciamo dalle fastidiosità quotidiane. Vi propongo un attimo di leggerezza, di poesia, per ben cominciare il vostro week end. Corrado Calabrò ha scritto una poesia, evocando Cecco Angiolieri. La professoressa Fabia Baldi, profonda conoscitrice di Calabrò e poetessa a sua volta, gli ha risposto in versi:
“Io non so chi sei / Se sei fuoco/ sarò ferro che fonde alla tua passione / Se sei acqua / sarò foglia che travolgi/
nella tua corsa impetuosa / Sarò creta / alle tue mani di scultore /
Tela per i tuoi colori / E foglio bianco per le tue poesie”
E questa è la poesia (“Caro m’è ‘l sonno”) di Corrado, che ha indotto la professoressa Baldi alla tenera replica.
“Se fossi pittore/ mi darei alle foto / Se fossi scultore/ farei
l’architetto / Se fossi inetto/
salirei in cattedra / Se fossi impudente / come piace alla gente /
prenderei –allora sì- la parola / Se fossi poeta /
come sono e fui / riterrei i miei versi nella mente/ distribuendo ai
presenti/ fogli bianchi.”
28/04/2017