“Zapping tra le tv europee. Tra i tanti conduttori di talk show in Europa e in America, Bruno Vespa resta sempre il più elegante” (Carlo Rossella, “Alta società”, “Il Foglio”, mercoledì 27 aprile 2016).
ATTUALIZZANDO… EPPURE CARLO ROSSELLA É BRAVO
Ogni tanto qualcuno mi chiede perché infierisca spesso su Rossella 2000. Come lo chiamavano quando era direttore del Tg1. Con Rossella ho un rapporto simil amichevole, lo conosco da una vita. Il guaio è che lo stimo e che mi dispiace quanto gli faccia male, a lui e al Foglio, quella rubrichina indecentemente snob. A lui perché è un grande giornalista, non capisco perché debba firmare ricorrenti soffietti ai suoi amici personali. Al Foglio, che celebro quasi quotidianamente per qualità, cultura e raffinatezza, perché non capisco (certo sarà un mio limite) la ragione di sciocchezze e superfluità, che non sono quasi mai neanche ironiche o autoironiche. Carlito mio, quando si esalta o si stronca qualcuno, bisognerebbe almeno prendersi la pena, cioè la fatica, di spiegare perché. Vespa? A parte la curiosità che fai zapping tra le tv europee e riesci a stabilire verità estese all’America, vuoi spiegarci perché Vespa (che spesso ammiro e comunque è un giornalista di forte spina dorsale) sarebbe il più elegante? Senza togliere niente a Bruno, hai mai seguito la BBC? Io, quasi mai. Però, mentre ti dedico questo ennesimo acido pezzetto, la mia super assistente Maddalena mi dice, lei che è sempre informata, che alla BBC i conduttori eleganti sono numerosi, ad esempio la signora Victoria Derbyshire.
(Ultimo tormentone: Rossellino, me la vuoi finalmente pagare, o no, la scommessa – una semplice colazione – che hai perduto insieme con Marco Benedetto, su un pronostico elettorale? Marco è sempre disponibile a ospitarci, te la caveresti, se il braccino fosse corto, senza necessità di allungarlo fino al portafoglio).
LUNEDÍ 9 MAGGIO PRESENTO KAFKA A MILANO
Lunedì 9 maggio ore 17.30 alla Fondazione Orchestra Sinfonica di Milano Giuseppe Verdi, M.A.C. – Musica Arte Cultura, Piazza Tito Lucrezio Caro, Milano.
Siete tutti invitati, l’attenzione – se vi piace – è per un aspetto poco conosciuto di Franz Kafka: per sbarcare il lunario, lavorò come assicuratore. Come tanti altri scrittori, poeti, artisti (nelle assicurazioni, ad esempio, nomi famosi come Thomas Mann, William Faulkner e Jack London). Con un esemplare approccio al lavoro: a differenza di tutti gli altri, si applicò con impegno e rigore al suo impiego, apprezzato dai colleghi, infine promosso dai dirigenti. Un riferimento etico per i tanti, troppi!, che lavorano svogliatamente, badando solo a riscuotere uno stipendio a fine mese.
QUELL’AMBASCIATORE ITALIANO IN CANADA…
Continuo a ricevere lettere, ostili e a favore, nei riguardi dell’ambasciatore italiano in Canada, Gian Lorenzo Cornado: la più appassionata criticamente è la signora Graziella Laboccetta. Tra i più ferventi sostenitori Angelo Filoso, al punto che ci ha indirizzato una sussiegosa lettera, con la curiosa presunzione di stabilire ciò che dobbiamo o non dobbiamo pubblicare. In un rapporto diretto, l’ambasciatore Cornado si è dimostrato affabile e diplomatico, come il suo incarico presuppone. Nella classifica dei 10 ambasciatori italiani top nel mondo, gli avevamo attribuito un 4 e un giudizio asprigno. Ora, disorientati dal chiasso suscitato, abbiamo sostituito il 4 con un punto interrogativo. Sicuramente, si tratta di un personaggio che spacca l’opinione pubblica, non so se questa sia una virtù da esercitare nel suo delicato ruolo, ma certamente sono curioso di approfondire e conoscerlo anche personalmente.
TORNA A FIORIR PAOLUCCI…
…che pur dianzi languia? Ma no, i celebri versi di Giuseppe Parini non si adattano a Massimiliano, 52 anni, giornalista professionista e comunicatore di varie esperienze e di successi. Non ha mai avuto fasi di languore. Il curriculum dice tutto: da Telecom al gruppo Pirelli, agli Aeroporti di Roma… Da pochi giorni, direttore delle relazioni esterni e degli affari istituzionali del gruppo Condotte, tra i primi tre players nazionali, controllata da Ferfina (presidente Isabella Bruno Tolomei Frigerio). Il consiglio di sorveglianza è presieduto da Franco Bassanini, il consiglio di gestione dall’ingegnere Duccio Astaldi. Auguri, Massimiliano. Ad abundantiam, credo sia interessante segnalare che, in virtù della sua lunga esperienza in Paesi sudamericani, Paolucci può vantare rapporti di primissimo livello in Argentina e in Brasile.
FOOTBALL / 1. L’ALLENATORE DE CANIO TORNA IN SERIE A
Viva il merito. Sapete che apprezzo il merito, al punto di aver fondato “Socrate”, un movimento di opinione senza fini di lucro, a sostegno della meritocrazia. Quindi saluto con stima il ritorno in serie A alla guida dell’Udinese dell’allenatore Gigi De Canio, 59 anni, conoscitore e insegnante come pochi altri di calcio. Il mestiere dell’allenatore, purtroppo, è guastato dall’immagine. Chi più strilla e più è stravagante, vedi Mourinho, Spalletti e altri, è valutato con esagerazione rispetto ai reali, anche validi, meriti. Non conosco neanche personalmente De Canio, ma appassionato di calcio come sono da sempre, ho visto giocare le sue squadre e le apprezzo. Purtroppo De Canio non ama il chiasso, non improvvisa commenti polemici e provocatori, rispetta il suo lavoro e quello degli altri: quindi, non provoca titoloni e notizie in prima pagina. Ma la famiglia Pozzo, ad Udine, sa quel che fa, e lo ha scelto in tempo per salvare la sua squadra da pericoli ingiusti di retrocessione.
FOOTBALL / 2. I FRATELLI INZAGHI, TROPPE PAROLE!
I fratelli Pippo e Simone Inzaghi mi sono simpatici, il primo è stato un eccellente calciatore e goleador, bravo anche il secondo, un po’ oscurato dal successo strepitoso del fratello. Appartengono ad un famiglia esemplare, unita: ricordo di aver conosciuto anni fa, il loro papà, in una crociera, e le parole affettuose che il signor Inzaghi dedicava ai due figlioli. Per simpatia e stima, mi permetto una critica: tutti e due, divenuti allenatori, parlano ahimè a sproposito. Non hanno il carisma mediatico di Mourinho e neanche la riservatezza di De Canio. Per dirla in sintesi. Pippo è stato buttato alla cieca, uno dei tanti, da Berlusconi alla guida del decadente Milan. Non ce l’ha fatta, (mi dispiacque) e ripeteva di continuo: “Io non mi dimetto, al Milan o altrove continuerò a fare l’allenatore” (parole inutili, finora non è stato cercato più da nessuno).
Simone è stato buttato allo sbaraglio da Lotito, che ha sostituito brutalmente l’egregio Pioli (uno di stile De Canio, per intendersi). Il ragazzo ha cominciato bene, con due vittorie, poi – inevitabilmente – ha avuto qualche inciampo. Il problema? Troppe parole, come il fratello. “Voglio restare alla Lazio tutta la vita, comunque non tornerò alla guida della squadra Primavera”… Chiacchiere inutili, anzi controproducenti. Nel calcio, per gli allenatori sono decisivi soltanto i risultati. I due Inzaghi sono bravi figli, con qualità e passione: se imparano a tener chiusa la bocca, scommetto sul loro successo, prima o poi.
FOOTBALL / 3. LA ROMA VENDE, VENDE, VENDE…
Nonostante le rituali smentite, sembra che la Roma voglia vendere il giocatore più pregiato: Radja Nainggolan, 27 anni, tra i più forti centrocampisti del mondo. Lo vuole il Chelsea, l’offerta è di 40 milioni. Lungi da me la capacità di valutare il valore economico, sempre molto discutibile, di un campione di calcio. Ma i miei lettori, romanisti e no, vogliono aiutarmi a compilare l’elenco di tutti i grandissimi giocatori ceduti dalla Roma e di tutti i brocchi e schiapponi acquistati dal club? Come si fa a sperare di vincere lo scudetto, se si cedono sempre i migliori e si ingaggiano, spesso, i peggiori? Grazie, oggettivamente, senza veleno.
PICCOLI PIACERI / 1. CUCINATIPICA CON PAPPAGALLO
Un caro amico, il dentista Dott. Cimmino (già questa è una rarità, fare amicizia con il proprio dentista!) mi ha invitato in un ristorante romano particolare, “Cucinatipica” in via Lucania. Se, come me, avete piacere di conversare seduti a un tavolo lontano dagli altri, in modo da non ascoltare e non offrire confidenze involontarie, già questo è un motivo buono per farci una visitina. Se poi detestate i camerieri che vi dicono “dottò, siediti qua, o preferisci là…” e ti trattano come se ti facessero un favore, da Luciano invece (questo è il nome del proprietario e chef) l’accoglienza è gentile, tradizionale, educata. Ma c’è di più: la cucina è ottima, fin troppo raffinata. Ai tavoli la bella Roberta, un ovale perfetto, da film, simile a un quadro classico, uno di quelli celebrati da Vittorio Sgarbi, per intenderci. Alla cassa, una signora virtuosa per stile e qualità nel lavoro, Gabriella. Ma la vera particolarità è la presenza saltuaria, sulla spalla di Luciano, di un pappagallo di due anni, morbosamente affezionato allo chef e in grado di esibirsi, se ne ha voglia, in esclamazioni, fischiettii e variegate esternazioni. La notte, Luciano, dorme perfino col pappagallo, abbracciati stretti. Tornando alla qualità dei piatti, Luciano dice: “Non offro da mangiare nulla che, con piacere, non gusterei io per primo”.
PICCOLI PIACERI / 2. INASPETTATAMENTE, ALZANDO LO SGUARDO AL CIELO…
…ho visto volare le rondini. Non le vedevo da molto tempo. Se capite e condividete la mia emozione, non c’è bisogno di aggiungere altro.
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28.04.2016