“Che cos’è, infatti, il silenzio? La più perfetta espressione del disprezzo, come diceva Bernard Shaw? O l’albero da cui pende la pace, secondo l’aforisma di Schopenhauer?” (Michele Ainis, “I silenzi e le parole del Colle, lo stile Mattarella”, Corriere della Sera, 23 febbraio 2015).
ATTUALIZZANDO… L’INSOSTENIBILE LEGGEREZZA DELLE ESTERNAZIONI
I predecessori di Mattarella hanno fatto uso e abuso del potere di esternazione, prosegue Ainis: “Una pioggerella di interviste, note di stampa, discorsi ufficiali, comunicati, conferenze, messaggi televisivi, allocuzioni.” Apprendiamo che Cossiga arrivò a centoventi nel 1990, a centosettanta l’anno seguente, a duecento nel ’92… Dopo una dotta analisi, che passa da Einaudi a Guarino, da Crisafulli a Barile, da Churchill a Paladin e infine a Calamandrei, il prof. Michele (michele.ainis@uniroma3.it), chiude con un grande filosofo, Wittgenstein: “Su ciò di cui non si può parlare si deve tacere”. Per fortuna, Ainis aggiunge: “Ma sul resto no, parliamone”.
E IL POTERE DI ESTERNARE, VOGLIAMO DARLO ALLA GENTE?
Rintracciate su Facebook una esternazione di una signora siciliana, Emilia Clementi, che invia un suo videomessaggio al Presidente della Repubblica, tirando in ballo il ministro dell’Interno Angelino Alfano. Si tratta di una appassionata invettiva contro l’inerzia e l’incapacità del governo, da parte di una commerciante romana, che per l’ennesima volta si è vista devastare il proprio negozio. Qualche parolaccia (più che comprensibile) a parte, mi sono coinvolto ed emozionato. Vox web, vox populi. La signora Emilia ha avuto migliaia di adesioni. Alla base della sua protesta, uno spunto contro la convenzionale banalità del governo: “L’Europa è con noi…”. Ma dove, ma quando, ma chi? Sono convinto che se un editore avesse il coraggio di proporre un programma televisivo intessuto dalle vibranti denuncie della gente contro il mal governo, il successo sarebbe totale: la gente, com’è giusto, troverebbe la possibilità di esprimersi; certi uomini politici calerebbero le loro insopportabili arie da superuomini, intoccabili. Quindi, mentre si discetta, caro Ainis, sull’opportunità che Mattarella dal Quirinale esterni, come hanno fatto largamente i suoi predecessori, mi piacerebbe incoraggiare e sostenere qualche possibilità di esprimersi, con buone possibilità di ascolto, a qualche uomo cosiddetto comune (o donna, per carità!).
COMMEDIA ALL’ITALIANA/ IL COMPROMESSO DI MARINO SUGLI OLANDESI
Come sapete, ciò che più mi deprime e mi irrita è il puntuale doroteismo italiano, incline al compromesso: tarallucci e vino, il finale della commedia. Dopo i vandalismi degli ultras olandesi a Roma, il sindaco Marino, tomo tomo cacchio cacchio, avanza la geniale proposta: facciamo un’amichevole di calcio tra Olanda e Italia e l’incasso sarà devoluto per riparare la Barcaccia e risarcire i vari danni. Mi chiedo e vi chiedo: perché? Perché la squadra olandese e la squadra italiana dovrebbero affrontarsi, gratis presumo, per trovare i soldi del risarcimento? O perché l’Olanda, intesa come Paese e come governo, dovrebbe mettere la mano alla borsa per pagare ciò che hanno commesso qualche decina di suoi bestiali cittadini? Il solito pasticcio! La retta via sarebbe stata e ora sarebbe un’altra. Noi italiani eravamo informati sulle cattive intenzioni degli hooligans, dopo la prima esibizione del mercoledì, almeno giovedì si poteva prevenire e ingabbiare gli scalmanati. Non è giusto (come succederà, credo e temo) che siano i romani o gli italiani in genere a pagare. I vandali olandesi dovrebbero restare in gabbia fino all’ultimo euro di risarcimento possibile. La responsabilità penale è individuale. Per altro, basterebbe trattare questi incidenti e i responsabili, allo stesso modo in cui sarebbero trattati gli italiani, se fossero responsabili di incidenti analoghi. Ma si sa che il taralluccio e il vino è la poco gustosa conclusione della maggior parte delle drammatiche commedie di casa nostra.
EUROPA 1 /TSIPRAS: MI SCHIERO CON IL COMBATTENTE
Dicono che Tsipras si stia rassegnando ai dictat tedeschi e dell’Unione europea. Presumo che si tratti di tatticismo. A prescindere, mi metto dalla sua parte. Cerca di salvare il suo popolo, la sua patria, contro una forma orrenda di oppressione. Forse la Germania non fu aiutata in ogni modo, dopo la disastrosa sconfitta nella guerra che aveva provocato? E l’Italia, no? E tanti altri paesi, in condizioni derelitte? Perché verso la Grecia dobbiamo gioiosamente schierarci, quasi sadicamente, di fronte alle sue sofferenze? Su Repubblica, pagina 2, leggo l’orgogliosa opinione di Manolis Glezos, l’eroe che nel ’41 strappò la bandiera nazista dal Partenone, accendendo la rivolta popolare. Dice l’ex partigiano: “Dobbiamo reagire, nessun compromesso con chi ci opprime”. Mi associo idealmente, non posso fare di più. Poi, c’è la solita ottusità speculativa italiana. Se non riusciamo ad essere solidali e generosi, non potremmo almeno concederci un minimo di razionalità? In Italia ci stiamo scannando, a parole, in una disfida estenuante tra chi è favorevole all’euro e all’Unione europea, e chi ne dice corna. Tsipras, a mio parere un leader generoso, sta combattendo la sua battaglia. Vogliamo almeno seguirne la vita, la politica e le opere e trarne qualche insegnamento da ciò che gli succederà? Si sta sacrificando anche per noi, sarà la vicenda greca a dimostrare ciò che sia meglio fare.
EUROPA 2/ SIAMO I PIU’ EUROSCETTICI, MA TUTTI SONO STANCHI
Del resto, proprio oggi, e ancora sulla Repubblica, leggo una folgorante analisi, lucida e documentata come sempre, di Ilvo Diamanti. In sintesi: “L’Europa unita non piace a gran parte degli europei. E se la maggioranza di essi continua ad accettarla è per prudenza. Anzi per paura. Di quel che potrebbe accadere se non ci fosse… Questo sentimento è tanto più evidente se si considerano le opinioni verso la moneta unica, l’euro.” “Nel nostro Paese solo il 27% crede nella UE, glia altri l’accettano quasi per timore di un’alternativa”. Se volete leggerlo, i riferimenti sono a un sondaggio realizzato da Fondazione Unipolis, Demos & Pi e Osservatorio di Pavia, che sarà presentato domani alla Camera dei Deputati.
RENZI 1/ MOLTI NEMICI MOLTO ONORE?
A parte il fatto che questa l’abbiamo già sentita, e non ci fu fortuna per chi la inventò, è incredibile registrare come, giorno per giorno, aumentino i nemici, o quanto meno gli avversari di Renzi. Negli ultimi due giorni la presidentessa della Camera ci fa sapere che non le piace l’uomo solo al comando. Il quale, a sua volta, si rivolge spregiativamente a Landini: ha fallito nel sindacato, perciò vuole entrare in politica (immediata smentita da parte del sindacalista). Aggiungo comunque che ormai in Italia siamo abituati al giochetto dialettico: mi schiero a favore o contro per avere visibilità o anche, spesso, qualche utile; le parole non rispecchiano che raramente i sentimenti o le idee che si hanno in cuore e, qualche volta, nel cervello.
RENZI 2/ IL PREMIER ANNUNCIA LA RIFORMA DELLA RAI
L’intenzione è ottima, l’annuncio discutibile e incerto come la maggior parte dei discussi precedenti. “Nella Rai i partiti pensano di imporre i loro personaggi, senza rispetto dell’identità culturale ed educativa del Paese. Non può essere disciplinata dalla legge Gasparri”. Questa è la buona intenzione, con Gasparri che replica da par suo: “Renzi è un vero imbecille” scrive e carica: “Sei davvero una persona spregevole, torna nella loggia del babbo”. Romani e Brunetta sostengono la legge, idem Mara Carfagna. Renzi, imperturbabile, non esclude un decreto legge, vuole una governance con un ad addetto ai conti e un dg ai contenuti (ma non sono legati?), un cda più snello eletto sul modello Bbc. Fico, Movimento 5 stelle, chiama in ballo, da subito, Mattarella. Che dire? Complimenti a Lucia Annunziata, che ha ospitato il capo del governo e la sua clamoroso esternazione. Anche il Corriere registra gli insulti a Renzi, pubblicati da La Repubblica: “Abissale ignoranza, senza basi culturali, solo chiacchiere, distintivo e insider trading, questo è il dittatorello fiorentino”. La Mussolini: “Renzi è solo un poveraccio”. E il senatore forzista Franco Cardiello: “Ma Renzi chi crede di essere? Nemmeno un bullo come lui può ignorare la Costituzione”. Lorenza Bonaccorsi, responsabile cultura Pd, difende il suo leader: “Il chiasso del centrodestra è finalizzato a continuare nella spartizione dei posti”. Basta questa sintesi per dare l’idea della veemenza della preannunciata battaglia? La Rai, da sempre, è un boccone prelibato, che ingolosisce le forze politiche. Come andrà, come finirà? Nel suo primo anno di governo, Renzi lodevolmente si è tenuto lontano dalla Rai. Ma oggi, appena si è avvicinato, subito sono esplosi i fuochi d’artificio.
23.02.15