“Non si è mai tanto ridicoli per le qualità che si hanno, quanto per quelle che si fa mostra di avere”. (François de La Rochefoucauld)
“Dal sublime al ridicolo, non vi è che un passo”. (Napoleone Bonaparte)
“È assurdo dividere le persone in buone e cattive. Le persone si dividono in simpatiche e noiose”. (Oscar Wilde)
“Ogni tuo successo ti crea un nemico; per essere simpatico occorre essere mediocre”. (Oscar Wilde)
ATTUALIZZANDO… DOPO TRUMP, IL MONDO È CAMBIATO?
Avrete letto qui sopra alcune battute su ciò che possa essere definito ridicolo e ciò che sia considerabile simpatico. Dopo lo strepitoso e imprevisto successo di Trump, sono numerosissimi i commenti ridicoli, i riposizionamenti, le goffe marce indietro di tutti coloro che avevano dileggiato e insultato il candidato repubblicano e infine, alla vigilia, avevano scritto che il suo possibile avvento alla Casa Bianca era più temibile della peste. Il divertimento è assicurato, inevitabili sogghigni e risate. Il commento più divertente è di quelli che sostengono che Trump ha vinto grazie all’antipatia di Hillary Clinton. E tutti, o quasi, giù ad affannarsi e a scrivere che – ora – il mondo è cambiato, cambierà – e tutti cercano di prevedere come sarà.
LA CATASTROFE ANNUNCIATA NON È PIÙ TALE
“La Repubblica” è uscita con una sorta di guarnizione di quattro pagine, commenti privilegiati (misteriosi i criteri applicati) rispetto ai numerosi altri pubblicati all’interno del giornale tradizionale. Nella copertina, si celebra l’editoriale di Mario Calabresi, con l’immancabile titolone “Il mondo è cambiato”. Il suo giornale ha sempre entusiasticamente sostenuto la signora Clinton e solo due giorni fa Calabresi furiosamente, senza spazio per altre riflessioni, indicava Donald Trump, in caso di vittoria, come il portatore di inevitabili, terrificanti catastrofi.
Ma ora il mondo è cambiato, in 24 ore, e l’approccio è cambiato repentinamente. (Umanissima reazione: in attesa dell’arca di Noè si deve pur pensare al domani e alle possibilità di salvezza, no?). E l’articolo di Calabresi, in parte tremebondo e in parte sussiegoso, vira – senza scuse – verso in tentativo di comprensione. “Ma de che?”, si dice a Roma.
LA MIA (MODESTA) OPINIONE È ELEMENTARE
Ma benedetti ragazzi (posso dirlo a 74 anni) non avete capito un ciufolo e adesso, di corsa e di colpo, già vi sforzate di spiegare come è cambiato e cosa cambierà?!? Politici, giornalisti, opinionisti, talkisti, specialisti, sondaggisti, interventisti, tuttologi… il mondo non è cambiato ora, con l’elezione di Trump, il mondo sta cambiando da anni in misura profonda e in forme anche brutali e crudeli, e tutti voi, in grande maggioranza, non avete capito niente di niente. E ora con presunzione infinita volete spiegarci cosa succederà domani, cosa cambierà per noi e per il mondo? Ma per favore.
Trump ha vinto per una elementare ragione: si è messo con vigore dalla parte dei reietti, dei “dimenticati”, infischiandosi dei democratici, che democratici non sono più, e dei tromboni repubblicani che non si discostano dai democratici. La sua è una straordinaria impresa individuale. Se poi si porrà concretamente dalla parte dei reietti, o no, si vedrà. Ma alla Casa Bianca arriva perché ha capito ciò che pochi hanno capito: mezza America diceva “basta”, non ne poteva più, esigeva comunque un radicale cambiamento.
IN ITALIA, INTANTO, GRILLO…
A Beppe e al suo movimento dovrebbe comunque essere dato un riconoscimento: ha raccolto la rabbia e la protesta, simile alla radice a quella americana, e l’ha convogliata – in parte – nei confini istituzionali. E ora? Io sono convinto che esista ancora una mezza Italia, extraparlamentare, un’Italia esasperata, priva di rappresentanza. Al momento non vota, per chi voterà domani, cosa succederà? In America si sono affidati a Trump, vedremo con quale esito (certo preferibile a quelli che avrebbe determinato la Clinton). In Italia non so. Al momento mi fa ridere il pollaio televisivo (così l’ha giustamente definito Angelo Panebianco) in cui galli, polli, galline e sgallettati continuano a strillare, come se nulla fosse successo. Intanto, fuori dal cortile, c’è un’Italia alla quale nessuno dà voce: è l’Italia che sta cambiando. Non so cosa succederà e dove arriveremo, ma una cosa è certa. Il pollaio, i giornali, i politici e i politologi e tutti gli altri, non capiscono niente e neanche danno l’impressione di voler capire. Ma poi, un giorno, disinvoltamente, ci diranno che “il mondo è cambiato”. Ma va’!
cesare@lamescolanza.com
10.11.2016