OGGI VI DICO CHE… PRUDENZA NEL CALCIO

“Non dire sacco se non lo hai nel pacco” (Giovanni Trapattoni).

 

ATTUALIZZANDO… ITALIA-BELGIO AL BAR

Italia-Belgio-300Senza televisione telefono computer e radio, alla fine non ho resistito e sono andato a vedere la partita in un bar di un paese piemontese, dove mi trovo – in eremitaggio – in questi giorni. Era un’emozione che non provavo da cinquant’anni. Le urla dei tifosi coprivano sempre e completamente la voce del telecronista. Le grida e i commenti non erano di radice oxfordiana, ma espresse con linguaggio nazionalpopolare, di universale comprensione. Un campionario? “Porca troia maledetta!”, “Vaffanculo, arbitro dei miei coglioni”, “E passa il pallone, stronzo”, “Tira, bastardo”, “Pezzo di merda, incapace!”, “Puttana Eva” (questo è un classico, mai capito perchè Adamo sia esente da insulti)… Gli epiteti erano equamente divisi tra i nostri, i belgi e l’arbitro. Un pò di rispetto solo per il nostro cittì Antonio Conte. E io? Flemmatico davanti al mio cognac, che sorseggiavo alla fine di ogni rischio, svanito, per la squadra italiana. Ma quando ha segnato Giaccherini e alla fine Pellè (2-0 per noi) anch’io sono balzato in piedi come tutti urlando gol e ho abbracciato i miei vicini di sedia. Alla fine, nella festa rumorosa, mi ha colpito il cauto commento di un signore anziano: “Ma ancora non abbiamo fatto niente. Abbiamo battuto il Belgio, la seconda squadra più forte del mondo, ma noi siamo grandi con i grandi e pasticcioni con i deboli…” Come dire: attenzione a Irlanda e Svezia, le prossime avversarie, meno temibili. Mi ha ricordato uno dei celebri proverbi arrangiati dal mitico Trap.

LETTERE / RICORDO DI MARIO SOLDATI

Mario-Soldati-300“Beato te che sei in Piemonte, ma con Napoli nel cuore! Bella sintesi tra Nord e Sud…. Mi associo al ricordo del grande Ghirelli che, grazie a te, mi prese a L’Avanti pur “senza tessera Psi”… una bella mente. E ripenso al mio innamoramento giovanile per Pavese…”verrà la morte e avrà i tuoi occhi” e a quello più maturo per un altro torinese indimenticabile, Mario Soldati, che mi concesse a Tellaro la sua ultima intervista (con interventi spiritati di Cesare Garboli). Soldati era meraviglioso e mi incontrò solo perchè ero amica di Moravia (era già malato e non riceveva più nessuno, perchè affetto da amnesia semantica grave). La Stampa, alla sua morte, pubblicò questa mia intervista a tutta pagina – la inviai a Marcello Sorgi che mi era stato presentato da Paolo Mieli – te la farò avere… Un Soldati di grande fascino che, credo, emerga come un fiume carsico nelle parole di quel nostro incontro. Poi, qualche giorno più tardi, venne con la sua segretaria, “la Gina”, a prendere un thè da me a Forte de’ Marmi – dove Hassan, mio marito, aveva affittato una villa, – e non dimenticherò mai l’intelligenza affettuosa del suo sguardo! Soldati mi cantò con un fil di voce una romanza di Puccini (dalla Tosca) e con le lacrime agli occhi mi disse: “Dopo Puccini la poesia e la musica sono morte, lo sai?!”…… forse aveva ragione. Ti abbraccio in un profumo intenso di Barolo. Fiammetta.”

Ringrazio Fiammetta Jori, la poetessa mio Nobel personale, per questo ricordo di Soldati, che è uno dei miei personaggi preferiti, per quanto ha fatto nel cinema, nella letteratura e nella televisione. Mi vergogno un po’ per questa dimenticanza, forse perchè Soldati non è strettamente legato al Piemonte, a differenza di Pavese. Fiammetta, ti esorto a scrivere una poesia dedicata a Soldati, la pubblicherò nel mio dizionario dei personaggi che hanno reso grande la Rai. E dovremmo pensare a qualcosa di grande, per celebrarlo. Qualche anno fa tenni una conferenza su Mario, eccellente enologo (altra sua grandezza), e oggi ribadisco ciò che allora dissi con amarezza: nella sua straordinaria esistenza, Soldati ha dato alla cultura italiana assai più di quanto, nei riconoscimenti in vita e postumi, abbia ricevuto.

cesare@lamescolanza.com
14.06.2016