“Divinità astratta dei Romani, che esprime l’insieme dei doveri che l’uomo ha sia verso gli uomini in genere e verso i genitori in specie (“iustitia erga parentes pietas nominatur”, Cic., Part. or., 78), sia verso gli dei e che in questo caso s’identifica con la religione (“est enim pietas iustitia adversus deos”, Cic., De nat. deor., I, 116)” (dall’enciclopedia Treccani)
“Se la vecchiaia non mostra più la sua vulnerabilità, dove reperire le ragioni della pietas, l’esigenza di sincerità, la richiesta di risposte sulle quali poggia la coesione sociale?” (Umberto Galimberti)
ATTUALIZZANDO… OGGI VI STUPIRÒ
Ricevo telefonate, sms, mail: molti complimenti che sento sinceri (grazie), però molti mi chiedono la ragione di certi miei tormentoni su questo o quel personaggio. Bene, non senza pietas oggi vi spiegherò perché.
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RENZI E MISTER BEAN
Ho rivolto tenaci critiche all’ex premier. Non mi era simpatico per l’arroganza, la disinvoltura nel fare promesse irrealizzabili, la grossolanità da commedia all’italiana. Però riconosco che ha fatto alcune (poche) cose buone, ad esempio per i diritti civili, e alla fine si è autodistrutto con una serie di incredibili gaffe e di errori politici. Da un po’ di tempo, il vigore ironico mi è smorzato dalla pietas. Prima Crozza e poi questi sberleffi (traggo da Internet le foto) mi fanno sorridere: non mi piace infierire su nostro mister Bean. Per me Renzi politicamente è finito. E tuttavia autorevoli opinionisti politici dicono che Matteo potrebbe essere ancora un pericolo pubblico. Che facciamo, all’erta sto? (Aggiungo che il problema dell’assurdo triennio non è stato solo il giovane ambizioso, ma quanti se ne sono lasciati ipnotizzare).
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LUCA DI MONTEZEMOLO
In questo caso il tormentone nasce dal curioso contrappasso di dantesca memoria, che sta colpendo Luchino, in vecchiaia. In giovinezza, sostenuto da Gianni e Suni Agnelli, svolazzava di presidenza in presidenza con la disinvoltura e la grazia, da campionissimo, più o meno come Messi che dribbla gli avversari e va in gol. Il problema è che Messi possiede un’arte calcistica indiscutibile, mentre Montezemolo non esibiva sapienza e competenza, salvo che nell’ affabulazione e nella tessitura delle relazioni. E ora, in vecchiaia, non gliene va bene una. Cacciato da Marchionne dalla Ferrari. Bocciato dai grillini il sogno delle Olimpiadi, come se già non avesse fatto abbastanza danni, 27 anni fa, per Italia 90, campionato mondiale di calcio. Le Olimpiadi erano una gran bella via di fuga dalla tragedia dell’Alitalia: purtroppo gli è andata male, il contrappasso è inesorabile e la nostra compagnia di bandiera (Luca, chissà perché, ne è presidente) affonda in un ginepraio di debiti, costi, mancanza di liquidità e di idee, mala gestione. Pietas! Ma perché Luca, dopo carriere tanto intense, non va in pensione e non si dedica a figli e nipotini?
LUCIANO SPALLETTI
È il vero punto debole della Roma, anche se pochi l’hanno capito. Quando deve decollare, non decolla mai. Ha una squadra fortissima, l’ha compressa e frenata con una ignobile tattica prudente nella cruciale partita con la Juventus a Torino. Ha gestito, e continua a gestire malissimo “il caso” Francesco Totti: non riesce a creare un rapporto umano e professionale con un fuoriclasse che potrebbe essergli ancora molto utile. Parla e pontifica come se avesse inventato lui il calcio, poi nel derby di Coppa Italia si fa ingabbiare e ciulare dal giovanissimo Simone Inzaghi, che gli dà una elegante lezione tattica. Pietas! Dicono che Spalletti abbia una mirabolante offerta dalla Cina: ci vada, forse vincerà qualcosa. Oppure casa in Inghilterra: lì non vincerà niente. E la Roma? Quanti bravi sostituti potrebbero esserci: Gasperini, Di Francesco, Ranieri, Sousa, Mihajlovic, Donadoni, Giampaolo… E daje!
CARLO ROSSELLA
Simpatico, bravo, paraculo, intelligente. Gran giornalista: era incendiario, poi da pompiere e uomo di mondo ha collezionato successi inverosimili, nell’alta società. Non ce l’ho con lui. Però deve pagarmi una scommessa – un miserabile pranzetto, anche pizza e fichi – e glissa, neanche si scusa. Non si fa. Però, come ho già scritto, non é un giocatore. Pietas! L’ho assolto per non aver compreso il fatto.
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MYRTA MERLINO
Stamattina, in tivù, era anche più carina del solito, con una camiciola celeste primavera. Perché è nel mirino? Ma insomma, è colpa mia se non ha ancora capito che non deve bere un the in diretta, alla faccia degli ospiti e dei telespettatori? Per due motivi: il primo, è un errore tecnico in tivù, si deve coinvolgere il pubblico, non escluderlo; secondo, è un gesto di comunissima cattiva educazione. Pietas! Myrta è brava, buca lo schermo, se evita di sovrapporsi agli strilli dei dibattiti per imporre le sue (superflue) opinionisti, può anche diventare una star.
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02.03.2017