“Subire una fregatura, cialis essere ingenui in politica non è un’attenuante, ma una aggravante” (Massimo Franco, editorialista del Corriere della Sera, ieri a “Otto e mezzo”).
ATTUALIZZANDO… NON CREDO ALL’INGENUITA’ DI BERLUSCONI
Mezzo mondo si è precipitato, di fronte all’elezione di Mattarella al Quirinale, a sostenere che Berlusconi, vecchio ingenuo, si sarebbe comportato con disarmante e disastrosa ingenuità. Non sono d’accordo. Per due ottimi motivi, direi. Il primo: in tutta la sua lunga carriera, sia da costruttore, sia da editore, infine da protagonista politico, Berlusconi ha inflitto fregature a mezzo mondo, mai ne ha subìto una. E tutto si può dire di Silvio, tranne che sia ingenuo. Forse, un’unica volta si comportò con ingenuità, fidandosi di Umberto Bossi nel 1994, senza prevedere che il leader della Lega lo avrebbe abbandonato, trasferendosi armi e bagagli a fianco di D’Alema. Ma quell’episodio per molti versi resta oscuro, prima o poi sarà chiarito. Il secondo motivo: Berlusconi ha certamente acconsentito alla designazione unilaterale di Mattarella, da parte di Renzi. Era l’unica cosa che potesse fare, i Patti del Nazareno o comunque con il premier – vedrete – resteranno in vigore. Sicuramente Silvio avrà ottenuto garanzie per se stesso. I primi indizi già si vedono: ieri abbiamo saputo che Berlusconi ha ottenuto 45 giorni di sconto rispetto alla pena (pena? Leggetemi qui sotto, prego); e soprattutto è stato invitato dal neo Presidente a presenziare alla cerimonia di insediamento di Mattarella al Quirinale. Pochi critici oppositori furiosamente hanno rivelato l’irritualità della convocazione di un detenuto a una cerimonia di massima rilevanza istituzionale. La mia opinione è schietta: è ora che in Italia si arrivi a un clima di pacificazione, nell’interesse del Paese. L’invito sarà irrituale, lo sconto della pena (leggetemi qui sotto, repetita juvant) sarà generoso e atipico… e tuttavia penso che sia opportuna la fine della cosiddetta “guerra civile” tra berlusconiani e anti berlusconiani. Costi quel che costi, un po’ di unità, un po’ di compattezza di fronte ai grandi problemi prioritari, in Italia, è quanto meno indispensabile.
TERTIUM NON DATUR, TRA BERLUSCONI E DELL’UTRI
Sarà un’idea fissa, ma non una fissazione; sarà un intestardimento scomodo, questo è sicuro… ma, per di più nel giorno in cui Berlusconi presenzia all’insediamento di Mattarella alla presidenza della Repubblica, e intanto Marcello Dell’Utri è confinato in una cella di un carcere di massima sicurezza, in verità vi dico… O Berlusconi viene trattato come Dell’Utri, o Dell’Utri viene trattato come Berlusconi. Non mi permetto di entrare nel merito dei processi (ricordo che il processo era uno solo, poi le strade si divisero), non giudico tanto meno le sentenze, nella loro complessità. Semplicemente: il mio senso di giustizia e di umanità mi induce ad affermare, e a ripetere, ciò che ho scritto. Tertium non datur.
DA SETTEMBRINI/ IL WHISKY GIAPPONESE E’ IL MIGLIORE NEL MONDO?
Ieri sono stato invitato a un piacevole lunch da Settembrini, a Roma, all’angolo con Piazza Mazzini. Non ero mai stato in questo ristorante, molte volte nel bistrot, di uguale nome, a fianco: piacevole anch’esso, caciarone, sempre affollato. Non svelo i nomi dell’illustre ospite e dell’amico che ci ha presentato. Può essere divertente qualche annotazione. La prima: ho scoperto che il whisky giapponese (non meno di 120 euro a bottiglia) è considerato ormai il migliore del mondo – specificamente parlo di Nikka Whisky, Black 8. Per la verità il mio collega, che se ne intende, ha obbiettato che un whisky del Kentucky non è da meno. Settembrini una volta era di proprietà di Salvatore Giolitti, parente di un Giolitti amabilissimo con cui giocavo a poker e a chemin de fer: il locale era frequentato da personaggioni e futuri presidenti della Repubblica, come Gronchi e Saragat; poi fu rilevato dal figlio di Pino Daniele, oggi è di Marco Ledda, figlio di Romano, ex direttore di Rinascita e fondatore del Cespi. (Le mura del bistrot sono di proprietà di Daniele De Rossi, il Capitan Futuro della Roma). Dominus ai tavoli è Luca Boccoli. Con un’autorevolezza paragonabile a quella con cui Matteo Renzi ha imposto Mattarella al Quirinale, ci ha servito un vino rosso, Petit Verdot, che è risultato prodotto da Marco Bassetti vicino ad Ansedonia: ottimo. Ulteriore attrazione in sala, la bellezza a la professionalità di Madelaine, di pelle nera, deliziosa nei modi. Un tocco proustiano, cosa si vuole di più?
PAGELLE TELEVISIVE 1/ DEL RIO, OTTO E MEZZO A 8 ½
Del Rio? Considerando che figurava anche nella trentina dei candidati al Quirinale, e in posizione di avanguardia, ieri nel programma di Lilli Gruber l’ho visto bravissimo, pacato, responsabile. E, diciamo la verità, anche generoso elargitore di vaselina nel parlare di Alfano e Ncd, scornati di fronte alla scelta di Mattarella.
PAGELLE TELEVISIVE 2/ A LA7, PRIMEGGIA LILLI GRUBER
A La7 si susseguono molte brave conduttrici. ALESSANDRA SARDONI, 7 ½, umile, competente e rigorosa sia sul fronte della cronaca, in strada, sia al tavolo, come coordinatrice. MYRTA MERLINO, 7-, ex e sempre potenzialmente il mio idolo, resta incompiuta: passano gli anni, ma otto son lunghi… E lei sorride e ride, un po’ troppo, beve il suo tè alla faccia degli ospiti e dei telespettatori, sovrappone la sua voce e le sue idee a quelle degli invitati. E’ competente in economia, amata dai suoi ospiti, a mio sommesso parere un po’ sopra le righe. TIZIANA PANELLA è sicuramente autorevole, informata, determinata: abbasso il voto a 6 ½ perché non ho ancora capito, quando lancia sguardi languidi verso la telecamera, se sia innamorata di se stessa, o semplicemente un po’ miope. Anche lei interrompe troppo spesso gli ospiti e si sovrappone con le sue opinioni. DARIA BIGNARDI, 7, è ormai consolidata, non nascondo che mi piacerebbe se fosse un po’ più rigorosa, e tuttavia mi è molto piaciuta la giocosa liaison con Valeria Golino, al limite dei sapori saffici. Mi piacerebbe anche che gli invitati fossero sempre qualificati e di alta caratura, ma forse ha ragione lei, nel contaminare. Infine, GIULIA INNOCENZI, 7+ confidando nel futuro: fortissima personalità, aggressiva quanto è giusto, un’autentica promessa a cui affiderei maggior spazio. Si farà? Se non si monta la testa, problema eterno di tutti i giovani: lo spero per lei e per la televisione. Chiusura in gloria, LILLI GRUBER, ovviamente 8 ½: la più esperta, la più professionale, decisa, elegante nel nascondere perfino qualche pregiudizio, eclettica, brillante. Ricordo con piacere che fu scoperta, come conduttrice del Tg2, dal mio maestro Antonio Ghirelli. Che consultava videocassette provenienti dalle sedi regionali. Sono passati venticinque anni…
PAGELLE TELEVISIVE 3/ QUATTRO AI TALKISTI ESCLUSI PAOLO MIELI E CACCIARI
La crisi del talk politico si è manifestata, con grottesca evidenza, durante gli estenuanti giorni in cui si discutevano le candidature per il Quirinale. Ci fosse stato un solo talk ad avere incentrato il dibattito su Mattarella! Ci fosse stato un solo opinionista a prevedere la scesa del giudice costituzionale! O, forse, mi sbaglio. Qualcuno c’è stato. Ho guardato tanta televisione, ma ovviamente non sono riuscito a vedere tutto e tutti. Mi dicono che Massimo Cacciari aveva previsto Mattarella fin dai primi giorni; nelle ultime ore, anche Paolo Mieli avrebbe avuto la giusta intuizione. Le cose sono andate così, per quanto riguarda Mieli ne sono sicuro: Paolo ha furoreggiato a Sky Tg e a Omnibus, col suo esatto vaticinio. Ma, per il resto, un fiume di parole ci ha sommerso, spesso senza né capo né coda, le idee di Renzi (ne avrà pur parlato con qualcuno, no?) e la scelta di Mattarella non hanno mai avuto attenzione e rilevanza. Addirittura, mi resta in mente che a “Porta a porta”, Bruno Vespa in piena sintonia con i suoi ospiti abbia buttato giù senza indugi il nome di Mattarella dal tabellone in cui erano proposti tanti nomi, probabili, possibili, molti anche privi di logica. Niente di male. Renzi ha firmato una sorpresa, e tuttavia è lecito chiedersi: a cosa servono i talk se non riescono mai a fornire indirizzi, rivelazioni, retroscena? Voci che fastidiosamente si sovrappongono, strepito e confusione di ugole e di cervelli, a cosa serve questo bar della politica, se non ad allontanare ulteriormente la gente dalla classe dirigente (politici e televisivi inclusi)?
RICORRENZE/ CAROSELLO, NACQUE IL 3 FEBBRAIO 1957
Ho scritto un libro, “Quei magnifici spot”, non in vendita nelle librerie, sulla qualità e la popolarità della pubblicità: Carosello, con molti suoi spot, resta storicamente in prima linea. E lì si misurarono grandi registi, perfino Fellini, molti senza voler apparire con la propria firma, considerando snobisticamente quel lavoro commerciale quasi come una volgarità, mentre a rivederli, i “caroselli” sono capolavori di fantasia, creatività e tecnica artistica.
03.02.15