“Se la storia si ripete, e accade sempre l’inatteso, quanto incapace dev’essere l’Uomo a imparare dall’esperienza”(George Bernard Shaw)
“Tutto procede come imprevisto.” (Emilia Chimera, aforista)
“La gente è il più grande spettacolo del mondo. E non si paga il biglietto.” (Charles Bukowski)
“La politica cambia le regole durante il gioco per rendere il gioco più interessante.”
(Aleksandar Cotric, politico serbo)
ATTUALIZZANDO… SI FARÀ IL GOVERNO?
Al momento in cui scrivo non si sa, con chiarezza definitiva, come si concluderanno le consultazioni per la formazione di un nuovo governo, dopo le elezioni del 4 marzo. Fino all’ultimo la vicenda degli accordi tra Luigi Di Maio e Matteo Salvini, più avvincente di una fiction televisiva, potrebbe ancora riservare qualche colpo di scena.
UNA FANTASIA CINEMATOGRAFICA
Vi confido una mia fantasia. Vorrei avere per un paio di ore il talento di un grande regista del cinema (nell’ordine: Roberto Rossellini, Luchino Visconti, Vittorio De Sica, Francesco Rosi, Giuliano Montaldo) e riprendere l’incontro tra Di Maio, Salvini e Sergio Mattarella. Forse non si scriverà la storia, come dice il leader 5Stelle, ma potrebbe essere raccontato come un appassionante incontro-scontro epocale, sul piano umano.
L’AVVERSIONE DI MATTARELLA
Da una parte il Presidente, un anziano gentiluomo (fedele al suo rigore e ai suoi valori. alla sua cultura, alla tradizione, alla sua democristianitá) che in cuor suo avrà studiato tutte le possibilità costituzionali per sbarrare il passo ai due ardimentosi proconsoli (più precisamente, al loro temuto governo).
SALVINI COME UN FIGLIO, DI MAIO UN NIPOTE. PERÒ…
Di più. Il Presidente dovrà anche sopportare le difficoltà psicologiche, oltre che politiche, della differenza di età: Matteo potrebbe essere suo figlio, Luigi addirittura un nipote. Cinematograficamente, un evento di per sé spettacolare. Perché il papà o nonno Mattarella dovrà contenere e mascherare le sue emozioni/opinioni: non può cavarsela con un rabbuffo, uno scappellotto, un’occhiata severa.
IN GIOCO IL FUTURO DEGLI ITALIANI
È in ballo il destino dell’Italia prossima ventura e non solo Sergio lo sa e lo teme, ma anche i due proconsoli lo sanno: sperano, vogliono determinarlo. Ecco dunque un primo colpo di scena possibile: cosa farà l’inquilino del Quirinale? Fino a che punto vorrà rispettare l’esplicita, perentoria indicazione degli italiani che hanno votato?
E DI MAIO E SALVINI? DUBBI TRASPARENTI…
A seguire: siamo sicuri che i due ragazzacci non cercheranno un espediente per tirarsi indietro? Fino all’ultimo Giggino si è comportato in modo formalmente ineccepibile. Però sperava di poter essere designato premier e, a quanto si sa, così non sarà. Le inquadrature di un grande regista spierebbero il suo tormento: andare avanti, oppure “chi me lo fa fare”? E Salvini? Peggio si sente, presumibilmente, il Presidente. Con varie frecciate Matteo non ha nascosto la sua irritazione di fronte alle contrarietà di Mattarella. E intanto i sondaggi rivelano che le sue quotazioni sono in vertiginoso aumento, nelle nuove previsioni elettorali. Verosimilmente anche il leader leghista penserà dentro di sé: non sarebbe preferibile defilarsi, restare all’opposizione, puntare subito a nuove elezioni?
INFINE LA LISTA DEI MINISTRI
Ma mettiamo anche che Di Maio e Salvini siano determinati ad andare fino in fondo e presentino la “loro” lista dei ministri, a quanto pare frutto di vari, inevitabili e anche intelligenti, compromessi. E di ulteriori compromessi – col Quirinale. – non avranno gran voglia. Rieccoci al punto di partenza: cosa farà Mattarella? I personaggi problematici sono numerosi… A Palazzo Chigi un tecnico, Conte, anziché un politico? Al ministero degli Interni Salvini, con le sue drastiche intenzioni sull’immigrazione? Al Tesoro Paolo Savona, ottantunenne, notoriamente ostile all’euro? Allo sviluppo economico Di Maio, con libertà di azione sul reddito di cittadinanza? E così via… Manca poco all’incontro/ clou: Fellini, Rossellini, Visconti, De Sica o Montalto saprebbero raccontarlo con sequenze immortali. In ogni caso, si faccia il governo o no, il film – temo drammatico – sarà solo all’inizio.