“E credere di sapere quello che non si sa non è veramente la più vergognosa forma di ignoranza?”
(Socrate)
“Nessun popolo può essere sia ignorante che libero.”
(Thomas Jefferson)
“Essere ignoranti della propria ignoranza è la malattia dell’ignoranza.”
(A. Bronson Alcott – educatore e filosofo americano)
“Se pensi che l’istruzione sia costosa, prova l’ignoranza.”
(Derek Bok – avvocato americano)
ATTUALIZZANDO… L’EREDITA’ SU RAIUNO
Penso che difficilmente il nostro Paese riuscirà a risollevarsi, considerando la profonda ignoranza in cui siamo piombati. Due giorni fa, seguivo “L’eredità“, una piacevole trasmissione su Raiuno: un preserale, fondato su quiz. Apprezzabile perché le domande si fondano su un minimo di conoscenze culturali. In questi giorni è condotto da Carlo Conti, un professionista/aziendalista sempre disponibile in caso di necessità (Conti provvisoriamente sostituisce il bravo Fabrizio Frizzi, in ospedale per una ischemia: auguri!).
UNA DOMANDA SU MUSSOLINI
Ebbene, una domanda era incentrata su quando Benito Mussolini avesse autorizzato non ricordo più quale provvedimento. Si trattava di scegliere tra quattro date: anni venti, cinquanta, settanta, duemila. Prima risposta, di una concorrente sorridente giuliva: 1954. Dopo di lei,una seconda concorrente, altrettanto disinvolta e sicura si se stessa. Peggio mi sento: 1974!
C’È POCO DA RIDERE…
E la terza concorrente finalmente ci azzecca. Subito, si ride di fronte a tanta smisurata ignoranza. Poi subentra lo sgomento. Anche perché le due concorrenti non erano sgarzelline diciottenni, ma due mature signore ultra quarantenni. E non è certo la prima volta che ci si trova di fronte, nei quiz radiotelevisivi, a questa spettacolare ignoranza.
MAI SENTITO PARLARE DI FASCISMO…
Questa volta mi ha colpito il fatto che le due signore non avessero la pur minima cognizione di quel pezzo di storia italiana. Altrimenti, se avessero sentito, anche una sola volta, parlare di Mussolini e del fascismo, con un elementare ragionamento non li avrebbero collocati negli anni cinquanta, addirittura nei settanta! Sono allibito: queste grossolanità (nient’affatto isolate) dimostrano che non siamo più un Paese di poeti, ma di ignoranti.
PERSONALMENTE, SCALFARI…
Domenica il fondatore di Repubblica ha pubblicato il suo abituale pezzone domenicale. Questa volta la lunghezza ha superato ogni limite: una pagina intera! Probabilmente, un record, in più di 40 anni di storia del sempre prestigioso, ancorché decaduto, quotidiano. Non mi ha turbato l’estenuante lunghezza: è sempre un dovere, leggere Scalfarone. Mi ha colpito che Scalfari per due volte abbia scritto: “personalmente, io…” Perché?
QUEL CAZZIATONE DI ARRIGO BENEDETTI
Arrigo Benedetti è stato uno dei più grandi giornalisti italiani. Purtroppo, per ragioni di età, ho collaborato a “Il Mondo“, una delle sue creature, solo brevemente. E ricordo (con gratitudine) un cazziatone che mi fece al telefono. Il Maestro odiava giustamente le frasi fatte, inutili, i luoghi comuni. E io avevo scritto “per parte mia”. L’ira di Benedetti partiva con toni educati, poi l’ira di ottava in ottava saliva fino a urla furiose. Urlò: “Scrivi per parte tua o per parte di chi? Che bisogno c’è di esprimerti in questo modo ridicolo?” Una lezione indimenticabile.
EUGENIO, BENEDETTI NON TI HA INSEGNATO NULLA?
Non mi sogno di urlare, però sommessamente dico: “Eugenio, tu sei stato allievo, collega, socio, poi anche antagonista e rivale del grande Arrigo. Non hai imparato nulla? “Personalmente, io…” Che bisogno c’é di dire “personalmente”?!? Il Maestro non te l’ha mai fatta, una bella tirata di orecchie?
GENTILONI, SEI SCARAMANTICO?
Già che ci siamo vorrei raccomandare a Gentiloni di fare gli scongiuri. Scalfarone nostro conclude la sua alluvionale articolessa, facendo i complimenti al premier e affermando che potrebbe succedere a se stesso. Ora, Eduardo docet: i personaggi politici adottati e sponsorizzati dal Fondatore finiscono male. Caso celebre, Ciriaco De Mita. Ma non solo lui. Gentiloni, non puoi star sereno, un amuleto è d’obbligo.