“La corruzione dei partiti invece è quasi immanente. La partitocrazia è destinata a durare almeno finché non si riforma la legge elettorale. Ma questa è la battaglia che noi cerchiamo di fare oggi.” (Indro Montanelli)
“Il popolo non elegge chi lo cura, ma chi lo droga.”(Nicolás Gómez Dávila)
“Il fatto di poter eleggere liberamente dei padroni non sopprime né i padroni né gli schiavi.”(Herbert Marcuse)
“Il suffragio popolare è un mito e su ciò credo che potremo essere tutti d’accordo; ma è un mito necessario ed il migliore che finora sia stato inventato.” (Luigi Einaudi)
ATTUALIZZANDO… L’ULTIMA VERGOGNA POLITICA
Temo che non ci sarà nessuna nuova legge elettorale e, se ci sarà, risulterà peggiore di quelle, orribili, che l’hanno preceduta. Ecco una brutta vicenda, più scandalosa di tante altre, anche se la gente è (giustamente) più coinvolta dai problemi che l’affliggono quotidianamente: in primis l’invasione dei migranti senza regole, la disoccupazione, la pressione fiscale. Lo scandalo, ancora una volta, affonda le radici nel disprezzo estremo che il mondo politico dimostra verso i suoi doveri elementari.
CI SONO ASPETTI GROTTESCHI
In sequenza, prima abbiamo avuto l’Italicum – solo per la Camera dei deputati – per volontà del Renzi rampante, quello che pensava di stravincere le elezioni e impadronirsi di un incredibile premio di maggioranza. Poi c’è stato il 4 dicembre, la sconfitta di Renzi e le sue dimissioni da premier. E tutti o quasi dicevano di voler votare, subito. Poi l’attesa del verdetto della Corte Costituzionale sul mostruoso Italicum. Ma quando il verdetto è arrivato … tutti zitti, o quasi: di legge elettorale non si parla più! Una vera vergogna.
PERCHÉ LA LEGGE NON SI FA
E come si spiega? Semplice: tutte le forze politiche vorrebbero una legge di proprio interesse, o almeno da
utilizzare “contro” i rivali. Impresa impossibile, quindi non se ne fa niente. Passano i mesi, silenzio incredibile. Non è una novità, ma siamo giunti al limite: i partiti pensano alle loro ambizioni, ai loro interessi, niente gliene cale della gente (a Roma si dice che “non gliene può fregare di meno).
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VORREI UN MESSAGGIO ALLE CAMERE DI MATTARELLA
Il presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, ha espresso il suo monito, con la mitezza che lo distingue. Penso umilmente però, Presidente, che sarebbe prezioso un Suo messaggio alle Camere, con l’invito rigoroso a darsi una mossa: parlando agli italiani in tivu, a reti unificate. Ci sarà pure un modo per fermare l’arroganza, la protervia, l’ignavia di chi ci governa! È l’ultima speranza che nutro. E il Presidente, per la sua storia immacolata e per il suo ruolo super partes, potrebbe distinguersi di fronte agli occhi dei cittadini italiani, elettori o no: ultimo e credibile interlocutore, sia per coloro che non vedono l’ora di tornare a votare, sia per coloro che, sfiduciati e demoralizzati, non votano più.
SE NON SUCCEDERÀ…
Se non succederà, riconfermo il pessimismo con cui vi ho proposto oggi questa pagina del mio diario: andremo a votare per deputati e senatori con due leggi diverse, l’Italia sarà ancora ingovernabile. Oppure – peggio ancora – sarà governata da maggioranze equivoche, deboli e instabili. In una crisi senza fine, per una decadenza sempre più triste, irrimediabile.
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31/03/2017