“Vota oggi, te ne pentirai domani”.
(Poster elettorale affisso in Gran Bretagna)
“I pessimi funzionari sono eletti dai bravi cittadini che non votano”.
(George Jean Nathan, scrittore americano)
“Nei dissensi civili, quando i buoni valgono più dei molti, i cittadini si devono pesare e non contare”.
(Marco Tullio Cicerone)
ATTUALIZZANDO… MEZZA ITALIA NON VOTA
Mi sembra certo che l’astensionismo, se non sarà fermato in tempo, travolgerà il quadro politico italiano. Ieri, commentando (ottimisticamente) i risultati siciliani, avevo lasciato da parte questo argomento. Così, oggi, posso lasciarmi andare alla mia abituale visione, pessimistica, sulle cose presenti e future. Mezza Italia non vota più.
ALLA BASE TRE MOTIVI…
Anche in altri Paesi ci sono molti, moltissimi cittadini che hanno diritto al voto e non lo esercitano. Negli Stati Uniti,ad esempio. Ma in Italia l’analisi è molto preoccupante, per tre motivi: 1. Ormai quasi metà degli italiani, e a volte anche di più, non vota. 2. La scelta di non votare non è superficiale e casuale, ma nasce da un crescente, profondo e generalizzato disgusto verso la classe politica. 3. La classe politica si infischia di questa metà d’Italia che la disprezza e non fa nulla per recuperarla alle urne. Anzi!
CROLLA LA CREDIBILITÀ DELLA POLITICA
Sono quotidiani gli episodi che affondano la sua credibilità: enormi, grandi, piccoli. E legati, purtroppo, a tutti i partiti. Cito due episodi di ieri: i Cinquestelle hanno tolto l’auto blu ai loro rappresentanti (che ne avrebbero diritto, secondo tradizione), ma un consigliere, Paolo Ferrara, non vuole rinunciarvi. In Sicilia, poche ore dopo il voto, un deputato neoeletto, Cateno De Luca, UDC, è stato arrestato per evasione fiscale.
RIFIUTO E SFIDUCIA CRESCENTI
Ogni giorno, da anni, si va avanti così. Penso che le elezioni saranno vinte da chi si opporrà, con i fatti e non più con le parole, a questo stato d’animo popolare, di rifiuto e sfiducia. Se non succederà, fatalmente si arriverà a un punto limite, di rottura. E non oso neanche ipotizzare ciò che, traumaticamente, potrebbe succedere.
PREVISIONI. SI VOTERÀ IL 4 O 11 MARZO
Provo a inaugurare una nuova riflessione – spero – frequente, se non quotidiana. La prima, oggi? Si parla, si discute molto di quale sarà la data per le ormai imminenti elezioni politiche. Addirittura si parla di febbraio, ma anche di aprile, perfino di maggio. Secondo indiscrezioni riservate per le 5 della sera, si andrà alle urne il 4 marzo. Meno probabilmente, una settimana dopo, l’11 marzo.