“Il calcio è l’ultima rappresentazione sacra del nostro tempo. È rito nel fondo, anche se è evasione. Mentre altre rappresentazioni sacre, persino la messa, sono in declino, il calcio è l’unica rimastaci. Il calcio è lo spettacolo che ha sostituito il teatro”. (Pier Paolo Pasolini)
“Non ha importanza dove si è nati, quando come e dove si sono avuti i primi approcci con il calcio, per diventare un appassionato, un tifoso. Il tifo è una malattia giovanile che dura tutta la vita. Io abitavo a Bologna. Soffrivo allora per questa squadra del cuore, soffro atrocemente anche adesso, sempre”. (Pier Paolo Pasolini)
ATTUALIZZANDO… AMORE, PASSIONE E TIFO
La distinzione c’è, chiunque può farsela a sua immagine e somiglianza. La mia è questa… L’amore per il calcio è amore per il bel gioco e per le grandi squadre. Tutti noi anziani, o quasi tutti, ricordiamo la formazione del Grande Torino, che perì nella tragedia dell’aereo caduto a Superga. E grandi formazioni del Milan, dell’Inter, della Juventus e della Fiorentina del suo primo scudetto, quella guidata da Fulvio Bernardini.
La passione è avere cuore, nel bene o nel male, solo per una squadra – nel mio caso il Genoa – e per la Nazionale, che però rimuoviamo dai nostri pensieri, quando perde e delude. Il tifo è manifestare la passione in maniera pubblica, convinta, chiassosa e sognatrice, delusa o speranzosa (degli ultrà, che non mi piacciono, e delle violenze, che mi disgustano, non parlo).
LA PASSIONE E IL TIFO / IO E IL GENOA
L’amore per il gioco del calcio c’è, l’ho scritto qui sopra. E la passione e il tifo? Certo che ci sono! Però ieri ho scoperto, dispiacendomi non poco, che hanno un limite. Mai mi sarei aspettato la strepitosa vittoria del Genoa (quotata sei volte la posta dalle varie agenzie). Alla vigilia avrei firmato per il pareggio, anch’esso considerato improbabile dai professionisti delle scommesse. E invece è successo l’incredibile evento: il “mio” Genoa ha strapazzato, asfaltato la grande grandissima Juve. Tre gol in mezz’ora! Urlavo come un indemoniato davanti alla tivù, mia moglie e la mia bassottina sono accorse, spaventate, per vedere cosa mai fosse successo.
Quanto grande fosse la Juventus lo dice questo: nonostante il vantaggio fosse pressoché incolmabile, ho seguito con apprensione il resto della partita, un’ora di apprensione. È finita 3-1, con un gol di Pjanić, uno che puntualmente scompare quando c’è da battersi, ma è un indiscutibile specialista sui calci di punizione. E ho comunicato la mia felicità a chi mi vuole bene e a chi mi vuole male…
LA SIMPATIA PER LA ROMA, INCOMPRESA…
Dopo il Genoa tengo molto alla Roma. Non posso parlare di amore vero e di passione pura, ma qualcosa di forte c’è. È nata – l’ho già scritto, forse lo ricorderete – a metà degli anni sessanta. Per il Genoa cominciai a delirare da bambino, quando avevo cinque anni: prima della prima elementare. La Roma ha conquistato simpatia e affetto quando Antonio Ghirelli, direttore de “Il Corriere dello Sport”, mi assunse e mi affidò l’incarico di seguire gli allenamenti della “Magica”… L’allenatore era Oronzo Pugliese, ricordo tanti amici tra i giocatori, capitan Losi, e il povero Taccola, Capello più di tutti, ma anche Tomasin, Frustalupi, Pizzaballa… Ho sempre sostenuto la Roma, da allora in poi.
Ebbene, dopo cinquant’anni ecco un’amarezza inaspettata. Qualche giorno fa ho scritto una riflessione quasi banale sulle polemiche che tormentano il progetto del nuovo stadio a Tor di Valle. Che lo stadio si faccia, ho scritto, ma rispettando regole e leggi.
Mi è piovuto addosso un diluvio di contestazioni, critiche, epiteti e insulti. Ultrà? Non solo, presumo. Nel caso più sobrio mi hanno accusato di scrivere menzogne. In realtà, ho raccolto le perplessità della sindaca Raggi e dell’assessore Berdini. E in ogni caso penso che la Roma abbia diritto al “suo” stadio, ma lo stadio non deve coprire speculazioni di affari, al momento e sottolineo al momento, poco chiari. Lo stadio va bene, ma che c’entrano tre grattacieli, ponti, varianti alla metropolitana, perfino idrovore in caso di alluvioni o esondazioni?
Chiudo qui il ping pong con i miei critici. Però penso che il tifo non debba essere fazioso e violento. Ovvietà. Ma, ripeto, non mi aspettavo questa furiosa reazione.
IL CAMPIONATO È RIAPERTO…
Il Genoa è stato al centro della domenica calcistica perché ha bloccato la Juve consentendo al Milan e alla Roma di recuperare tre punti. Ora ci sono tre partite delicate per i gobbi: la sorprendente Atalanta, il derby e la Roma. Prima dell’inizio del campionato mi azzardai a scrivere che la Juve difficilmente avrebbe vinto il sesto scudetto consecutivo. Ero solo, deriso ed emarginato. Ora tutti si scoprono critici appuntiti e intransigenti. Mah, si vedrà. Ma la Juve ha già perso tre partite, oltre al Genoa, quelle con Milan e Inter. E non gioca bene. Grazie al Genoa il campionato è riaperto.
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28.11.2016