“Il Pd che parla di consenso, novità e fantasia, è come sentire gli AC/DC che dicono: “Ragazzi, vai con la mazurca, tutti in pista!”.” (Maurizio Crozza)
“La rivoluzione si fa a sinistra, i soldi si fanno a destra.” (Marcello Marchesi)
“L’intellettuale di sinistra si nota subito. Ha, nel dire le cose, quel giusto distacco che nobilita. È elegante, ha un buon reddito, la erre arrotata. L’intellettuale di sinistra ha sempre ragione, dispensa la verità. È ferocemente «anti»: anti-razzista, anti-nazista, anti-fascista e, qualche volta, anche anti-comunista. Mai anti-capitalista. L’intellettuale di sinistra conosce il popolo come le sue tasche, sempre piene. Lo osserva dal suo attico durante le manifestazioni.” (Beppe Grillo)
“Sono di sinistra, ma non le appartengo. Voglio avere la libertà di poter verificare sempre le mie scelte e quelle degli altri.” (Francesco De Gregori)
ATTUALIZZANDO… LA CONFUSIONE NEL PD
La sinistra (absit iniuria verbis) faticherà molto, moltissimo, per riuscire ad uscire dalla crisi – provocata da Matteo Renzi – in cui oggi si dibatte. Proviamo a sintetizzare…
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LE CONTRADDIZIONI DI RENZI
Il segretario, ex premier, è contraddittorio: da una parte strizza l’occhio a Pisapia, con cui pensa di colmare il vuoto lasciato dalla scissione; dall’altra insegue cocciutamente l’illusione maggioritaria. Poi dá un’intervista a Federico Geremicca – La Stampa – e lascia capire che sarà segretario del Pd anche se vincerà le primarie, senza raggiungere il 50 %. Ma non era – non è – il leader determinato a spezzare le reni a mezzo mondo e anche di più?
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E FRANCESCHINI, ORFINI…
Intanto, nel suo partito, da una parte c’è Franceschini, con i suoi (poco numerosi) seguaci, che vorrebbe alleanze con i moderati, Casini e Alfano, forse Berlusconi; dall’altra parte, Orfini (con un seguito non sempre allineato) punta invece sulle residue sinistre. Tiremm innanz!
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E PISAPIA…
Pisapia? Tutti gli tirano la giacchetta, lui non si espone, ma è chiaro che con il suo nuovo movimento non vuole diventare la stampella di Renzi. Non stupisce che in questa fase dalemiani e bersaniani ambiscano a riunire i dissidenti e confidino in un listone con tutti gli altri, a cominciare – rieccolo – da Pisapia.
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E POI EMILIANO…
E infine Michele Emiliano combatte una battaglia che appare solitaria, donchisciottesca: se non vincerò le primarie subito – dice – vincerò al prossimo turno. In poche parole, se si vuole essere spietati, il caos sembra totale.
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ASPETTANDO LA LEGGE ELETTORALE…
Con un po’ di magnanimità è corretto aggiungere che ancora, dando per scontato che si voterà nel 2018, siamo ancora in una fase di studio e di posizionamento, in attesa della nuova legge elettorale. Una fase tanto deplorabile quanto inevitabile. A cosa serve ricordare che dopo il 4 dicembre le elezioni sembravano – rigorosamente – imminenti? Al massimo, bisognava aspettare le motivazioni della Corte costituzionale, sulla bocciatura dell’Italicum. Ma non è successo nulla. Solo confusione.
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cesare@lamescolanza.com
14.03.2017