“Certo, dall’utero a Lutero, la rivoluzione del Papa non ha limiti” (battutaccia di una mia cara amica di Genova, poco devota, ma ammiratrice assoluta di Francesco).
ATTUALIZZANDO… THE YOUNG POPE
Leggetemi, vi prego, domani su “La verità”, se siete – come me – attratti dalla fiction di Paolo Sorrentino incentrata su un giovane pontefice che ha scelto di chiamarsi Pio XIII. Vi dico subito che a me piace molto questo pontefice (Jude Law, formidabile) incazzosissimo, arrogante, anche perfido, che vuole stabilire in modo cinico e prepotente una sua assoluta dittatura in Vaticano. Grandissimo anche Silvio Orlando, il cardinale segretario di stato, che ha favorito in conclave la sua ascesa, immaginandolo come un pupazzo, o poco più, da gestire secondo i suoi interessi. E bravissima anche Diane Keaton, la suora che lo ha accolto e cresciuto, in convento, quando il futuro papa era un bimbetto, abbandonato dai genitori.
DA SORRENTINO ANTICIPAZIONI VISIONARIE…
Ho visto finora quattro episodi, della durata di un’ora ciascuno. Ne mancano sei, nei tre prossimi venerdì sera. Mi sono piaciute, o per meglio dire mi hanno coinvolto le provocazioni più dure e profonde. La prima: Pio XIII in più di un’occasione addirittura lascia intendere di avere dubbi sull’esistenza di Dio. Questa condizione, in un pontefice, può apparire scandalosa. Ma non vedo perché un Papa, proprio per l’alta missione che gli è stata affidata, debba essere estraneo al dubbio che affligge sia il popolo infinito dei credenti, sia i milioni di non credenti (come me). E proprio in questo aspetto inatteso si misurano la modernità intelligente e la complessità del lavoro di Sorrentino.
QUALE PAPA, DOPO FRANCESCO
L’altra grande provocazione di Sorrentino, scaltra narrativamente e acuta concettualmente, è sotto traccia. “The young pope” è descritto come un pontefice determinato (inflessibile, con superbia e anche prepotente presunzione) a ripristinare l’autorità rigida della Chiesa, da una parte liberandola dagli scandali (i gay, i pedofili, gli intrighi del Vaticano…) e dall’altra riaffermandone l’assoluta indiscutibilità. Così, lo spettatore non può evitare di pensare che dopo Francesco – dubbioso, comprensivo e aperto verso qualsiasi cosa, perfino al recupero di Lutero – possa arrivare, nella realtà, un pontefice assolutamente diverso, com’è nella fiction Pio XIII. È un’ipotesi verosimile, realistica: dopo l’assoluta apertura ai “peccati” e alle divisioni nel mondo, la restaurazione intransigente.
GENOVA, UN GIORNO NELLA VITA
Dopo tanto tempo, ho passato un giorno a Genova, la mia città adottiva. Mille emozioni. Ve ne parlerò, diffusamente, domani.
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02.11.2016