“– Ti amo.
– Per sempre?
– Beh, non esageriamo: mica è un’offerta Vodafone”. (@robgere, Twitter)
“Se qualcuno giura fedeltà fino alla tomba, di solito non pensa alla propria tomba”. (Zarko Petan)
“Ogni giorno milioni di persone soffrono per la monogamia, non c’è cura conosciuta”. (Carrie Bradshaw, Sex and the city)
ATTUALIZZANDO… MARILYN MONROE
Mi scrive Mauro della Porta Raffo:
“Caro Cesare,
leggendo il tuo ricordo di Zsa Zsa Gabor e vedendo il tuo argomentare a proposito dei suoi nove matrimoni, mi è tornato alla mente quanto ebbe a dire Elizabeth Taylor dei suoi molti mariti: “È che non riesco a fare l’amore con un uomo se non l’ho sposato!”. Rispondo: mi piacerebbe sapere qualcosa di veramente attendibile sulla vita amorosa di Marylin. Chi meglio del Gran Pignolo può dirlo? Prendo atto della battuta, ma ho letto in una sua biografia la folgorante confidenza dell’attrice forse più amata del mondo. Più o meno a memoria: “Agli inizi facevo l’amore con chiunque potesse essere utile alla mia carriera: cameramen e registi, sceneggiatori e fotografi, produttori e addetti alle luci, cronisti e politici, uomini potenti…”. Diamine, se era fedele! A se stessa, alla sua voglia di arrivare. Se è vero. Prima… Dopo, non so.
“– Lei è sposato?
– Sì, un po’”. (Marilyn Monroe a Tom Enwell nel film “Quando una moglie è in vacanza”)
LA FEDELTÀ AI RITI NATALIZI E FESTIVI
Se c’è una cosa (per la verità sono tante) che mi fa venire l’orticaria, è l’obbligo di festeggiare le feste obbligate dal calendario, dalla tradizione, dalle convenzioni. Pensate dunque di che umore io sia in questi giorni che precedono il Natale e poi, peggio mi sento, le feste di fine anno. Insomma: una casa, le nostre case non sarebbero ugualmente allegre e accoglienti senza l’albero di Natale e senza il presepe? E l’assurdità di scambiarsi baci, auguri spesso finti e pacchetti di regali, che ne pensate?
Sono nato nella misera Italia distrutta dalla seconda guerra mondiale, ricordo con piacere il Natale perché arrivava un regalo. Uno, ho detto! E durante l’intero anno, nisba. Ma adesso? Credo di averlo già scritto qualche giorno fa: anche se siamo in crisi (niente di paragonabile con la povertà degli anni della guerra e dell’immediato dopoguerra) decine di pacchetti sotto l’albero. Non si fa a tempo ad aprirne uno che insorge la curiosità, dopo aver appena dato un’occhiata al regaluccio, di verificare che cosa ci sia negli altri. Un’orgia di sciocchezze, di futilità, di baci e parole tanto mielose, che se influissero sulla glicemia, io diabetico morirei di colpo.
E a San Silvestro? Si urlano in coro, i dieci secondi finali – l’anno scorso la Rai decise di annunciare l’inizio del 2016 con un paio di minuti di anticipo rispetto alle altre reti per ragioni di ascolto – con un entusiasmo generale e per questo non credibile: come se per tutti l’anno precedente fosse stato orribile e l’anno successivo portatore, con sicurezza, di ogni felicità. Orticaria, orticaria: ogni fine anno mi porto in tasca un salvifico antistaminico. Poi, con un sorriso ebete come tutti, mi metto a suonare trombette, lanciare coriandoli, stelle filanti, non escluso qualche insidioso mortaretto. Così come di mamma, per fortuna, ce n’è una sola, l’unica consolazione è che la fine dell’anno si festeggia dopo 365 giorni.
Comunque sia, diciamolo: l’Italia è uno dei Paesi festaioli più esagerati di tutto il mondo, siamo tristissimi, pessimisti, non facciamo figli, e tuttavia nelle feste obbligate riusciamo ad esprimere un’ebbrezza e una gioia, che nella maggio parte dei casi non sentiamo affatto.
RIFLESSIONI PERSONALI SULLA FEDELTÀ
Oltre a quelli, trovati con pazienza dalla nostra Giorgia Salvatori, vorrei proporvi alcuni aforismi sulla fedeltà, che mi sono piaciuti molto. Moltissimo, quello di Fabrizio de Andrè, per la semplice ragione che come vi ho già detto tante volte, nelle ultime settimane sono afflitto da allergie dilaganti. Dice Faber: “La fedeltà, in fondo, che cos’è? Non è altro che un grande prurito con il divieto assoluto di grattarsi”. E poi, il pensoso Oscar Wilde: “Chi ama una volta sola nella vita ha una natura superficiale. Ciò che alcuni qualificano per lealtà e fedeltà io direi piuttosto apatia dovuto all’uso o all’assenza di immaginazione”. Ma ancora più acuto è un altro, che ci ha regalato sempre il grande Oscar: “Come viene enfatizzato il valore della fedeltà! Persino in amore altro non è che una questione fisiologica, indipendente dalla volontà. I giovani vorrebbero essere fedeli e non ci riescono, i vecchi vorrebbero essere infedeli, ma non ne hanno la possibilità”.
E IO? FEDELE AGLI AMICI SEMPRE, ALLE DONNE MAI
Dice Karl Kraus: “Non c’è dubbio, il cane è fedele. Dobbiamo, per questo, prenderlo ad esempio? In fondo è fedele all’uomo, non al cane”. Eccomi, con i miei stravaganti voli pindarici. In fondo, quando si parla di fedeltà, il riferimento è sempre alle coppie, gli amori, ai sentimenti tra i partner umani. Io sono fedele ai miei adorati cani, e voglio citarli sperando che mi leggano, il labrador Pablo e la bassottina Clara, il primo tonto e dolce, la seconda più intelligente di qualsiasi “einstein”, se esistono nella razza canina. Sono fedele alla mia squadra di calcio da settant’anni, sono fedele ai miei giochi preferiti, poker e chemin de fer, fedelissimo a certe inconfessabili superstizioni e molto, molto fedele, in tante altre variegate manifestazioni di vita. Soprattutto, sono fedele all’amicizia: un amico, un’amica sono per me intoccabili, guai a chi osi far loro del male. Mi sputerei in faccia, penserei il peggio di me guardandomi allo specchio, se tradissi un’amicizia vera. Ma a una donna perché dovrei essere fedele? Non lo sono e non esigo fedeltà.
Le curiosità amorose, i capricci, qualche folle blitz da dimenticare subito sono per me, per gli uomini e per le donne, gioie autentiche e indimenticabili, se appena si abbia la qualità intellettuale di valutarle per ciò che sono. Attimi fuggenti! Guai a non afferrarli, a coglierli, posto che si sia capace di intuirli e riconoscerli. E sapete bene che scrivo questo con malinconia perché, come dire?, ho cantato le mie canzoni, il repertorio è finito, qui, le jeux sont fait et rien ne va plus.
INFINE, FEDELTÀ (SCIOCCA) ALLE NOSTRE PERSUASIONI
C’è una fedeltà diffusa, ma spesso inconfessata. E, ovviamente per festeggiare, ve la confido, dopo aver scritto con gusto le righe qui sopra, contento senza ragione dimostrabile di ciò che penso e scrivo. È la fedeltà che abbiamo, quasi tutti, alle nostre convinzioni.
Nessuno ammetterà mai di essere meno intelligente degli altri: più brutto, più viziato, di peggior carattere e quant’altro si; meno intelligente, mai. Ci sono donne, come la mia amica Emilia, convinte di essere le più brave in cucina, lei in particolare nel preparare il ragù. Ci sono uomini, non faccio nomi per evitare pericolose risse, convinti di essere i più astuti e bravi al tavolo del poker. Ci sono quelli, quanto volentieri li prenderei a calci nel sedere se ne avessi la forza, che sparano cazzate nei talk show televisivi e, per sottolinearle, aggiungono immancabilmente: “ciò detto…”. Come se avesse parlato Socrate.
Auguri a tutti!
cesare@lamescolanza.com
20.12.2016