OGGI VI DICO CHE… LA CONVENIENZA

“L’uomo è buono finché gli conviene” (Roberto Gervaso).

ATTUALIZZANDO…. COSÍ TRAMANO I TRUFFATORI ON LINE

image001 (3)Da Simona Labianca sono stato informato che Jerome Sicard di MarkMonitor ha preparato un articolo di in cui analizza le ultime “tecniche” utilizzate dai professionisti del crimine online per monetizzare in settori inaspettati. Per qualsiasi ulteriori approfondimento, Simona è a disposizione per organizzare una chiacchierata con Jerome, manager per il Sud Europa, MarkMonitor (www.markmonitor.com). Ecco l’articolo:
“A seconda del settore e del tipo di azione fraudolenta, i truffatori monetizzano in vari modi le credenziali di accesso e i dati dei malcapitati. Mentre chi opera in determinate industrie ha familiarità con le truffe di phishing e capisce come i truffatori monetizzino i propri dati, non è necessariamente chiaro come questo avvenga in molti settori verticali.
Gli istituti finanziari sono di sicuro i maggiori obiettivi degli attacchi di phishing. I truffatori sfruttano una serie di frodi di social engineering per rubare le credenziali di accesso e le informazioni della carta di credito dai clienti degli istituti finanziari. I truffatori possono poi vendere le credenziali rubate e le informazioni della carta di credito tramite social media, chat di forum, mercati underground, ecc. Sfruttando la tecnologia Anonymizer per accedere alla DarkNet, i truffatori forniscono i potenziali compratori di una guida step by step per acquistare facilmente le credenziali e le informazioni delle carte di credito rubate. I truffatori sono in grado di vendere anche carte di credito clonate a prezzi scontati con la garanzia dei “fondi promessi”. Ad esempio, i dati raccolti da MarkMonitor nella DarkNet mostrano un truffatore che vendeva 50 carte di credito rubate a 400 dollari e 500 carte a 5,000.
Ciò che risulta meno ovvio è come i truffatori monetizzino quando il target sono società al di fuori del mondo finanziario. Per esempio, perché i truffatori dovrebbero avere come obiettivo le aziende di logistica? Uno dei motivi sembra essere il riciclaggio di denaro per renderlo riutilizzabile. Lo schema funziona in questo modo: il truffatore ottiene l’accesso a un account online attraverso un sito di phishing. Una volta che questo accede all’account invia centinaia e centinaia di buste, la maggior parte vuote, ma qualcheduna contenente vaglia. Queste buste sono spedite ai corrieri dei truffatori, persone che hanno la responsabilità di depositare i soldi e di avviare un altro ordine non tracciabile, “riciclando” in tal modo il denaro. Le buste vuote vengono inviate invece ad indirizzi casuali, allo scopo essenzialmente di rendere difficile per le forze dell’ordine rintracciare i corrieri. Nel complesso, mentre potrebbe non essere ovvio come e perché i truffatori monetizzino quando bersagliano le aziende di logistica, potrete essere certi di una cosa: c’è sempre un motivo dietro le azioni fraudolente. Alcune volte i truffatori generano mail di phishing semplicemente per completare il loro ciclo di truffe.
Se iniziate a notare attività fraudolente che prendono di mira la vostra clientela, c’è una domanda chiave a cui rispondere: come questi truffatori monetizzeranno i dati che stanno rubando? Strategie e target di questi malfattori sono costantemente in evoluzione. Gli attacchi di phishing possono essere progettati per uno scopo inaspettato, come espandere la lista dei propri obiettivi per aumentare gli attacchi di phishing, rivendere le informazioni proprietarie che sono state rubate o anche ricattare direttamente le loro vittime e richiedere denaro che può essere inviato sotto forma di Bitcoin. E’ sempre importante considerate i differenti vettori di attacco e come possono essere relazionati con il proprio prodotto (pensare al di là della mera email truffaldina; possono essere utilizzati i social media, le app mobile, ecc…), capire il valore che i truffatori posso generare dai vostri prodotti e comprendere come questi andranno a usare i dati rubati da voi. Mentre non è sempre evidente perché i truffatori mirino a particolari società, pensare a come questi impostori possano potenzialmente monetizzare le informazioni è un’importante considerazione per costruire una migliore strategia di difesa e aiutare a ridurre il fenomeno. Inoltre, ciò aiuta l’azienda a capire qual è il giusto livello di investimento per fermare gli attacchi e recuperare i dati rubati.”

L’ULTIMO LIBRO DI LUIGI BACIALLI / LO SCOOPOMANE

Luigi BacialliLuigi Bacialli (luigi@reteveneta.it), Gigi per gli amici, è un giornalista ingegnoso e importante, ha diretto alcune testate, tra cui “L’Indipendente” e “Il Gazzettino di Venezia”. È anche un bravo scrittore: aspetto le sue novità sempre con piacere e attenzione. L’ultima è “Lo Scoopomane”… “Quali sono i confini dell’informazione? Quali sono i limiti del diritto di cronaca? Per Aristide Bortolazzi Giulivi Dandolo, protagonista di questo romanzo, al giornalista tutto va concesso. Insomma, il fine giustifica il mezzo e in nome della libertà di stampa non ci sono regole, paletti o doveri che tengano…”. Pur di mettere piede nella redazione di un giornale o di una televisione, spinto da un’insana passione per il “mestieraccio”, ricorre a trucchi ed espedienti… Purtroppo per lui la realtà è un po’ più complicata.

DANIELE CAPEZZONE: IL VOLPONE VERDINI IPNOTIZZA LE GALLINE

daniele-capezzone“Credo di sapere due o tre cose su Denis Verdini”, scrive Daniele Capezzone nel suo blog. La prima: è molto migliore, umanamente e politicamente, della cattiva e spesso ingiusta letteratura che lo accompagna. La seconda: è uomo di buone – spesso ottime – letture, e di solida cultura politica e storica. La terza: preferisce dare uno schiaffo davanti e non una pugnalata alle spalle, e ciò lo pone su un livello indubbiamente superiore rispetto al grosso dell’attuale ceto politico. Di più, ha un’ammirevole coerenza. Crede nella politica delle leadership, ed essendosi convinto che Renzi sia l’erede di Berlusconi, lavora notte e giorno per questa nuova leadership. Come? Primo: offrendole numeri utili al Senato. Secondo: puntando a mettere la sinistra interna del Pd in condizioni di non nuocere, o di nuocere meno. Terzo: proseguendo il Nazareno con altri mezzi, per via carsica, come mostra il trattamento lussuoso, letteralmente in guanti bianchi, che riceve dalle tv e dai media del Biscione.”
E tuttavia. “Ovviamente – prosegue Capezzone – non condivido. Nel mio piccolo, sono tra quelli che lavorano in Parlamento in senso diametralmente opposto, e cioè per un’alternativa a Renzi; e ritengo un grave errore fargli da stampella o da ruota di scorta. Ma riconosco la linearità dell’azione di Verdini, e, da questo punto di vista, c’è solo materia per dire e dirgli: “Chapeau”. Temo però che il mio amico Denis meriti una sola “inchiesta”: non quelle, francamente discutibili, del passato, ma …la prossima. E cioè, lo dico sorridendo, una bella “denuncia” per circonvenzione d’incapaci, e cioè di coloro che – alla Camera e al Senato – lo stanno seguendo come si dà retta a un pifferaio magico. Alcuni di costoro, non gli “zatteranti” in cerca di una scialuppa, ma quelli in maggiore buona fede, poveri illusi, si sono affezionati a uno schema politico teoricamente interessante, e che sarebbe perfino utile (in astratto) alla democrazia italiana, e cioè costruire una forza alleata di Renzi, ma competitiva con lui, che possa sfidarlo e condizionarlo. Facendo un esempio altissimo e nobile del passato (purtroppo per loro, totalmente fuori misura), alcuni di questi parlamentari dicono: “Anche il Psi era alleato della Dc pur avendo meno voti e meno parlamentari, ma non era subalterno alla Balena Bianca. Al contrario, in poco tempo, furono i socialisti a dare le carte…”.
C’è un “piccolo dettaglio”, però, che questi deputati e senatori ipnotizzati da Denis dimenticano (a parte la statura di un gigante come Craxi, ovviamente). Un’alleanza competitiva presuppone, appunto, una volontà di competere, di sfidare, e a determinazione (oltre che la capacità e la forza) di dire no, oltre che di dire sì. Di grazia, come pensano i poveri illusi che stanno seguendo Verdini di poter un domani sfidare Renzi, mentre lui, il volpone Denis, lavora per e con il Premier? Più che sfidare Renzi, il volpone raduna nel pollaio tutte le galline che può, e si chiude dentro con loro, insieme all’altro volpone, il suo sodale di Palazzo Chigi. E la fine del film è già scritta. Ecco perché l’accusa di circonvenzione d’incapaci appare motivata e fondatissima…”.

BISIGNANI / “UTILI IDIOTI” NEL MANICOMIO RAI… E RENZI E’ SCONTENTO!

Luigi BisignaniHa scritto Luigi Bisignani su “Il Tempo”: «Utili idioti», così Lenin definirebbe letterariamente i consiglieri Rai. Io li considero invece degli eroi. Non prendono un euro, non contano nulla e verranno inseguiti da Corte dei Conti, Agcom e chi più ne ha più ne metta per aver supinamente avallato decisioni su fantasiose assunzioni e programmi senza che neppure un piano industriale sia mai stato approvato. Meraviglia come una delle intelligenze più fervide della tv, Carlo Freccero, continui ad avvalorare un progetto editoriale senza né capo né coda. E che dire del consigliere Francesco Siddi, per anni sindacalista del settore, che assiste muto alla mortificazione degli interni Rai, tutti sorpassati da una piccola tribù indiana del nord venuta da esperienze di nicchia e con il solo merito di essersi accampata dalle parti del giglio magico.
“Non parliamo di Guelfi, famiglio del Premier, o della Borioni, non pervenuta. Tralasciamo anche la Presidente, cosiddetta di garanzia, Monica Maggioni, che assiste impietrita al fatto che perfino alcuni talk show politici verranno prodotti, come fossero tanti X Factor, da piccole società «esterne» degli amici del clan che beneficeranno così del canone in bolletta mortificando colleghi, capi struttura e tecnici. Un sussulto di orgoglio pare venga ora da alcuni autorevoli consiglieri come Arturo Diaconale, Giancarlo Mazzuca e Paolo Messa. Che motivo può esserci per continuare a sedere in un Consiglio foriero di guai? Andare alle prime di Rai Cinema è poi così gratificante? Non sarebbe più dignitoso dimettersi ed evitare di essere complici di una gestione così autoreferenziale, finita sotto il faro dell’Autorità anticorruzione? Resta da capire se c’è un disegno preciso o se è deragliata la missione che Matteo Renzi aveva affidato a Campo Dall’Orto. Sussurrano che il Premier stia correndo ai ripari. I segnali ci sono già tutti e non è un caso se il più renziano dei renziani in Rai, Luigi De Siervo sia scappato e se due big del Pd come Giacomelli e Anzaldi non perdono occasione per far saltare i nervi a questo inadeguato AD. Altro giro, altra corsa?”

cesare@lamescolanza.com

30.05.2016