“Smettila di pensare a cosa potrebbe andare male e inizia a pensare a cosa potrebbe andare bene”
(Roberto Benigni)
“L’ottimista vede opportunità in ogni pericolo, il pessimista vede pericolo in ogni opportunità.”
(Sir Winston Churchill)
“Tutto andrà bene alla fine. Se non va bene, allora non è la fine.” (John Lennon)
“Le persone più felici non sono necessariamente coloro che hanno il meglio di tutto, ma coloro che traggono il meglio da ciò che hanno.”
(Khalil Gibran)
ATTUALIZZANDO… QUELLE DUE LETTERE
Pessimisti sì, ma è un dovere vivere ogni giorno con dignità. Ieri mi sono impegnato a completare le riflessioni su un tema, credo, non solo personale: il pessimismo, a cui ci obbligano i drammatici, e sconsolanti, avvenimenti di ogni giorno. Due signore – un’insegnante e una casalinga – mi hanno posto due domande: 1. perché sono pessimista. 2. se sia giusto vivere, lasciandosi guidare dal pessimismo.
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L’OTTIMISMO È FEMMINILE
Due lettere lunghe e appassionate: non a caso vergate da due donne. L’animo femminile, forse perché sono le donne a perpetuare il genere umano portandolo in seno, mi è sempre sembrato incline all’ottimismo, e ad atteggiamenti positivi, assai più di quanto non siamo noi maschi.
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VIVIAMO MEGLIO, PERÒ…
Alla prima domanda ho risposto ieri. Certamente nella società di oggi si vive (salute, benessere, lavoro, giustizia, ecc) assai meglio rispetto a secoli o millenni fa. Tuttavia, ho scritto, sono pochissimi anche oggi gli eventi che possano indurre a fiducia, speranza, aspettative di serenità. Alla seconda – se sia giusto, allora, vivere con pessimismo – rispondo con decisione: certamente no!
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PESSIMISTA GLOBALE, OTTIMISTA QUOTIDIANO
Perciò, di solito, mi definisco un pessimista globale, ma aggiungo: per dovere ottimista, nella quotidianità. E la riflessione è questa: dal momento che siamo venuti al mondo (senza volerlo, senza sapere perché), abbiamo il dovere di cercare di migliorarlo, questo mondo infelice, lottando contro ingiustizie, iniquità, crudeltà.
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NON È UNA CONTRADDIZIONE
Certo è un ragionamento complicato e, in apparenza, contraddittorio. È vero: penso che siano impossibili sia la speranza, sia la fiducia. E tuttavia è impossibile vivere senza speranze e senza sogni: perfino senza utopie. È un dovere, vivere con dignità. E la dignità perseguibile consiste nel rispettare il nostro prossimo, battersi per la sua e la nostra libertà, contribuire a creare una vita sociale più civile e più giusta. In poche parole, non credo che il mondo potrà mai essere giusto e civile, ma è nostro dovere vivere in modo che possa diventarlo.
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I POLITICI DI UNA VOLTA…
In questa analisi, riflettere sulla politica è un pensiero automatico…Presumo che nessuno pensi che i padri della Patria (De Nicola, Alcide De Gasperi, Luigi Einaudi, Sandro Pertini…) e i politici di una volta (Giulio Andreotti, Amintore Fanfani, Aldo Moro, Bettino Craxi…) fossero di livello inferiore a quelli di oggi. Al contrario: erano giganti al confronto con gli ometti politicanti di oggi. E temo anche che sarà difficile tornare a quella qualità. Mezza Italia la pensa così e non va neanche più a votare. Tuttavia sarebbe un grave errore arrendersi al (giustificatissimo) pessimismo. La dignità, il rispetto del bene comune ci impongono di lottare e reagire, comunque.
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21/06/2017