L’amore guardò il tempo e rise,
perché sapeva di non averne bisogno.
Finse di morire per un giorno,
e di rifiorire alla sera,
senza leggi da rispettare.
Si addormentò in un angolo di cuore
per un tempo che non esisteva.
Fuggì senza allontanarsi,
ritornò senza essere partito,
il tempo moriva e lui restava
“L’amore e il tempo”
(Luigi Pirandello)
ATTUALIZZANDO… RICORRENZE IGNORATE
Temo che anche il prossimo governo farà poco o niente per ricordare i più grandi, e meritevoli, personaggi italiani. Prendo spunto da due ricorrenze che riguardano Luigi Pirandello: nel 2017 si potevano celebrare i 150 anni della sua nascita (Girgenti – Agrigento – 28 giugno 1867) e/o l’anniversario, 81 anni, della sua morte (Roma, 10 dicembre 1936). Se non erro, non se ne è parlato affatto, o quasi: cito volentieri una nota di un bravo e colto politico, Daniele Capezzone, con il quale spesso – non sempre – le mie opinioni collimano.
MONTANELLI, ITALIA SENZA MEMORIA
Non mi stupisco certo del silenzio, della distrazione, dell’indifferenza. Indro Montanelli con amarezza asserì che l’Italia è un Paese senza memoria. Come non essere d’accordo?
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L’IGNORANZA DEI GIOVANI
Così come, oggi, mi sembra preoccupante la dilagante ignoranza dei nostri giovani. Un compito educativo tuttavia spetterebbe non solo alle famiglie e alle scuole: dovrebbe essere il governo ad assumere iniziative culturali adeguate.
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FAMIGLIE, SCUOLE, GOVERNO E GIORNALI
E vorrei dedicare qualche parola anche ai giornali, che sono pieni (in particolare in questi giorni di vigilia festiva) di recensioni e segnalazioni – in gergo, marchette – di libri palesemente sciocchi e inutili. Non sarebbe meglio dare spazio a Pirandello – un genio – e rilanciare il valore e l’attualità, la modernità, dei nostri grandi classici?
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QUEI NOSTRI GRANDI CLASSICI
Dante, Petrarca, Boccaccio, Ariosto, Leopardi, Foscolo, Manzoni, Carducci, Pascoli… Ho citato, non del tutto a caso, alcuni tra i miei preferiti. Ma potremmo, con orgoglio e fierezza per la nostra storia, proseguire a lungo. Meditate, gente, meditate.
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PER RICORDARE PIRANDELLO, PREMIO NOBEL DEL 1934
Notiamo facilmente i difetti altrui e non ci accorgiamo dei nostri.
(Uno, nessuno e centomila)
Il piacere che un oggetto ci procura non si trova nell’oggetto per se medesimo. La fantasia lo abbellisce cingendolo e quasi irraggiandolo d’immagini care. Nell’oggetto insomma amiamo quel che vi mettiamo di noi. (Il fu Mattia Pascal)
Mangia il Governo, mangia la Provincia; mangia il Comune e il capo e il sottocapo e il direttore e l’ingegnere e il sorvegliante… Che può avanzare per chi sta sotto terra e sotto di tutti e deve portar tutti sulle spalle e resta schiacciato? (I vecchi e i giovani)
Basta che lei si metta a gridare in faccia a tutti la verità. Nessuno ci crede, e tutti la prendono per pazza!
(Il berretto a sonagli)