“Era il 1934. Il nonno entrò in Fiat negli anni ’10 del ‘900. Era alto, robusto, con mani sproporzionate, gli amici della Fiat Ferriere, dove lavorava lo chiamavano Stalin, lui ne era orgoglioso, anch’io dovevo chiamarlo così. Era anti fascista, si dichiarava comunista marxista (probabilmente non sapeva neppure cosa significasse marxista). Era poco intelligente, ma aveva una grandissima considerazione di sé, una totale sicurezza, non supportata da nulla e da niente scalfita. Il nonno si teneva tutto il suo salario, contribuiva alle spese di famiglia con un paio di chili di pane e due litri di latte al giorno”. (Riccardo Ruggeri “Fiat, una storia d’amore finita”, Grantorino 2014)
ATTUALIZZANDO… I FAVOLOSI LIBRI DI RICCARDO RUGGERI
Qui sopra ho citato l’inizio del bellissimo libro di Riccardo Ruggeri, che sto leggendo in questi giorni: una storia della Fiat scritta grazie a un equilibrio raro tra toni accorati e struggenti, per non dire amorosi, la qualità della documentazione e l’importanza dei ricordi. Non pago, leggo anche contemporaneamente un altro libro di Riccardo “Una storia operaia”… Fatto sta che sono un devoto ammiratore di Ruggeri, scoperto grazie a Pier Luigi Magnaschi, che pubblica i suoi splendidi editoriali in “Italia Oggi”. Il linguaggio dell’ormai ottuagenario Riccardo è familiare, semplice e diretto: ha cose importanti da dire, per esperienze personali e per intelligenza critica, e le sa dire in modo avvincente. Già altre volte ho parlato di questo straordinario personaggio: figlio di famiglia operaia, come operaio entrò alla Fiat, salì vari gradini, diventò un apprezzato manager, poi amministratore delegato di una delle società. Poi, dopo la Fiat, ha avuto esperienze eccezionali negli Stati Uniti, ha rifiutato proposte di incarico che avrebbero lusingato chiunque (Ferrovie e Finmeccanica), ha deciso di inventarsi come imprenditore nel settore della moda, e ancora editore, e analista politico indipendente da tutto e da tutti, forse il più lucido oggi sulla scena. Che cosa aggiungere?Interpellate la casa editrice Grantorino, procuratevi i suoi libri (molto buono anche “Parola di Marchionne” con prefazione di Massimo Mucchetti, Francesco Brioschi Editore, 2010), leggeteli e mi ringrazierete. E’ il classico scrittore che vi prende per mano e vi guida, anche su argomenti infinitamente discussi, alla scoperta di un diverso, e persuasivo, punto di vista.
LANDINI, GIORNO PER GIORNO SEMPRE PIU’ QUOTATO
Da registrare l’irresistibile ascesa di Maurizio Landini, 53, da più di quattro anni segretario della Fiom. Anche in televisione, nelle accese e divulgative esternazioni, di volta in volta fa un figurone. Ma alla sua popolarità ha giovato in maniera esponenziale la manifestazione sindacale di Roma, avversata dalla polizia a colpi di manganello. Vederlo faccia a faccia con i poliziotti, a rischiare le botte come tutti gli altri manifestanti, ha indotto molti osservatori, anche quelli più critici verso i sindacati, a commentare: “Landini ha fegato, ci mette la faccia”.
COMUNICATORI/ A TELECOM ARRIVA DOMPE’, RYAN O’ KEEFFE ALL’ENEL
Ivan Dompé, ex Luxottica arriva alla direzione della comunicazione in Telecom, Carlo De Martino sarà trasferito ad altro incarico. Notizia non ancora ufficiale, ma la firma c’è già. All’Enel, invece, ufficialmente Ryan O’ Keeffe assume la direzione della comunicazione: arriva da Finsbury, dove ha assistito alcune tra le più grandi aziende del mondo. Laureato ad Edimburgo parla alcune lingue europee, anche l’italiano.
ITALIA ANOMALA/ DUE SINISTRE E NESSUNA DESTRA
E’ evidente a tutti come nel nostro Paese si stia delineando l’ennesima, bizzarra situazione. Ci sono due sinistre: quella che fa capo a Renzi e quella che riottosamente e poco platealmente all’interno del Pd non nasconde le sue perplessità, unitamente alle discordie verso il premier manifestate da altri frammenti della sinistra, la Sel di Nichi Vendola, la sinistra extra parlamentare, i sindacati, la gente qualsiasi… Di contro, non si scorge una destra forte, compatta e autorevole. E da tempo c’è chi dice che Berlusconi visibilmente sostiene Renzi, e dunque Renzi non è propriamente di sinistra ma si regge su forze di destra, e dunque così via si dice che prima o poi Matteo e il Cavaliere si fonderanno in un partito unico.
LA SORPRENDENTE VITTORIA DEL GENOA SULLA JUVENTUS
Il mio Genoa ha battuto la Juve all’ultimo secondo di una partita combattutissima sul piano agonistico, dando alla Roma la possibilità di riagganciarsi in testa alla classifica con i gobbi. Forse risulterò meno antipatico ai miei “nemici” juventini, oggi, dal momento che ho deciso, da buon genoano leale e onesto, di riconoscere che la Vecchia aveva strameritato di vincere. Noi del Genoa, negli ultimi quindici minuti, siamo stati letteralmente presi a pallonate dalla Juve, che già in precedenza aveva dominato il match, prendendo due pali e vedendosi negare il goal da eccezionali parate di Perin. Poi, la beffa. La solita superbia ha indotto la difesa della Juventus, in particolare Bonucci, a trascurare Antonini, liberissimo in area davanti a Buffon. Goal! Antonini è un terzino, nell’occasione folle: mentre la Juve, come detto, sembrava ad un passo dalla rete con una pressione forsennata, lui si era spinto in avanti, in posizione quasi da centravanti… E perché? Perché voleva prendersi una vendetta verso Allegri, oggi alla Juve ma ieri l’allenatore del Milan che lo aveva relegato tra le riserve… E poi qualcuno osa dire che il fattore umano nel calcio non conta.
DUE RIGORI LANCIANO L’INATTESA RISALITA DELL’INTER
Insomma, il campionato quest’anno potrebbe essere deciso da futili episodi, tipo la strana partita del Napoli, che va in svantaggio di fronte all’Atalanta, poi pareggia e poi all’ultimo istante non mette le mani su una preziosa vittoria, per colpa di un rigore, maldestramente calciato da Higuain. E che dire dell’Inter, benedetto da due discussi rigori in due partite consecutive, in quattro giorni? Due rigori, due goal, sei punti – tra Verona e, in casa, con la Samp. A giudizio di molti, due autentici regalini.
TU QUOQUE DI VICO, TU QUOQUE AINIS!
Che delusione, anche Dario Di Vico e Michele Ainis, eccellenti editorialisti del Corriere della Sera, sono precipitati nel burrone logorroico, che di solito accoglie i Galli Della Loggia, i Panebianco e compagnia cantante. Vero è che il nuovo formato del Corriere, restringendo gli spazi, metterebbe in difficoltà chiunque. Però… Non me lo aspettavo proprio.
30.10.14