“Avrei fatto il giornalista anche gratis: meno male che i miei editori non se ne sono mai accorti” (Enzo Biagi, da “L’orgoglio di un cronista”, Corriere.it, 7 novembre 2007).
“Qualcuno dieci anni fa prevedeva che i giornali di carta sarebbero rapidamente morti. Invece ci sono ancora e anzi non sono mai stati così letti, benché soprattutto in forma gratuita. E sulla piazza affollata e rumorosa dell’informazione attuale vogliamo rimanere, come voce dell’Italia che ce la fa” (Ferruccio De Bortoli, 23 novembre 2011).
ATTUALIZZANDO… LA BATTAGLIA PER VIA SOLFERINO
Da quando Urbano Cairo ha messo in moto, all’improvviso, una sua Opa per conquistare Rcs – l’obiettivo più prestigioso, ovviamente, è “Il Corriere della Sera” -tutti si fanno mille domande e si chiedono come andrà a finire. Da premettere che, così si dice, il Corrierone non porta gran fortuna a chi ha cercato di impossessarsene. Di Cairo so tante cose, ma non so se sia superstizioso. Comunque, per prima cosa diamo un occhio alle reazioni degli altri importanti azionisti: da Tronchetti, un bel no; idem Cimbri; da Diego Della Valle un “si vedrà”, l’offerta di Urbano non gli sembra adeguata; Caltagirone anche si è detto non interessato; da Medio banca è arrivato il no più secco; John Elkann si tiene una quoticina in Exor. Il mercato, i piccoli azionisti e i fondi che insieme detengono un buon 60%, non mostrano particolare interesse. Il sostegno più importante per Cairo è arrivato da Bazoli e da Banca Intesa.
LA STORIA DI CAIRO
Il profilo psicologico di Cairo – imprenditore è abbastanza limpido: è uno dei migliori oggi in Italia, è arrivato al successo e lo ha mantenuto con caratteristiche fisse. È prudente, non scende in campo se non ha ottime probabilità di vincere. Anzi! Quando scende in campo, fino ad oggi ce l’ha sempre fatta. Superate le proverbiali prudenze, rivela uno scatto da conquistatore: con coraggio, azzarda il suo blitz, determinato e attrezzato alla battaglia. Ma, questa volta, la posta in palio è più pesante e complicata, rispetto alle precedenti imprese, la pubblicità, i giornali popolari, il Torino, La7… La domanda più diffusa è: perché si è mosso, Cairo? C’è qualcuno dietro di lui o gli basta il sostegno, certo importante, di Intesa? Vuole, soprattutto grazie al mercato, rastrellare azioni e diventare il primo azionista? Questo risultato gli consentirebbe di contare, di avere prestigio, ma non di comandare. Per imporsi, avrebbe bisogno del consenso dei vari potentati. Però, curiosamente, non ha neanche proposto un progetto industriale. È un segno di debolezza, di noncuranza o, al contrario, di sicurezza? Laura Cioli, amministratore delegato di Rcs, sta operando benissimo: quale interesse avrebbero il mercato frammentato e i grandi azionisti a svendere le proprie azioni mentre si profila una prospettiva di risanamento?
LE PIÙ BELLE DEL REAME / MONDARDINI E CIOLI
Girovagando alla ricerca di opinioni e indiscrezioni su Rcs, da alcuni miei interlocutori è venuto fuori un laterale motivo di attenzione: alla guida dei primi due colossi editoriali, nella carta stampata, il gruppo L’Espresso / La Repubblica e Rcs, ci sono due donne agguerrite e ricche di qualità. Chi è la più bella del reame? Mondardini o Cioli, col nastro rosa? Lo scopriremo vivendo e, citando il grandissimo Lucio Battisti, certo è che gli azionisti di tutti e due i gruppi non “hanno sbagliato né la spesa né la sposa”.
Però in cauda venenum, secondo il mio carattere impertinente, diciamolo… Qualcuno mi ha detto: la Mondardini è una generalessa asburgica, la Cioli è l’affabile manager sorridente, di stile angloamericano, che ti dà subito del tu. Di fronte ai miei complimenti per la definizione, quel qualcuno ha aggiunto: “Attenzione, però! Con due modi diversi, sono ugualmente brave nel mettertelo in quel posto…”.
SCOTT JOVANE, DI NUOVO IN PRIMA LINEA
Parlando del Corriere, mi è tornato in mente il precedente amministratore delegato, Scott Jovane. Uno che deve avere carattere, nel senso che spacca i commenti: molto critici o molto elogiativi. Quando l’ho incontrato, mi ha fatto un’ottima impressione. Non saprei dire se abbiano ragione quelli che gli attribuiscono gran parte delle responsabilità per il pesante deficit di Rcs. A me, più che altro, sembrò estraneo ai riti, ai costumi e alle scostumate trappole del mondo editoriale. In un’intervista a “Report”, non fece certo una bella figura. Però a Microsoft aveva svolto un ottimo lavoro. Ora è alla guida di Banzai, proprietà di Ainio, che fece un colpo della madonna con la quotazione di Seat. Si dice che Banzai possa essere acquisito dalla Mondadori.
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PALLOTTA, COMIN, LO STADIO DELLA ROMA
Gianluca Comin, che ha lasciato l’Enel ed è riuscito a imporre una sua brillate società di comunicazione, tra i suoi assistiti ha acquisito Pallotta, l’Americano proprietario della Roma, che a me sembra interessato soprattutto alle concessioni per la costruzione di un nuovo stadio (tutti ne parlano, pochi ne sanno). Ebbene, io ho due certezze: la prima, che a mister Pallotta non permetteranno mai di farlo, questo utopistico stadio. Ma ora questa certezza traballa di fronte a un’altra sicurezza: se esiste al mondo un cervello, un professionista capace di guidare l’Americano negli impervi sentieri dell’amministrazione e della politica romane, questo è Comin! Vi aggiornerò (mi piacerebbe dare un’occhiata al progetto), la società di Comin ha vinto una gara, non so se tutti siano consapevoli che si tratta di un affaire di Palazzo e che le idee non sono prioritarie. Da vedere, anche, cosa riterrà giusto il nuovo sindaco di Roma.
CLASSIFICHE / 1. AGENZIE DI COMUNICAZIONE E LOBBY
Un argomento tira l’altro, come le ciliegie che stanno per maturare. Quali sono le più importanti agenzie di comunicazione? Proviamo a stendere una classifica: al primo posto Barabino, al secondo Auro Palomba, seguono due signore, Giuliana Paoletti e Elisabetta Neuhoff. Al quinto, rieccolo, posizionerei Comin.
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CLASSIFICHE / 2. GIORNALISTI IN SPOLVERO…
E una classifica sui giornalisti? Anni fa, per Panorama, le facevo: ne ricordo una memorabile compilata da Vittorio Feltri, la rintraccerò. Oggi, tutti sono diventati più prudenti e accettano di esporsi, ma solo off records. Ecco i primi cinque nomi, suggeriti da un amico e consulente, considerati quelli attualmente più affidabili e brillanti. Svetta la giovane giornalista del Foglio, Annalisa Chirico. Poi Aldo Cazzullo, e come poteva mancare? L’inchiestista Goffredo Buccini. Claudio Tito, capo politico di Repubblica. E Claudio Gatti, firma severa del Sole 24 Ore.
PICCOLI PIACERI / “CORNER”, NEL QUARTIERE PARIOLI
Qualche amica snob mi rimprovera spesso di citare osterie alla buona, dove comunque si mangia benissimo, si spende poco, si è trattati in confidenza. Ho celebrato più di una volta “Il Grottino del laziale”, uno dei più antichi locali di Roma – il fondatore nascondeva nelle cantine i partigiani inseguiti dai nazisti –, e il buon Enrico, super laziale è stretto in una morsa tra la mamma e la figlia, romaniste. La mia carissima Marisela Federici mi ha promesso tante volte di accettare un invito al Grottino, ma non lo ha fatto e non lo farà mai, del resto io stesso sono preoccupato al pensiero che i suoi vestiti di alta moda possano ungersi per qualche futile problema. D’ora in poi, cari amici snob con la puzzetta sotto il naso, sappiate che anche Enrico Bondi, uno dei più grandi manager di questa terra, adorava, come me, frequentare le popolari osterie.
Dopo questa presuntuosa premessa, vi segnalerò per il vostro week end non certo un’osteria, ma un ottimo ristorante che piace alle mie figlie: “Corner”, appena aperto, attiguo a Viale Parioli, gestito da giovanissimi, bravi in cucina (filetto di carne eccellente) come nell’accoglienza per i clienti. Testimonial potrebbero essere Max Tortora e Massimo Boldi, che sono andati a pranzo da “Corner” e hanno prenotato, soddisfatti, e ci sono tornati la stessa sera.
RISUM TENEATIS… IL FILOSOFO VIALLI
Ma sarà possibile seguire, su Sky, l’ex campione di calcio nel programma “Codice rosso”, senza sorrisi e senza sghignazzi? Provateci. Vialli, che fu un discreto goleador, non è più un semplice opinionista come tanti, no: lo hanno trascinato a esibirsi come sociologo, filosofo, fustigatore di costumi, sempre con atteggiamenti ispirati, e chi più ne ha più ne metta. Caro Vialli, mi dia retta: si guardi dagli amici, eviti queste trappole. Si limiti a fare ciò che sa e che può. Non è poco.
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cesare@lamescolanza.com
06.05.2016