“La parola endorsement è una parola della lingua inglese. Nella lingua inglese endorsement significava originariamente, nel linguaggio bancario, girata, firma a tergo. E da qui si è passati poi al significato di approvazione, adesione, sostegno. Questa parola inglese ha trovato un certo accoglimento nella lingua italiana e, in origine, però solo nel linguaggio bancario e in seguito anche nel linguaggio usato dalle compagnie aeree. In questo caso, endorsement ha significato, ha indicato l’autorizzazione da parte delle compagnie aeree a utilizzare un biglietto di una compagnia aerea in luogo, in sostituzione, di un biglietto rilasciato da un’altra compagnia. A questi primi significati, anche nella lingua italiana, se ne è aggiunto, a partire dal 2012, uno nuovo che è diventato di particolare attualità soprattutto nel linguaggio politico, e in modo particolare in tempo di elezioni. Il termine endorsement, infatti, è stato usato nel linguaggio giornalistico per indicare il sostegno, l’appoggio a un candidato o a un partito politico. A proposito di endorsement, si potrebbe aggiungere che è una parola della quale la lingua italiana potrebbe fare tranquillamente a meno. Abbiamo, infatti, tante altre parole utilizzabili: adesione, approvazione, sostegno, schieramento, aiuto, moltissime parole tutte italiane. Solo il tempo ci potrà dire se endorsement, che comincia a essere registrata in molti dizionari della nostra lingua, continuerà a essere utilizzata in ambito giornalistico o se sarà, come sarebbe meglio, sostituita da parole tutte italiane” (da www.treccani.it).
ATTUALIZZANDO… DA BENIGNI A TOTTI, LA LIBERTÁ DI SCHIERARSI
Si fa presto a dire, come faccio io da molti anni, di considerarsi un liberale assoluto. In realtà, si scoprono confini complicati, intrecci di diritti, sovrapposizioni. Ci sono stati, negli ultimi giorni, due episodi che hanno suscitato scalpore. Roberto Benigni, sostenitore da sempre (non è il solo) che la nostra Costituzione sia “la più bella del mondo”, inaspettatamente ha rilasciato un’intervista (bruttina) a Ezio Mauro per “La Repubblica”, dichiarando che gli articoli siano modificabili, come previsto dalla stessa, non più sacra, carta varata dai padri della patria repubblicana. Dopodiché, su Raiuno, è andato in onda un curioso pasticciaccio: la replica di una magnifica performance di Benigni – artista di eccezionali qualità – in cui veniva esaltata la più bella del mondo, preceduta però da un aggiornamento in cui Roberto sosteneva la necessità e il diritto di cambiamenti (“un paradiso da cui non si possa uscire diventa un inferno”).
Francesco Totti, dopo il primo voto per le elezioni del sindaco di Roma, davanti al ballottaggio tra Virginia Raggi e Roberto Giachetti, ha detto che darà il suo voto al rappresentante del pd perché, da sportivo, considera positivamente la sua dichiarazione a favore della realizzazione delle Olimpiadi nel 2024 a Roma. Il suo endorsement è stato ripreso da telegiornali, giornali e web con clamore, come notizia di grande interesse.
Cominciamo col dire, chiaro e forte, che Benigni, Totti, come chiunque altro personaggio famoso o sconosciuto che sia, ha il diritto di esprimere come voglia il suo parere. Imbarazzante, anzi spiacevole, la scelta della Rai di proporre il nuovo exploit di Benigni: di fatto ha assunto la valenza di un pesante, imponente pronunciamento a favore del sì chiesto da Renzi sul referendum, senza un bilanciamento, senza rispetto verso coloro che optano per il no.
DIRITTO DI SOSTEGNO, MA ANCHE DIRITTO DI COMMENTO
Premesso dunque che tutti debbano avere la libertà di schierarsi (e cambiare opinione) come preferiscano, il liberale assoluto esige che tutti abbiano anche il diritto di obiettare, approvare, contestare come vogliano. Su Benigni e Totti – che per me sono, come si dice grossolanamente, veramente due mitiche figure, penso che abbiano scelto momenti inopportuni per esprimersi; era prevedibile che le loro prese di posizioni fossero strumentalizzate, benedette o maledette. Per Totti mi dispiace perché – sempre sobrio e riservato com’è – è caduto nella retorica dell’entusiasmo per le Olimpiadi. Ho espresso molte volte la mia opinione qui. La candidatura italiana è una montatura astuta, a beneficio di chi è salito su un velleitario carrozzone che non ci porterà da nessuna parte. Le autorità sportive internazionali non l’autorizzeranno, questa è una cruda, oggettiva, imparziale previsione. Di più: l’organizzazione è stata affidata a personaggi che hanno dato pessime prove per Italia ’90 (mondiale di calcio) e altri eventi. Di più: se per miracolo le Olimpiadi ci fossero concesse, sarebbe un disastro per la nostra traballante economia – come è successo per la Grecia anni fa. E non voglio neanche pensare al rischio corruzione, traffici illeciti, eccetera, che è una costante devastante nella tradizione italiana per analoghe colossali esperienze.
Bene ha fatto Virginia Raggi a dire pubblicamente che ci sono ben altri problemi, urgenti e di pubblico e generale interesse, da affrontare, prioritariamente.
MADAMIN, IL CATALOGO È QUESTO / ENTRANO APPENDINO, MELONI E RAGGI
Mi viene richiesto di pubblicare l’elenco delle donne più meritevoli e importanti in Italia. Eccolo: i nuovi ingressi sono di tre candidate alle ultime elezioni amministrative.
Una vincente a Roma, l’altra seconda a Torino, la terza sconfitta a Roma. Le nostre valutazioni non dipendono dai momentanei successi o insuccessi, ma dalle
qualità strutturali.
– Paola Regeni, mamma di Giulio Regeni.
– Pina Amarelli. La regina dell’azienda calabrese di liquirizia.
– Chiara Appendino, candidata 5 Stelle alle amministrative a Torino, possibile prossimo sindaco della città.
– Andreana Bassanetti, psicoterapeuta, dopo aver perso la figlia ventenne, ha fondato Figli in Cielo, associazione laica che sostiene tutti i genitori che vivono la tragedia della perdita di un figlio perché altri non soffrano come ha sofferto lei.
– Bianca Berlinguer. Figlia del mitico Enrico? Certo. Ma bravissima di suo, autorevole e rigorosa, alla guida del Tg3.
– Marina Berlusconi. Leader della Mondadori, combattiva, esemplare nel sostegno e nella difesa del papà, di cui è possibile successora.
– Laura Biagiotti, regina della moda.
– Ilda Boccassini. Quando sprizzano scintille nella Procura di Milano, “la rossa” c’è: intransigente (non solo) verso Berlusconi.
– Emma Bonino, non poteva certo mancare tra i nomi delle donne eccellenti.
– Paola Bonzi ha fondato il Centro Aiuto per la Vita, e da 32 anni si occupa di assistere le donne in procinto di abortire perché cambino idea. Ad oggi ha salvato più di 15 mila bambini dalla morte. “Il mio compito è far nascere una madre, prima che un bimbo”.
– Maite Bulgari, regista e produttrice di film, presidente di Digita Vaticana.
– Tania Cagnotto, tuffatrice emerita.
– Azzurra Caltagirone. Erede di un impero, manager importante e ricca di personalità, ambizioni perfino inferiori rispetto alle sue qualità.
– Gabriela Cardenas, consigliere Airc per il Lazio, ha vissuto tra Torino, Londra, Madrid e Amsterdam e da un anno è appassionata lavoratrice di Engel & Völkers.
– Mara Carfagna. Ex ministro, colonna di Forza Italia, anche lei danneggiata dalla grazia fisica, si è affermata per coerenza e competenza. Un futuro da leader.
– Sandra Carraro, regina dei salotti, superstiti e vitali (le chiedo venia perché non vorrebbe mai essere citata).
– Laura Cioli, meritatamente designata come nuovo amministratore delegato e direttore generale di Rcs.
– Carmela Cipriani – figlia di Arrigo e nipote di Giuseppe (l’inventore del Bellini) – che ha lasciato la professione di avvocato per gestire il celeberrimo Harry’s Bar a Venezia e la locanda di Torcello. Scrive anche ricette per bambini.
– Loretana Cortis, di Poste Italiane, il suo motto potrebbe essere: mi documento, ergo sum. Gli addetti ai lavori nel mondo istituzionale lo sanno bene.
– Claudia Cremonini. Il “Cervello” dell’industria alimentare fondata dal padre, bravissima nelle relazioni esterne.
– Samantha Cristoforetti, la nostra astronauta.
– Maria De Filippi. Decollata grazie all’intuito di Maurizio Costanzo, oggi è number one in televisione: ha inventato il neorealismo televisivo.
– Francesca Dego, nata a Lecco il 17 marzo 1989: violinista di talento irresistibile. Ha cominciato a studiare a quattro anni. Appartiene ad una famiglia sterminata dal nazismo. Quarantasei suoi parenti non tornarono da Auschwitz, dov’erano stati deportati.
– Elena Di Giovanni, brillante comunicatrice di grande esperienza (già direttore della Biennale di Bernabè) e partner di Comin&Partners.
– Costanza Esclapon. Ex Dirigente Rai, in qualsiasi società e incarico apprezzata e qualificata per imparzialità e aziendalismo.
– Nicole Fedele, nata a Tolmezzo (provincia di Udine), che ha battuto il record del mondo in parapendio percorrendo 401 km in circa 9,5 ore, mantenendo una media di 45 Km/h.
– Marisela Federici, regina dei salotti, superstiti e vitali (con qualche dubbio: perché le ho chiesto tante volte di staccarsi dalla sua celebre e sofisticata tavola sull’Appia per tenermi compagnia in una osteria ben scelta, per una semplice amatriciana o un gustoso cacio e pepe).
– Inge Feltrinelli, leader intramontabile della casa editrice che fu di Gian Giacomo e inesauribile animatrice di interessi culturali.
– Edwige Fenech. Le è scivolata addosso l’insidiosa fama dei film porno soft, si è affermata come imprenditrice e produttrice. E accetta le insidie dell’età per la sua leggendaria bellezza.
– Milena Gabanelli. “Report” è il programma più pungente e temuto della Rai. Candidata alla Presidenza della Repubblica, ha rifiutato.
– Laura Galletti vive della bontà degli altri, ma senza chiedere l’elemosina o scivolare nel degrado. Convinta che il denaro possa solo soddisfare i bisogni precari dell’uomo, il suo unico compagno di viaggio in questa Terra è Dio.
– Gioia Ghezzi. Al vertice delle Ferrovie dello Stato come nuovo presidente.
– Maria Patrizia Grieco. Presidente dell’Enel, personalità autonoma (sul canone da mettere in bolletta, non si fa dettare le regole). Una sua famosa battuta: “Il potere non è buono né cattivo”.
– Marina Grossi Guarguaglini. Ingegnere, fin dagli anni in cui ingegneri erano per lo più i maschi. Tosta, determinata e di mente indipendente.
– Lilli Gruber. Nella foresta di La 7 tiene alto il livello dell’emittente, dimostrando che in tivù si può ragionare anziché urlare.
– Josefa Idem, canoista che ha partecipato a otto Olimpiadi, 43 medaglie, ex ministra nel governo di Enrico Letta.
– Giulia Innocenzi, anche se può sembrare acerba di fronte ai nostri tre criteri di valutazione: emergente conduttrice – la più promettente, nel mondo televisivo – a La 7.
– Simona Izzo, una gran signora della televisione.
– Fiammetta Jori. Ho l’abitudine di citare Fiammetta indicandola come il mio premio Nobel personale: è una poetessa indubbiamente un po’ snob, ma illuminata e coinvolgente.
– Maria Latella. Cura su Sky un talk show equilibrato politicamente, ambito dai soliti noti, chiuso a ignoti e figuranti.
– Francesca Lavazza. La principessa del caffè.
– Monica Maggioni. Ex inviata straordinaria sui fronti di guerra e Paesi impervi, presidente della Rai con volontà di esercitare un ruolo non convenzionale.
– Paola Maione, apprezzata psicologa romana.
– Emma Marcegaglia, ex presidente di Confindustria e presidente Eni, schiena dritta, colonna dell’azienda di famiglia.
– Marta Marzotto. Se la libertà di mente e la capacità di andare controcorrente hanno ancora un significato, lei sarebbe la first lady.
– Giorgia Meloni, sconfitta alle elezioni amministrative a Roma.
– Costanza Miriano, autrice dei tanto discussi Sposati e sii sottomessa e Sposala e muori per lei. Quello che più infastidisce dei suoi libri è la celebrazione di un tipo di impegno per la vita con la persona che si ama, qualcosa che al giorno d’oggi non va più di moda.
– Monica Mondardini, amministratore delegato del gruppo L’Espresso – La Repubblica. Innata qualità dirigenziale, in continua ascesa.
– Letizia Moratti. Curriculum impressionante: già ministro, sindaco di Milano, presidente di aziende e in Rai… la mia Thatcher personale. Rigorosa: non fa un favore a nessuno. Pregio o difetto?
– Alessandra Moretti. Ha dato, nel Pd, una rara dimostrazione di disciplina e coerenza. In prospettiva, un ruolo da ministro?
– Claudia Mori, importante produttrice, sempre al fianco come moglie devota e intelligente di Adriano Celentano.
– Roberta Neri, amministratore delegato che deve portare Enav in Borsa, lady di ferro.
– Rossella Orlandi. Direttore generale di Equitalia, e tanto basta.
– Barbara Palombelli. Star televisiva, mantiene un ruolo centrale (e trasversale) nelle relazioni che contano, d’ogni tipo.
– Lina Passalacqua è una pittrice, l’ultima futurista. È anche un’ottima cuoca, ieri è riuscita a farmi gustare una pasta alle rape, che normalmente detesto.
– Gloria Pellizzo è un medico fuori dal comune. In Italia conduce un progetto di ricerca sulla chirurgia fetale estremamente innovativo con l’obiettivo di correggere quegli stessi gravi difetti congeniti del feto che spingono altri medici a consigliare l’aborto.
– Flavia Pennetta, la tennista che ha vinto gli Open di New York e subito dopo ha annunciato il suo ritiro dall’attività agonistica.
– Lea Pericoli, indimenticabile regina del tennis. Lea, oggi più che ottantenne, fu la numero uno in Italia per 14 anni: famosa per la sua eleganza, i suoi abiti sono esposti al Victoria & Albert Museum di Londra.
– Abramina Pirlo è una circense, ha assistito il figlio in coma su un camper in giro per l’Italia per 19 anni disponendo della sola pensione del ragazzo e dell’assegno di accompagnamento. Un amore infinito e immutato nel tempo.
– Livia Pomodoro. Magistrato super partes, indicata come possibile candidata al Quirinale prima dell’elezione di Mattarella.
– Miuccia Prada, regina della moda.
– Norma Rangeri, direttore de “Il Manifesto”.
– Virginia Raggi, candidata 5 Stelle alle amministrative a Roma, possibile prossimo sindaco della città.
– Sabina Ratti Profumo. Social responsability in Eni, super preparata, studiosa meticolosa e puntigliosa.
– Lucrezia Reichlin. Economista, editorialista di “Il Corriere della Sera”. Il suo nome fu sussurrato anche per il Quirinale.
– Agnese Renzi, la consorte del premier, che ha dimostrato di saper interpretare il suo ruolo con misura e dignitosa intelligenza.
– Marina Ripa di Meana. Non ha alcun ruolo istituzionale o professionale, ma è consultata da tutti, su qualsiasi argomento. Qualcosa vuol dire…
– Caterina Ronco, una gran donna che ha sopportato un marito ingombrante e spesso assente, Aldo Repetto, carissimo collega stimato da tutti. Ha allevato al meglio un figlio che ora fa parte di una grande agenzia americana di pubblicità. È il riconoscimento per una donna – simbolo di tante signore sconosciute, che lavorano nell’ombra.
– Maria Teresa Salaorni Turazza ha perso due figli, entrambi poliziotti, mentre svolgevano il loro dovere per le strade di Verona. “I miei figli non sono mai stati di mia proprietà. Li ho sempre lasciati liberi di respirare”. Se non è questo il vero amore.
– Francesca Sanzone, 36 anni, scelta dal dg Michele Uva come vice direttore generale della Federazione calcio: conosce sei lingue, tutti la definiscono integerrima, preparata e determinata.
– Valentina Scialfa, assessore alla scuola nel Comune di Catania, è bella quanto intelligente.
– Liliana Segre è una sopravvissuta di Auschwitz. Fu deportata insieme al padre, è tornata solo lei. In onore degli insegnamenti del padre oggi è sicura di non provare alcun odio. Questa è per lei la vera libertà.
– Rosella Sensi, ex presidente di una grandissima Roma e poi, a lungo, manager di congiunzione tra Lega Dilettanti e FIGC per la valorizzazione e lo sviluppo del calcio femminile. L’apprezzo da sempre.
– Isabella Seragnoli, grandiosa imprenditrice.
– Paola Severino. Prof. alla Luiss, importante studio legale, prima donna ministro della Giustizia in Italia. Autrice di una legge strattonata da ogni parte politica, secondo interessi e convenienze.
– Luisa Todini. Presidente di Poste, ex cda Rai, importante azienda di famiglia. Fascinosa, con inesorabile spirito manageriale.
– Catia Tomasetti. Presidente di Acea, candidata leader alla Camera di Commercio di Roma, esperta in finanza di progetto, legale di livello internazionale.
– Cesira Ton, espulsa dalle Mauritius, dove lavorava, per lo scadere del visto, dal 1999 vive all’interno dell’aeroporto di Malpensa, ormai la sua casa a tutti gli effetti. È ancora in attesa del rinnovo del visto.
– Irene Vella ha donato un rene al marito, affitto da nefropatia. Un atto di generosità a patto che si rimanga insieme. Nel malaugurato caso di separazione rivorrebbe l’organo indietro.
– Donatella Versace. Proprietaria della casa di moda, nella tradizione e nello stile del fratello fondatore.
– Roberta Vinci, l’indomita rivale di Flavia Pennetta.
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08.06.2016