OGGI VI DICO CHE… EMPATIA E IMMEDESIMAZIONE

“L’empatia deve avere inizio con la consapevolezza di sé, cioè con la nostra realtà interna e con il ricordo delle nostre esperienze”. (Nathaniel Branden, “L’arte di vivere consapevolmente”, 1997)
“Empatia significa comprendere immedesimandosi nell’altro e dedicandosi a lui con calore”. (Anselm Grün, “L’accompagnamento spirituale”, 2005)

ATTUALIZZANDO… L’IMPORTANZA DEL TARTUFO

tartufo-ma-fin-dallantica-grecia-1Dopo tanto tempo che scrivo questa rubrica, una cosa è certa. Se mi occupo di politica, di economia e anche di cronaca e di attualità, ricevo alcuni riscontri, quasi sempre interessanti. Ma se scrivo di ciò che io definisco “piccoli piaceri”, il godimento dei tartufi nelle Langhe, per parlare di un piacere recente, o la segnalazione di ristoranti e di delizie della cucina, i riscontri sono assai più numerosi, ricchi di consigli e di racconti di esperienze personali.
Il record c’è stato dopo quanto ho scritto di un giorno vissuto a Genova (la mia città adottiva), due giorni fa. Innumerevoli, diciamo così, telefonate, mail, sms… Emilia, la mia fascinosa amica, addirittura ha detto che i miei ricordi erano “petali”. Un amico, nel settore delle relazioni esterne, mi ha parlato della “sua” Genova, con esperienze simili alle mie: la fuga da casa da adolescente, in primo luogo; l’ufficio del papà all’Ansaldo, il primo lavoro in Piccapietre, gli aperitivi a base di barbera da Giavotto sotto i portici; i vicoli, Castelletto con il suo primo grande amore e Carignano, nonché l’immancabile passaggio all’osteria “Vico Palla”.
La mia amica Luisa ha risposto alle mie ironie sulla sua cucina, impegnandosi a seguire una scuola di gastronomia, Gianin Bonelli ha promesso salumi e funghi. E Luca Josi, sempre misurato nei complimenti, ha elogiato le mie nostalgie di Genova. E tanti altri messaggi, perfino un sorriso da Enrica Bonaccorti e Stefano Mignanego che mi dà i riferimenti della Genova più recente, che non conosco perché l’ho abbandonata… Come si spiega, uscendo dalla piacevolezza e dalla tenerezza dei ricordi, tutto questo? Con l’immedesimazione, direi. Su politica, economia, attualità esprimiamo opinioni. Sulla gastronomia e sui luoghi del piacere (ancora mi arrivano progetti per nuove incursioni nelle Langhe, per cenette con i tartufi), nonché sulle città amate nella nostra vita, l’empatia fa esplodere ciò che resta nella memoria delle nostre esperienze personali, ci identifichiamo nei vari racconti, vorremmo rivivere e ritrovare indimenticabili sapori (“sapore di sale, sapore di mare…”, tanto per restare a Genova con un altro cantautore, dio della musica, come Gino Paoli).

PICCOLI PIACERI / 1. DA LUCA A VALSUGANA…

osteria-via-valsuganaApprofitto del venerdì, festeggiato come ultimo giorno di lavoro in ufficio, per insistere su frivolezze e piacevolezze. Vado a pranzo con un caro amico, Andrea Cornelli, non in Valsugana, ma a Roma, in Via Valsugana 48, “Da Francesco”. Non è il papa, ma certamente questo popolare Francesco è un illuminato pontefice della buona cucina, insuperabile per quanto riguarda il pesce: crudo e cotto, di giornata, mai surgelato. Mi tolgo la curiosità di conoscere la simpatica chef, Clara che, alternandosi con Marco, esprime e rinnova la sua sapienza ai fornelli: le sue specialità sono una carbonara di mare e gli spaghetti allo scorfano. Vi segnalo l’indirizzo e non temo smentite, sia per l’accoglienza, sia per la qualità e aggiungerei anche per la cordialità, senza pretese e futilità. L’essenziale, per noi bon vivant, è star bene e mangiar meglio, o viceversa.
Mentre pranziamo, Andrea mi parla di un ristorante di Lucca, “Da Giulio”, insigne per la cucina toscana: ribollita, pappa al pomodoro, trippa… In assoluta fiducia, vi segnalo anche questo locale, aggiungendo che non vedo l’ora di papparmi un salame, che Andrea mi ha portato in regalo e proviene dalla sua cascina a Rivolta d’Adda.

PICCOLI PIACERI / 2. ANCHE SPIRITUALI…

natale-bresciaI piccoli piaceri sono anche spirituali. Vi ho già parlato di Renata Mucci, una mia amica di Brescia, con la quale mantengo una corrispondenza da anni, ma non ci siamo mai incontrati. Le ho promesso una mia visita prima di Natale, a patto di essere certi, tutti e due, di non incrinare l’incantesimo della relazione epistolare. E lei, ottuagenaria ma sensibile e femminile come un’adolescente, mi ha scritto per dirmi che non correremo alcun rischio. A presto, dunque. E poi per la vigilia di Natale ho in mente altri progetti, di cui vi parlerò. Sono graditi consigli, idee, indirizzi, progetti… Voglio andare a fare qualcosa di utile anche nelle zone del terremoto. Ma questo non è un piccolo piacere, è un grande dovere, uno di quelli che dà senso alla vita.

cesare@lamescolanza.com
04.11.2016