“Della Valle su Rcs Media Group: non vendo, sono pronto a crescere” (“Il Corriere della Sera”, 21 aprile 2016).
ATTUALIZZANDO… L’AGGROVIGLIATA PARTITA PER “IL CORRIERE DELLA SERA”
Tra le tante cronache, più o meno simili, ho citato il Corrierone perché ha l’obbligo istituzionale più che mai, in questo caso, di informare il pubblico con oggettività (essendo parte in causa). Dunque: Della Valle, attualmente il primo azionista di Rcs, considera inadeguato il prezzo offerto da Cairo per la sua Opa, ma spende buone parole per l’a.d. Laura Cioli, il suo progetto di risanamento, e il Cda. Sappiamo che i dixit e anche i dictat di Della Valle sono discontinui e contraddittori: più di una volta ho scritto che mi illuse, quando in tv fece “sparate”, che mi parvero persuasive, contro il Sistema. Ho stima di Cairo, è un editore puro, nel senso che non ha altri interessi, se escludiamo il Torino, al di fuori dell’editoria: resta da capire tuttavia, conoscendo la sua prudenza, chi possa sostenerlo al di là del grande vecchio Bazoli. Ho grande stima di Tronchetti Provera, quindi apprezzo la sua posizione dichiarata: sta dalla parte dell’azienda.
La partita in corso, sostanzialmente protesa come sempre al controllo del Corriere, è aggrovigliata e probabilmente sarà lunga. Intanto, molto apprezzabile il lavoro del direttore Luciano Fontana, da eccellente tecnico ha reso interessanti, per grafica argomentazioni e contenuti, tutte le pagine del Corriere, non solo la prima.
DA LILLI, SCARONI E CORSICO PARLANO DI LOBBY
A “Otto e mezzo”, su La7, Lilli Gruber si conferma come la conduttrice più elegante e incisiva, senza chiasso. Ieri si parlava di lobby. C’era Scaroni, ex Eni, in gran forma, disinvolto, senza esitazioni. La notizia si è avuta quando ha detto che si sente spesso con il premier Renzi. Un particolare sorprendente dal momento che è stato proprio Renzi a esonerarlo dal suo prestigioso incarico. Mi ha colpito lo stile con cui Scaroni si esprimeva, a differenza di qualche occasione del passato, con mente libera, sicurezza di sé senza sottotraccia di preoccupazioni e perplessità. C’era anche Fabio Corsico, che siede su poltrone importanti in vari consigli di amministrazioni, ma soprattutto è il portavoce accreditato e importante di Caltagirone. Lilli gli ha rivolto la domanda più imbarazzante che si possa fare a un comunicatore: che cosa pensa dell’argomento di cui si parla, secondo le sue consapevolezze. (L’imbarazzo, per i comunicatori, è il rischio di esprimersi con parole non allineate o non gradite dai loro rispettivi big). Corsico, abitualmente un affabulatore che incanta l’uditorio, ha buttato la palla in calcio d’angolo con sincerità: “È una domanda che innanzitutto bisognerebbe rivolgere all’ingegnere Caltagirone”, ha risposto, più o meno. Difficile pensare però che il potentissimo Caltagirone e il suo abilissimo comunicatore non abbiano stabilito una linea da rendere pubblica.
Quanto alla mia opinione, se interessa, e certo non ho alcun big a cui fare riferimento, penso che solo in Italia la “lobby” abbia assunto negli anni un significato mellifluo (che secondo il dizionario significa dolce, nel senso che deriva dal miele, e invece è utilizzato come viscido, ambiguo). Anche perché i lobbisti hanno usato, troppo spesso, pratiche tortuose e scorrette. In realtà, quello della lobby è un importante e nobile mestiere, se praticato secondo regole, ovvero con intelligenza, nel rispetto delle leggi.
RAI / CON VERDELLI, MERLO E CORRIAS BALZO DI QUALITÁ
Mi dicono e leggo che in Rai Carlo Verdelli ha incontrato difficoltà in Cda al momento di designare come suoi stretti collaboratori Francesco Merlo e Pino Corrias. Dannazione, i poteri forti e oscuri che si muovono intorno al Cavallo non cessano di stupirmi. La mia visione è questa: Antonio Campo Dall’Orto, che ha pieni poteri, sta facendo – a giudizio di molti – un casino pazzesco, è indeciso su tutto, assumendo professionisti esterni, mortificando gli interni, senza dare indirizzi precisi per i contenuti dei programmi. Anche Verdelli e Merlo (e Antonelli, assunto per il web, non lo conosco) sono esterni.
Però, però! Verdelli è un grande giornalista, è un direttore, è indipendente, è un organizzatore. E Merlo è un opinionista colto, uno da leggere sempre, anche se (qualche volta) non concordi con lui. i due, insieme con Corrias – scelto all’interno – sono da sostenere per due motivi: il primo è che cercheranno di governare, e hanno ottime risorse per riuscirvi, il tormentato territorio dell’informazione, dove ad ogni passo trovi mine antiuomo pronte ad esplodere. Il secondo motivo, che mi piace anche di più, è che con questo terzetto si fa un salto di qualità straordinario sul piano della cultura e, scommetterei, su quello di una sua divulgativa applicazione, a tutti i livelli.
Non li frequento questi tre prestigiosi giornalisti, non vado a far merenda con loro. Disinteressatamente, confido in un ottimo lavoro da parte di tutti e tre, puntando su un criterio di valutazione disperso in Italia e trascurato in Rai: il merito.
MINIMALISMI, MA NON TROPPO / HILLARY, PRESTA, TECHNOGYM
Più che minimalismi, sono punti interrogativi e, come sempre, vi dirò la mia. Negli Stati Uniti ormai la competizione per la Casa Bianca è tra Hillary Clinton e Donald Trump. Chi si affermerà? Faccio il tifo per Hillary, non solo per cavalleria: mi sembra che abbia le palle (diciamo, spina dorsale forte) e sia anche equilibrata. Mi impressionò il suo comportamento uxorio e istituzionale all’epoca scandalosa dei giochetti “sessuali, ma impropri” del marito Bill e Monica Lewinsky. Mi sembra una tipa che pensa prima di agire. Al contrario Trump mi sembra che agisca prima di pensare (o anche, sarebbe peggio, parla dopo aver pensato). Al momento, spero che non gli sia dia la possibilità di agire, come capo del Paese tuttora più potente del mondo. /
Il mio amico Lucio Presta si candida a sindaco nella sua e mia Cosenza. Mi auguro che sia eletto, notate il “mi” anziché “gli”. Il suo è un progetto romantico: rischia di procurargli sangue e sudore, Cosenza ne ricaverebbe grandi vantaggi, lui no – se non la soddisfazione di aver fatto molto per il bene della città. Adoro Cosenza e la via Rivocati, dove sono nato, esattamente al numero civico 108! Ma se i cosentini non daranno fiducia a questo regalo del destino, medito di dimettermi dalla mia città di nascita: del resto sono genovese di adozione, romano per amore, milanese per educazione e molto altro ancora. Cittadino del mondo. Come Lucio, ma lui è più tosto e generoso di me, e ha scelto di battersi per la città che ama, sovrapponendola a ogni altro suo interesse (e ne avrebbe tanti). /
Leggo che Technogym, guidata e imposta dall’imprenditore Nerio Alessandri, si accinge ad entrare in Borsa. Che è sempre la laurea, la consacrazione, di aziende emergenti e in espansione. Da quel che capisco, il successo di Technogym è fondato anche, se non soprattutto, sulla comunicazione. Ma qualche lacuna di informazione, che è cosa diversa dalla comunicazione, c’è e suscita perplessità in osservatori più attenti di me. In conclusione: se Alessandri ce la farà, tanto di cappello; se non dovesse farcela, da maestro di comunicazione e di immagine, prima o poi metterà a posto le lacune e ce la farà ugualmente, come merita.
TOTTI! NON INFIERISCO SU SPALLETTI…
Totti è uscito da tempo dalle cronache, è entrato nella leggenda, da ieri sera – senza enfasi – possiamo annoverarlo nella mitologia. Non voglio infierire sul presuntuoso e puntiglioso allenatore. Mi limito a un paio di riflessioni: 1. Totti ha salvato la Roma nella partita con il Bologna, poi con l’Atlanta, ieri con il Torino. Senza i suoi colpi di genio, la Roma non sarebbe riuscita a difendere il terzo posto e l’ingresso in Champions League – che vale, mi dicono, 77 milioni. 2. Nelle tre partite, Spalletti ha concesso dapprima mezzora, poi tredici minuti, ieri solo quattro minuti al campione dei campioni. E Francesco è stato decisivo, sempre. Però, ieri, ha battuto ogni record, non era mai successo che un calciatore – per di più in trasparente polemica con il suo allenatore – sia entrato in campo e abbia segnato due gol in due minuti, portando la propria squadra dalla sconfitta alla vittoria. Devo aggiungere altro? (Forse sì: la penosa sceneggiata di Spalletti a fine gara, con complimenti finti, sorrisi forzati e marce indietro rispetto al fuoriclasse che aveva, senza pudore, mortificato).
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21.04.2016