“Il terrorismo si è trasformato nell’arma sistematica di una guerra che non conosce confini o raramente ha un volto.” (Jacques Chirac)
“Il terrorismo e l’inganno sono le armi non già dei forti, ma dei deboli.” (Mahatma Gandhi)
“Io non conosco nessuno più codardo, servile, spregevole e cieco di un terrorista.” (François René de Chateaubriand)
ATTUALIZZANDO… PER OPPORCI NON FACCIAMO ABBASTANZA
Gli Stati colpiti dal terrorismo (cito Francia, Inghilterra, Germania, ma il problema riguarda anche tanti altri) non fanno, per difendersi, quanto sembra necessario anche a un umile e incompetente osservatore come me. Dopo la strage di Manchester, vorrei proporvi un paio di riflessioni..
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DUE RIFLESSIONI DOPO MANCHESTER…
La prima corrisponde a un dato ormai accertato: questo terrorismo non ha bersagli politici specifici, nel mirino non ci sono protagonisti, partiti, movimenti; non c’è il desiderio di influire sulle elezioni, di favorire o penalizzare qualcuno o qualcosa. L’obiettivo, semplice e crudele, è quello di diffondere il terrore: senza il rispetto di una pur minima etica e sensibilità umana.
Nel massacro di Manchester sono stati assassinati molti ragazzi, bambini innocenti.
MA CHI SONO I TERRORISTI?
Seconda riflessione: gli autori degli attentati sono terroristi e kamikaze residenti, spesso nativi (e apparentemente integrati) nei Paesi dove poi avvengono le stragi. E gli ordigni – come la bomba di Manchester – sono spesso rudimentali, confezionati in casa. Quali sono le mie (ripeto, modeste: da semplice cittadino) opinioni su questa guerra che probabilmente durerà decenni?
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COSA POTREMMO FARE?
Donald Trump ha fatto bene – forse, sottolineo forse, l’evento sara ricordato come una svolta storica – a proporre un’alleanza ai Paesi arabi: sono indispensabili forti patti internazionali, per sconfiggere il terrorismo. Ma le alleanze saranno lente, contraddittorie. Perciò penso che alcuni Stati europei – ripetutamente colpiti – potrebbero e dovrebbero fare di più.
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GLI SLOGAN INGANNEVOLI…
Non mi convincono alcuni slogan ricorrenti: il pericolo è dovunque, il territorio è incontrollabile, impossibile prevedere il gesto folle del “matto” di turno, che uccide e si uccide, per affermare le sue convinzioni religiose. Quei “matti”, quei kamikaze andrebbero individuati pazientemente tra le comunità musulmane, con vigilanza inflessibile, intelligence metodica, costante. Al contrario, troppe volte si è saputo che i terroristi erano stati schedati, incarcerati e rilasciati. E anche a Manchester, purtroppo, è successo questo.
24/05/2017