“L’allenatore rivelazione? Quello che vince”.
(Franco Scoglio)
“Il lavoro dell’allenatore è quello di vendere il suo prodotto, il suo stile, convincendo i giocatori a comprare ciò che lui vende, la sua mentalità, le sue indicazioni”.
(Dan Peterson)
“Io sono il signore tecnico tuo, non avrai altri tecnici all’infuori di me”.
(Gianni Brera)
“Sacchi mi disse che per fare l’allenatore servono quattro cose: occhio, pazienza, memoria e fortuna”.
(Carlo Ancelotti)
“Nel momento in cui l’allenatore perde la propria autorità, la squadra non esiste più; finiscono per gestirla i giocatori, e iniziano i guai”.
(Alex Ferguson)
ATTUALIZZANDO… TOTTI PRESTO SARÀ PRONTO
Francesco Totti è pronto – questa è la mia opinione – sarà ben presto pronto per diventare (con successo) un allenatore.
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RICORDATE QUELL’INTERVISTA?
Totti diventerà dunque un allenatore? La star della Roma lo aveva accennato in un’intervista a Walter Veltroni, per il Corriere dello Sport, molti mesi fa. O più precisamente: con il suo stile sornione, allusivo, Francesco non aveva escluso questa possibilità per il suo futuro. E ora il quotidiano romano ha rilanciato: tra dieci giorni Totti inizierà il corso per il patentino di allenatore: 6 settimane, 144 ore di lezioni. Dopodiché potrà allenare fino alla serie D e squadre giovanili, ad esclusione della Primavera.
AVRÀ IL PERMESSO PER COMINCIARE ALLA GRANDE
È probabile tuttavia che a Totti venga accordato il permesso di allenare subito grandi club, per meriti sportivi, come è già successo a Roberto Mancini. E sono numerosi i grandi campioni diventati allenatori, previa gavetta o no, con successo o meno: Alfredo Di Stefano e Ferenc Puskas tra i primi, Johann Cruyff, Diego Maradona, Zinedine Zidane… E tanti altri.
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EVENTO IMMINENTE?
La mia previsione è che Totti il prossimo anno, o forse anche prima , guiderà una squadra di prima grandezza: mi sembra inevitabile pensare alla Roma, anche in questa stagione, come possibile traghettatore, se Eusebio Di Francesco dovesse provocare delusioni.
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LA RADICE DELLA SCELTA
Penso che la scelta di Totti abbia forti motivazioni psicologiche. Voleva continuare a giocare, questa è la verità! L’ex allenatore romanista Luciano Spalletti e il presidente James Pallotta, di fatto, glielo hanno impedito. Perfidamente il primo, anche scioccamente tutti e due?Totti giocatore avrebbe avuto ancora grandi carte da giocare e sarebbe stato ancora prezioso, per la Roma. Francesco aveva notevoli possibilità con altre squadre, o all’estero. Ma non voleva “tradire” la Roma né allontanarsi dall’Italia, dalla sua città.
DIRIGENTE, SOLUZIONE INSODDISFACENTE
Così Totti ha accettato un ruolo da dirigente. Una soluzione transitoria. Un compromesso. Ma credo che si sia già stufato: burocrazie e attività sedentarie non gli si addicono. Il richiamo del campo è irresistibile. Questo è il punto! Un ruolo da protagonista in scena. Avrebbe fatto bene a imporre il suo desiderio di continuare a giocare. Ma ora fa bene ad orientarsi verso la carriera di allenatore.
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HA TUTTE LE QUALITÀ NECESSARIE
Gli auguro buona fortuna e credo che avrà successo: del calcio sa tutto, ha un eccezionale controllo dei nervi, ha – come ho già detto – un carattere sornione. Sa come muoversi: anche adesso, consentendo un annuncio cauto, sobrio. Come capitano, ha guidato il gruppo per lustri. Gli manca l’esperienza tattica? È furbo: la troverà.
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11/09/2017