Luigi Bisignani l’aveva scritto nel suo libro uscito a febbraio, pagina 45. “Berlusconi sarà costretto a resuscitare Forza Italia con i suoi fedelissimi che, di sicuro, non lo abbandoneranno.. Con l’esplosione dei contrasti nel PD sull’azione del governo, Enrico Letta e Alfano si alleeranno facendo nascere un nuovo soggetto politico..” (Luigi Bisignani intervistato da Alberto di Majo, Il Tempo, 17 novembre 2013)
ALTRE PREVISIONI DELL’UOMO PIU’ POTENTE DI ITALIA
Berlusconi ha definito Bisignani, “l’uomo più potente d’Italia”. In effetti, fa una certa impressione riscoprire che Bisi aveva anticipato, su carta stampata, ciò che succede oggi. Oggi, nell’intervista al quotidiano romano, nuovi giudizi al curaro e nuove previsioni. Su Alfano: “Era un pupillo di De Mita e aveva tradito tutti quelli che lo avevano aiutato, da Miccichè a Dell’Utri. Fino a Berlusconi, che lo aveva trattato come un figlio”. Su Cicchitto: “Deve la sua resurrezione politica a Berlusconi, ma come diceva Andreotti, la gratitudine è il sentimento della vigilia”. Su Formigoni: “E’ diventato presentabile soltanto quando ha cominciato ad attaccare Berlusconi”. Su Quagliariello: “Ha già tradito il Professor Ungari e Marcello Pera”. Tutti traditori? “Un gruppo di congiurati senza voti e senza idee” Su Alfano e il governo: “Un disastro proprio sui temi richiamati da Alfano: immigrazione, economia e politica estera”. Su Saccomanni : “Potrebbe essere sostituito da Lucrezia Reichlin”. Su Berlusconi: “Se Berlusconi decade, sarà costretto a spingere in campo sua figlia, Marina o Barbara. Un Berlusconi sotto il simbolo di Forza Italia deve esserci. E l’attivismo di Barbara contro Galliani, di questi giorni, è sospetto”.
TORMENTONI: SARMI E LE POSTE NON CHIARISCONO ANCORA..
.. come sia potuto succedere che una lettera indirizzata a Papa Francesco, presso la Chiesa di Santa Marta (che il Pontefice frequenta assiduamente), sia stata respinta al mittente con l’incredibile motivazione: destinatario sconosciuto. Ho invitato più volte il vecchio e saggio manager di Poste, Sarmi, e la sua collaboratrice Simona Giorgetti a darci una spiegazione. Finora niente da fare. La signora Giorgetti ha risposto, ma sta ancora cercando di ripercorrere il tracciato del disguido. Che dire? Se invio una lettera al Papa, aggiungendo solo Roma nell’indirizzo, penso che la busta dovrebbe essere recapitata a lui o a qualche suo collaboratore. Non è così. Fioriscono varie fantasie. C’è chi dice che non dovevo scrivere Santa Marta, bensì Sanctae Marthae. C’è chi insinua che avrei dovuto scrivere “presso il Vaticano”, come se Francesco fosse uno studente alloggiato in una camera ammobiliata. Allora ho preso una decina di buste e le ho indirizzate ai più diversi indirizzi, per vedere cosa succederà. E’ una curiosità insostenibile. Vi informerò sui comportamenti dei postini e su eventuali risposte di Sarmi e/o Giorgetti. Ricordo, con un po’ di presunzione, quando negli anni ’50 i miei compagni di ginnasio scrivevano “Cesare Lanza, Paterno Calabro”, dove andai qualche estate in villeggiatura; e la posta mi veniva regolarmente recapitata. Non ditemi che, all’epoca, io fossi più popolare a Paterno Calabro di quanto il Papa non sia nei pressi del Vaticano. Comincerei a fare la ruota come un pavone: bloccatemi in tempo, e scriviamoci tutti qualcosa di carino..
UNA TENEREZZA VERSO LA SIGNORA CANCELLIERI
Intendiamoci bene: la penso come Ezio Mauro, ieri in scena a “Ottoemezzo” con la bella e brava Lilli Gruber.. Non ci sarà reato, non c’è indagine su di lei, ma la Ministra della Giustizia dovrebbe dimettersi, per ragioni di opportunità politica. Forse lo medita da tempo, forse lo farà prima del voto e del dibattito alla Camera. Però, un affettuoso gesto di solidarietà verso Anna Maria
Cancellieri, sinceramente, desidero farlo. Non mi va, come peraltro succede periodicamente e puntualmente nella storia, che il potente di turno – una volta in difficoltà – sia pugnalato o spinto verso la polvere da coloro che lo esaltavano fino ad un minuto prima. Non mi piace il profumo, anzi il cattivo odore di quest’improvviso unanimismo nei confronti di una ministra considerata per lustri come una preziosa servitrice dello Stato. Ecco un caso esemplare: un dirigente di Unipol fino a pochi giorni fa diceva spesso: “Io sono il nipote del Ministro della Giustizia Cancellieri..” Da qualche giorno, a chi glielo ricorda, risponde seccato: “Non l’ho mai conosciuta.”
19-11-2013
cesare@lamescolanza.com