“Infernale invenzione che elimina parte dei vantaggi inerenti alla saggia abitudine di tenere a distanza le persone sgradevoli”. (Ambrose Bierce, find Dizionario del diavolo, Guanda, 1911)
ATTUALIZZANDO…FRANCESCO TESTIMONIAL DEL TELEFONO?
Non vorrei essere blasfemo e neanche irriverente: anche a me piace molto, moltissimo questo Papa, che telefona a chiunque per avviare dialoghi, ringraziare per l’attenzione, rivolgere complimenti.. Uno degli ultimi episodi: Carlo Petrini ha pubblicato un libro, saggiamente (di questi tempi..) lo ha inviato al Papa e, a fine settembre, con stupefazione ha ricevuto una telefonata e all’altro capo del telefono ha sentito la voce inconfondibile di Bergoglio. Ormai, noi tutti nel mondo, siamo candidabili a ricevere una telefonata dal Papa. Ovviamente il Papa non potrà telefonare a tutti, ma noi possiamo provarci. C’è anche chi vince al superenalotto, no? Non avremo soddisfazioni economiche, se saremo fortunati in questa papale lotteria, ma la gratificazione spirituale sarebbe infinitamente più soddisfacente. Non dico, se non riceveremo la telefonata, che dovremo sentirci sfigati, con conseguente crollo della nostra autostima. Ma, perdinci, una possibilità c’è, per tutti.
Premesso tutto ciò, regalo un’idea agli amici della pubblicità, ai creativi di indimenticabili spot. Trovate uno slogan all’altezza, potrebbe essere anche semplicemente “C’è qualcuno al telefono?..”, e, scegliendo la via della delicatezza, senza mostrare immagini di Francesco, riprodurre la sua voce.. “Pronto? Sono il Papa”. Oppure, se ne avete il coraggio, mostrare il Papa intento a parlare al telefono, con uno slogan più rude: “Con Wind (o con Tim, Vodafone, Tre) tariffe più basse e illustri interlocutori al telefono”. Ma non mi fermo qui, visto che ormai l’embolo mi è partito, e mi domando e dico: perché il Papa non accetta, con un contratto certamente miliardario e mondiale, di fare il testimonial di una società telefonica, e poi devolvere il compenso a opere di beneficenza? Al di là del sentimento di vergogna (che condivido come italiano e come inquilino di questo sporco mondo), si potrebbero aiutare le famiglie degli infelici profughi morti ieri nel mare di Lampedusa.
P.s.: Qualcuno mi procura il numero del cellulare di Bergoglio? Dubito fortemente che legga, o che gli facciano leggere, questa modesta riflessione.
L’ITALIA NON E’ UN PAESE PER GIOVANI
Un mio amico psichiatra, Domenico Mazzullo (il sosia di Gandhi, quasi ogni giorno è in tv), mi scrive: “Amico mio, il Papa, il Presidente Napolitano e Scalfari pronunciano le stesse parole e si rincorrono negli ammonimenti. Il secondo e il terzo telefonano meno. Ci sarà una ragione?” Rispondo “Non so, certo l’Italia non è un paese per giovani, lo dico anche io battendomi il petto perché ho settant’anni e sono ancora qui a blaterare i miei superflui pensierini. Quanto alle telefonate, forse il Papa telefona più spesso non solo perché ama questo mezzo di comunicazione, ma perché rappresenta (ancora per molto?) una straordinarietà, sicuramente Francesco conta di più di Napolitano e molto, molto di più di Eugenio Scalfari.
PROFUGHI. L’ORRORE SECONDO AMICONE
Di fronte al dilagante, imbarazzante diluvio di retorica, nei commenti che si registrano per la strage di 300 profughi che sognavano di raggiungere la costa italiana, apprezzo molto questa riflessione di Luigi Amicone, direttore di Tempi: “Non si può fare letteratura sul dolore, senza fare qualcosa per fermare il dolore, le cause di questo dolore ricorrente..” Verissimo: sono lustri che queste tragedie si verificano, niente o quasi, è stato fatto per risolvere il problema. Temo che anche questa volta, nonostante il numero delle vittime sia agghiacciante, la commozione e l’emozione e, caro Amicone, diciamo la retorica, spariranno il giorno dopo i funerali. Folgorante un tweet di Spinoza, blog citazionista: “L’Italia è quel paese che se ci nasci non hai diritto alla cittadinanza, ma se ci muori proclamano lutto nazionale”.
B. e B. LA LEGGE NON E’ UGUALE PER TUTTI
La legge è uguale per tutti o, come dice provocatoriamente Carlo Dossi, è uguale per tutti gli straccioni? Il dubbio c’è e io lo sciolgo, votandolo per Dossi. Prendiamo due casi nazionalpopolari. Berlusconi: secondo la destra, non è uguale agli altri perché è perseguitato dai magistrati; secondo la sinistra, la giustizia fino ad oggi non è riuscita a far applicare la legge come per qualsiasi altro imputato. Poi prendiamo lo strano caso di Prandelli e Balotelli: il Ct della Nazionale, giustamente, a parer mio, aveva stabilito che i calciatori squalificati non possano giocare in Nazionale, per una o più partite. Vittime di questa aurea regola sono stati De Rossi e Osvaldo. Come tutti sanno, Balotelli si è meritato (dopo tante precedenti intemperanze) tre giornate di squalifica per aver aggredito verbalmente un arbitro, addirittura, dopo la fine della partita. E ora Prandelli lo perdona! Non so neanche dirvi se l’inatteso perdono rappresenterà un precedente, nel poco esemplare zig zag del Ct. Come la mettiamo, la prossima volta? Se e quando sarà squalificato uno dei due nazionali del mio amatissimo Genoa (Antonelli e Gilardino), temo che Prandelli tornerà inflessibile. Se sarà squalificato un azzurro della Juventus (sono tanti), temo che il grande cuore di Prandelli insisterà più che mai nella generosità. De Andrè canta: “Una volta un giudice come me/ giudicò chi gli aveva dettato la legge:/ prima cambiarono il giudice/ e subito dopo la legge”.
IMPLACABILE CARLETTO ROSSELLA
Sempre implacabile e inesauribile Carlo (Rossella2000, Rossella O’Hara) nella sua rubrica “Alta società”: oggi sappiamo che il New York Times, sezione Style, ha dedicato tre pagine ad Antonio Monda e al suo raffinato salotto culturale. “Mica male!”, scrive Carletto. Come autorevole rappresentante della bassa società posso esclamare “Minchia!” e aggiungo quattro parole più serie: possibile che nell’alta società frequentata da Rossella non ci sia mai qualcuno disposto a dire cose umane, che so, su Lampedusa o sulla disoccupazione, insomma sulle nostre miserie e tormenti quotidiani? Meditiamo, Carletto, meditiamo.
04-10-2013
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