“Voce di popolo, voce di Dio – Vox populi, Vox Dei” (antico proverbio latino attribuito a Alcuino, filosofo e teologo)
“Quando il governo teme il popolo, c’è libertà. Quando il popolo teme il governo, c’è tirannia”. (Benjamin Franklin)
“Vox populi, vox dei […] ma il punto è, qui, di fondare la democrazia. E un fondamento di legittimità non attribuisce verità: attribuisce un diritto. Il popolo non ha sempre ragione nel senso che non sbaglia mai, ma nel senso che ha diritto di sbagliare, e che il diritto di sbagliare compete a chi sbaglia per sé, a danno proprio.” (Giovanni Sartori, politologo)
ATTUALIZZANDO… QUELLI CHE NON LEGGONO E NON VOTANO
Una mia abitudine (o fissazione?) è quella di ascoltare la gente che non vota e coloro che non leggono i giornali e non seguono la televisione (in primo luogo i giovani). Così, con questo metodo umilissimo, riesco a farmi i miei preziosi sondaggi, e sono riuscito a prevedere il successo dei Cinque Stelle, l’avversione per le Olimpiadi e lo stadio della Roma, l’inevitabilità della Brexit, il trionfo di Trump, il crollo di Renzi nel referendum. È una intelligenza particolare, la mia? Mi piacerebbe considerarla tale. È, invece, solo il rispetto di una regola che mi predicavano due maestri di giornalismo, Gaetanino Afeltra e Antonio Ghirelli. La vox populi non arriva ai palazzi della politica e dei giornali. Per ascoltarla e cercare di capirne il senso, bisogna andare sui marciapiedi, ai mercati, negli ospedali, nei bar di periferia; nei luoghi dove vivono, soffrono e si ribellano gli emarginati.
VOX POPULI 1/. RENZI VUOLE LA SCISSIONE PERCHÈ…
Parlando con coloro che non votano e non leggono i giornali mi arriva questa riflessione: Matteo Renzi non solo vuole la scissione del Pd, il suo partito, ma ha una strategia che va oltre. Ma quale comunismo, quale sinistra? L’ex premier, ex democristiano, ha in mente un centro che raccolga il suo seguito (si vedrà quanto sia numeroso, lui pensa che sua il 40% che ha votato sì al referendum), i berlusconiani, tutti i moderati. Opponendosi alla Lega di Salvini, al M5S di Grillo e, ovviamente, ai piddini scissionisti. La vox populi mi dice questo, con parole ben più ruvidi. E ci rifletterò.
VOX POPULI 2/ NON ARRIVA ALLA TELEVISIONE
Molte volte ho detto a proprietari di grandi e piccole televisioni, e ai loro dirigenti: perché non lasciate spazio alla vox populi? Prima o poi vi si ribellerà contro! Risposta frequente: “Ma lo facciamo…”. Macché! E c’è da sciogliere un equivoco. La protesta, la ribellione, la sofferenza che arrivano nei dibattiti televisivi non sono vox populi: sono una voce che comunque rientra in una elite, quella (anche estrema) che è ammessa, perfino con riguardo, nei palazzi della politica e del giornalismo. E il bla bla mediatico mi infastidisce ogni giorno di più.
VOX POPULI (INASCOLTATA) 3/ DE BORTOLI
Qualche giorno fa ho letto un editoriale di Ferruccio de Bortoli, lo ritroverò: vi proporrò dieci righe in cui non si capiva un accidente. Mi sono detto: ma come fanno a lamentarsi del crollo delle vendite, se non riescono neanche a farsi capire dai lettori? Sotto de Bortoli (apprezzate l’educazione con cui scrivo la “d” minuscola, come lui esige) anche “Il Sole 24 ore” si inabissò. Del resto, quando va in televisione, tutti sono ammirati per il tono cardinalizio con cui fa cadere le parole dall’alto, con l’aria di concedersi a chi non lo merita. Però, a conclusione, ci si chiede: “Ma che diavolo ha detto?” Vi segnalo una sua scaltrezza: quasi sempre vuole intervenire da solo, senza la molestia di altre persone, che potrebbero contestarlo o dargli sulla voce. Paolo Mieli, più intelligente e non meno furbo di lui, si espone invece a questo rischio, e così ottiene di risultare più umano (aggettivo che francamente si farebbe fatica a coniugare con Ferruccio, anche per quel “de”, minuscolo, nobilastro e snobistico).
VOX POPULI /4. L’AMACA E IL CAFFÈ
È in atto la disfida tra Michele Serra e Massimo Gramellini, il primo pubblica nel cielo della prima pagina di Repubblica una rubrica che si chiama “L’Amaca” (perché? boh!), senza titolo; il suo rivale al fondo della prima pagina del Corriere una rubrica che si chiama “Il caffè” (perché? boh!), per fortuna con un titoletto. Mi schiero: preferisco Gramellini, sia per il titoletto sia perché commenta il fatto del giorno sia perché scrive in modo comprensibile. Serra invece, senza titolo, se vogliamo leggerlo bene, se no lui è lui e noi lettori non siamo un cazzo; poi scrive di qualsiasi argomento, che andrebbe bene indifferentemente a Natale o Ferragosto o Pasqua, mai legato alla cronaca di attualità; infine cita illustri personaggi noti (forse) a lui e a (pochi) insegnanti di università, non certo a noi, miserabili lettori del marciapiede.
Ribadisco: davvero si pensa di risollevare le tirature (in continua discesa) con i Serra e i Gramellini? Si pensa che i lettori, noi del marciapiede passiamo le giornate a vellicarci il sedere con un piumino? Oppure si pensa che sia giusto mortificare i cronisti che portano notizie, gli inchiestisti, le grandi firme, a favore di chi propone un’amaca è un caffè? Boh, boh, boh… Un modesto consiglio, da telespettatore e da lettore: inaugurate una nuova rubrica, chiamatela “Vox populi“, metteteci dentro (senza commento) ciò che pensa la gente e vedrete – su questo scommetto – che l’audience e le tirature aumenteranno, di colpo.
15.02.2017