OGGI VI DICO CHE… TUTTO COMINCIO’ CON ADAMO ED EVA

“…Me scordavo de dì che creò l’omo / e coll’omo la donna, Adamo ed Eva;/ e je proibì de nun toccaje un pomo./ Ma appena che a magnà l’ebbe viduti,/ strillò per dio con quanta voce aveva / “Omini da vienì, séte fottuti”. (Gioacchino Belli, “La creazzione der monno”) 

ATTUALIZZANDO… RENZI? C’E’ SEMPRE UN PECCATO ORIGINALE
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Amici miei, non so se la pensate diversamente, ma io sono ossessionato – per tutto ciò che mi riguarda – dall’idea del peccato originale. Non sono pronto per il manicomio, almeno non mi dichiaro pronto: il giudizio non spetta a me. Voglio dire che non sono ancora (tanto) pazzo da attribuire i miei errori alla mela di Eva. Questo proprio no, e anche per rispetto dell’innocenza della mela. Però, per i miei problemi personali, in verità ritengo che le responsabilità vanno attribuite non solo a me, ma a un qualche peccato originale della società… Non è un pretesto per assolvermi! Assolvo, con questo metodo di analisi, voi tutti. Esempi, quanti ne volete. Ve la prendete con Berlusconi? Ma Silvio è stato un incidente di percorso della storia, oppure è figlio – primo della classe – delle sciagurate stagioni precedenti? E la cosiddetta Seconda Repubblica? E’ peggio della prima, ormai mi sembra che su questo tutti siano d’accordo. Ma non è forse vero che nasce dalla Prima, e sconta il peccato originale delle mele mangiate fino al ’94 e dei macigni lasciati in eredità dopo il pasto proibito? E Renzi? Ai delusi post comunisti, che se ne lamentano, vorrei chiedere: non è forse il pargolo, rimasto al mondo, dopo il disfacimento della falce e del martello? Non vi annoio oltre, ma vi benedico con un proclama risolutivo. Omini!, per dirla con Gioacchino: cercate il vostro, vostro, vostro personale peccato originale, di fronte agli errori che commettete ogni giorno; purificatevi e assolvetevi. Ci sono sempre peccati e peccatori precedenti che – a vostra insaputa, come è successo a Scajola – vi hanno mal indirizzato.

REPUBBLICA, SEMPRE AGITATA: NIENTE FIRME
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Ogni giorno che passa, cresce la curiosità: cui prodest? Forse sono l’unico interessato all’argomento, ma testardo come il calabrese che sono, aggiungo una riflessione personale. Si dice che Mario Missiroli di fronte a notizie ed argomenti scomodi da approfondire, mormorasse: “Qui ci vorrebbe un giornale…!” Che paradosso delizioso: era lui, proprio lui, l’onnipotente direttore del Corriere della Sera. Io non sono onnipotente e non sono direttore del Corriere della Sera, ma perdio (scusatemi, ma anche Belli lo ha scritto), se avessi un giornale, un giornale qualsiasi, chiederei al miglior cronista di rompere i coglioni, educatamente, all’editore, al direttore de “La Repubblica”, alle grandi firme di questo grande giornale, ai molti che ci lavorano con bravura e profitto, ai tanti illustri collaboratori (che firmano e non sembrano “agitati”: nessuna solidarietà da loro?), ai sindacalisti e “magara” (qui cito il grande Mazzone) anche a editori e direttori di altri grandi giornali. Per avere informazioni, opinioni, retroscena: insomma, senza ripararmi dietro l’ombrello di Gioacchino, per una elementare ragione di par condicio… Perchè non dobbiamo mai parlare dei cavoli nostri, ma solo di quelli degli altri? Se De Benedetti, Ezio Mauro, Merlo e Ceccarelli, e tutti gli altri, non escluso il Comitato con la c maiuscola, fossero anime pie, si degnerebbero di rispondere al povero Lanza, al suo “scagno” delle 5 della sera. Una volta avevo cronisti come Vittorio Feltri, Massimo Donelli, Gian Antonio Stella, Gigi Moncalvo, Francesco Cevasco, Guido Vigna, Walter Tobagi, Luisa Forti, Luigi Irdi, Renzo Rosati, Edoardo Raspelli…evvai, evvai, evvai, rompicoglioni per natura e destinati a favolose carriere. Parlo di quarant’anni fa. Oggi conto solo su me stesso, cioè su niente, alle 5 della sera, ed è già molto se il toro non mi incorna. Chiedo a tutti i nomi che ho citato una piccola, piccola dichiarazione sull’argomento. Tanto per sfruculiarli, chiedo luce anche a Pier Luigi Magnaschi, giornalista che ammiro, e a Sua Eminenza Ferrucio de Bortoli, direttore sine die del “Corriere della Sera”. Magara, caro Mazzone, mando un sms anche a quelli che non hanno timore di affrontare qualsiasi argomento: a Giuliano Ferrara, ad Antonio Padellaro e Marco Travaglio. Cosa può fare un poveretto, se non stendere la mano? Magara, mi porto avanti e trovo materiale per domani.

MAURO MORETTI, DICA LEI: COSA FA SUI PIRENEI?
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Caro Mauro Moretti, number one (non scherzo) del management italiano: perchè tace? Ha impedito anche al suo portavoce Fabretti di rispondermi ulteriormente? Non voglio accanirmi. Il problema – per me – è solo questo: mi hanno telefonato alcuni eccellenti amici, e anche colleghi, per commentare il deragliamento di Andora. La metà di loro mi ha detto: perchè te la prendi con Moretti? L’altra metà mi ha chiesto: perchè con Moretti sei tanto tenero? Gesummaria, Moretti! Ci vuole molto meno per eccitare un pigraccio come me. E allora mi chiedo: cosa sta facendo, è andato per caso in gita sui Pirenei, là dove una volta si decideva il Tour de France, per ispirarsi? (Certamente non in treno, bisognerebbe passare da Andora…). Io penso che Lei, oltre ai passeggeri miracolati, dovrebbe andare là dove è deragliato il treno, guardare la collina franata e il mare a strapiombo, poi alzare gli occhi, a mani giunte, e ringraziare Dio – se è credente. Immagini la tragedia che sarebbe esplosa, se il treno fosse precipitato in mare… Lei è fortunato, Moretti. Se non è credente, laicamente potrebbe guardare la miseria di quel treno (oggi simbolo nel mondo, tanto vistoso quanto ancora immobile, della nostra decadenza) e farsi venire i n mente un’idea, e il coraggio, per rimuoverlo e ripristinare la linea ferroviaria, l’unico binario. Lo vieta la burocrazia? Io me ne frego, e lei dovrebbe farlo con me. Lo impedisce la magistratura? Mi denunci per istigazione a un reato. Ma dica e faccia qualcosa, in nome delle Frecce, rosse e bianche! Io mi metto dalla parte della gente, e Lei? E’ preoccupato per i costi? Vuole evitare che il cerino rimanga in mano a Lei? Purtroppo, c’è già. Potremmo parlarne, comunque, dopo rimozione? 

NOTA A LATERE: E LE AUTOSTRADE?

In conseguenza del deragliamento, i cittadini di una parte del ponente ligure – quelli che sceglievano il treno – oggi sono pressoché obbligati a orientarsi, in auto, per le autostrade. E le autostrade, con chiasso superato dall’incidente, avevano appena deciso di aumentare i prezzi. E’ giusto? A me sembra proprio di no. Non è giusto che un prezzo, di sacrificio umano ed economico, finisca sempre sulle spalle della gente. Dunque le autostrade rinuncino all’aumento in quel tratto del percorso. Oppure (e daje!) ci pensi Moretti: il problema, per tutti, nasce dal treno deragliato e dalla ferrovia obbligata.

IL DECODER DI LANZA. PERCHE’ LA RAI NON FA UNA PRIMA SERATA SU ANDORA?

Il mio punto di vista, sul deragliamento del treno e sugli obblighi delle Ferrovie dello Stato, è chiaro. Non pretendo di avere ragione (per l’aspetto che ho affrontato, sì). Ma si tratta di una tragedia, prevedibile e purtroppo anche ripetibile, di immane complessità: a cominciare dai peccati originali (rieccoli al filo rosso di oggi), che in questo caso sono l’edificazione selvaggia e criminale e il fatto che a quella linea ferroviaria, in un secolo, nessuno sia stato capace di aggiungere un secondo binario. Dunque mi permetto di proporre: perchè la Rai (responsabile del servizio pubblico) non dedica almeno un paio d’ore, in prima serata, a questo fattaccio, che investe la storia vecchia e moderna d’Italia, la nostra inciviltà, la nostra sciatteria, la nostra incapacità di programmare e realizzare le necessità di uno Stato moderno? E così torno ad annunciare il lancio di una mia nuova rubrica, a partire dal 1 febbraio: “Il decoder”. Con Tony Eustor, sempre al mio fianco, e due preziosi collaboratori, gioielli dell’Accademia Studio 254: Ilaria Ammirati e Donato Moscati. Interventi aperti a tutti, nel rispetto dei diritti delle persone e dei diritti della critica.


23-01-2014

*** Volete scrivere a questa rubrica, rispondere, opinare, polemizzare? Vi prego di indirizzare, per comodità, a cesare@lamescolanza.com