OGGI VI DICO CHE… SIAMO SERI, VI STUPISCE L’ASTENSIONISMO?

 “Se votare facesse qualche differenza, non ce lo lascerebbero fare.” (Mark Twain)

ATTUALIZZANDO… IO NON VOTO (CON AMAREZZA) DAL 1992

matteo renzi

Oggi i giornali sono pieni di enfatiche esibizioni di meraviglia, di fronte all’esplosivo tema dell’astensione: basti dire che l’affluenza alle urne in Emilia è precipitata dal 68 al 37%! Ora vi chiedo,  sommessamente: pensiamo solo a tre episodi recenti, e ditemi. 1. Ad alluvione ancora in corso, il sindaco di Genova va a godersi un weekend in famiglia a Courmayeur. 2. Di fronte a un’alluvione paventata, con tanto di allerta, il sindaco di Roma se ne va a Milano, a fare chissà cosa. 3. Le responsabilità di Eternit (tremila morti!) per l’amianto si dissolvono in prescrizione… Ma davvero vi stupisce che la maggioranza dei possibili votanti, disgustata, si guardi bene dall’andare a votare? Il distacco tra la elìte del Paese e il Paese reale, appare, ogni giorno di più, incolmabile. Quanto a me, non voto dal 1992, ovvero da ventidue anni. Non andai a votare perchè la cosidetta inchiesta “Tangentopoli”, perseguita da bravi magistrati milanesi, restò incompiuta: le mazzate colpirono alcuni inquisibili, non tutti. L’inchiestona provocò un ribaltamento politico, che poteva risultare salutare, ma in realtà restò incompiuta… Non ebbi nessuna fiducia nella Seconda Repubblica (esagerata definizione!) e i fatti hanno dimostrato che niente è cambiato, anzi le cose vanno sempre peggio. Non vado a perdere due ore di tempo, rinunciando a un buon libro a un buon film o anche solo a una qualsiasi partita di calcio, per farmi prendere per i fondelli da partiti, uno per l’altro senza differenze, bravissimi nel promettere e furbissimi nell’evitare di mantenere qualsiasi promessa. So bene, come dice David Foster Wallace, che “se siete annoiati e disgustati dalla politica e non vi disturbate a votare, di fatto votate per gli arroccati establishment dei due principali partiti”. Verissimo. Ma l’alternativa positiva quale sarebbe? Nulla cambierebbe, comunque. Oggi Renzi esulta e dice di aver vinto 2 a 0! E Berlusconi, anche se Forza Italia sembra disintegrata, continuerà a reggergli la coda – c’è da scommetterci. Andare a votare non risolverebbe nulla: le opposizioni sono frammentate, ecco un altro problema micidiale per il Sistema Italia! Dal ’92 a oggi, giorno della mia primitiva rinuncia, il non voto si è decuplicato. Forse lo sdegno popolare, se crescerà ancora, servirà a qualcosa. “Avete tutto il diritto di stare a casa, se volete,” dice ancora David Foster Wallace “ma non prendetevi in giro pensando di non votare. In realtà, non votare è impossibile: si può votare votando, oppure votare rimanendo a casa e raddoppiando tacitamente il valore del voto di un irriducibile.” Non sono d’accordo! L’irriducibile, oggi, sarebbe Matteo Renzi – che canta vittoria. Non capisce, o non vuole capire, che sarà travolto dalla sfiducia e dal dissenso della gente che non vota, oggi larga maggioranza in Italia. E perchè? “Non si dicono mai tante bugie quante se ne dicono prima delle elezioni, durante una guerra e dopo la caccia”, diceva Otto von Bismarck. Quante bugie ci ha detto Renzi, in pochi mesi? E quanto tempo passerà, secondo voi, prima che la minoranza degli italiani che perseverano a dargli fiducia si accorga dell’illusione in cui si sta crogiolando? No, no: la penso come Mark Twain e Bismarck, e come tanti altri, ad esempio Emma Goldman: “Se votare servisse a qualcosa, sarebbe illegale.”

FERRUCCIO DE BORTOLI, LA STORIA INFINITA DEL CORRIERE DELLA SERA NEL PAESE DEI DOROTEI

ferruccio de bortoli

Il guaio è che questo Paese – quante volte l’avrò scritto? – è irrimediabilmente doroteo. Tra fare e non fare, sceglie il non fare: perchè, a breve, si rischia meno. Con qualche compromesso e con il cerchiobottismo si riesce a governare, a restare a galla, all’opposizione o al governo non importa, pur di continuare a contare qualcosa. Rimpiango Enrico Mattei e i pochi italiani che osarono decidere, a costo di rischiare la pelle, come fu per il fondatore dell’Eni, pur di realizzare qualcosa per il bene collettivo. Non sono pochi i critici di Mattei, ma nessuno ha mai osato dire che si sia messo in tasca una lira, come frutto di tangenti o di corruzione. Corrompeva Mattei, sì; e aveva il coraggio di dirlo: “I partiti per me sono come un taxi, pago la corsa, e scendo.” Un eroe, un genio. Per smuovere la classe politica di allora, allora come oggi, c’è un solo modo: comprarne il consenso. Mattei lo faceva, lo diceva, e non rubò mai un centesimo. Contribuì a risollevare l’Italia stracciona del dopoguerra, tutti lo sanno, pochi lo apprezzano, nessuno gli è grato. Oggi l’Italia è il paradiso del doroteismo. Mi disgusta perchè, dovunque ti volti, il compromesso domina – e di più: forse è meglio, ormai, di qualsiasi alternativa. Prendiamo un caso emblematico, il Corriere della Sera: al comando c’è un bravo dirigente, un uomo nato (lo scoprii quando era un ragazzo) con l’attitudine al compromesso, all’equilibrio, a dare un colpo al cerchio e uno alla botte, tenendo (come tanti o come tutti) il proprio successo come stella personale. Hanno detto di Ferruccio de Bortoli, è lui al comando da tempo immemorabile, che nulla fa – se qualcosa non coincide con i suoi interessi strategici. Non è disonesto, non è un innovatore, è un bravo dirigente che in qualsiasi ruolo di potere saprebbe bene come conservare la propria poltrona, poco facendo e senza mai sporcarsi le mani… Un colpo di qua, uno di là… Ebbene, tutti sanno che l’azionista di maggioranza, cioè la Fiat cioè la Fca cioè John Elkann a cui Marchionne ha (per ora?) lasciato in mano il giocattolo, non lo sopporta da mesi, addirittura lo ha liquidato, con scadenza ad aprile (formula mai vista nel mondo). E tuttavia Ferruccio, silenziosamente, tesse la sua tela e oggi un Impertinente/Indipendente (Dagospia) addirittura prevede che possa essere riconfermato. Concordo… Perchè gli azionisti – dorotei, di fatto –  del Corriere non riusciranno a mettersi d’accordo sul possibile sostituto e perchè Ferruccio – il doroteo più abile dell’universo, comunque, senza enfasi, più abile degli azionisti – tesse la sua tela: una ricucitura di qua, una smagliaturina di là, un ricamo di là e di qua, e alla fine gli azionisti diranno: “Perchè non ce lo teniamo, in proroga sine die? Bene? No, male. Anzi malissimo. Non perchè Ferruccio non sia bravo, ma perchè i nomi che girano strabiliano chi abbia buon senso (in queste questioni il buon senso non serve). Calabresi, Severgnini, Riotta, Napoletano, Cazzullo, Orfeo? Ma va là! Tutti dorotei, e allora perchè non tenersi Ferruccio de Bortoli, il doroteo più bravo di tutti? La mia “rosa” sarebbe: Giulio Anselmi, che doroteo non è, e come giornalista è il numero uno; Sergio Romano, di cultura superiore; Antonio Polito, più giovane e più lucido. Se ci fosse coraggio, tra gli azionisti, Gian Antonio Stella. Se si volesse fare una provocazione, Paolo Mieli per la terza volta: cerchiobottista principe, storico e colto… Insomma, in poche parole: ogni candidatura è osteggiabile motivatamente, tutto resterà come prima e come sempre. Il Corriere è la metafora della decadenza italiana. Come Renzi, premier gattopardesco (ma chi c’è di meglio?), così Ferruccio è meglio di tutti perchè, tra tutti, uno migliore non c’è. Ce ne sarebbero tanti, ma gli azionisti di Rcs dove potrebbero trovare il coraggio per nominare un giovane, un mago del web (questo sarà il futuro), un tizio che si infischi della politica e di qualsiasi mammasantissima, e sia capace di creare, inventare, girare pagina, osare, anzichè gestire? Che regni dunque Ferruccio, per i prossimi vent’anni: non avrà coraggio, ma è accertata la sapienza, nell’Italia di Machiavelli e del catenaccio? Se bene non farà, male non aggiungerà.

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24.11.14