OGGI VI DICO CHE… POLEMICA A TORINO. HOTEL GRAMSCI O HOTEL CAVOUR?

Trascuro il mio diario,  le indiscrezioni sulle nomine e sul ribaltone al Corriere della Sera,e vi propongo un ospite eccellente, che ben conoscete: Riccardo Ruggeri, che pubblica ogni giorno le sue acute riflessioni su “Italia Oggi”. E’ autore di uno splendido pezzo, illuminato dal disegno di una Torino, di ieri e di oggi, vista da uno che la ricorda e la conosce bene.

PREFERISCO GRAMSCI, VI SPIEGO PERCHE’…

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Il Borgo Nuovo di Torino, dove nacqui e vissi per molti anni, per un adolescente degli anni ’40 aveva un posizionamento fantastico: piazza Vittorio e le aiuole Balbo per giocare a pallone, il Po e i suoi Murazzi per il bagno, i giardini Cavour per giocare a nascondino, piazza Maria Teresa per giocare a biglie, e così importunare le coppiette che volevano stare sole, via Calandra e le sue due misteriose case chiuse (una premium) a noi vietate, ma dalle quali eravamo irresistibilmente attratti, infine piazza Carlina. Questa piazza, che ha al centro la statua di Cavour, e di lato una splendida chiesa di Juvarra, in realtà si chiama Carlo Emanuele II, ma i torinesi credettero ai pettegolezzi della plebe sul loro sovrano e, servi di una cultura omofoba, tipica dei contadini e militari che erano, aggiunsero una volgare “a” a Carlin.

Per noi adolescenti era il luogo ove ci trovavamo la domenica pomeriggio (quando non giocava il Toro), perché c’era il grande circolo del Partito Comunista, proprio nella casa ove Gramsci era vissuto dal ’14 al ’22, e dove al piano ammezzato si riuniva con gli altri redattori della mitica rivista Ordine Nuovo. Noi, pur non essendo comunisti, grazie a un compagno di scuola che garantiva sulla nostra prossima conversione, potevamo entrare. Si diceva che ci fossero le ragazze più belle e più disponibili di Torino (vera solo la prima), lì imparammo da loro i primi passi di danza. In cambio dovevamo assistere a corsi settimanali di dottrina comunista, noiosissimi: forse fu per questo che del Capitale mai riuscii a superare pagina 70.

Quando vengo a Torino, compro la verdura da un contadino che ha il banco proprio in piazza Carlina e temo, per lui e per me, che verrà espulso dal progresso, causa il nuovo grand’hotel, incompatibile con il look del suo banco, anche se lui, astuto, spaccia i suoi prodotti per super-bio. Infatti, nel grande palazzo al numero 5, a giorni verrà inaugurato un albergo “di lusso e di design”: 160 camere e suite, sfarfallio di fitness, negozi, ristoranti, piscina sul tetto. Le stanzette di Gramsci e di Ordine Nuove sono state “destinate a iniziative culturali attinenti al suo pensiero”, quindi “la coscienza della classe operaia torinese” è salva. Malgrado questa furbata dialettica, il dibattito dell’intellighenzia torinese di sinistra è acceso, centrato sul nome da dare all’hotel: Gramsci o Cavour? I proprietari, a cui spetta l’ultima parola, vogliono Gramsci, lo zoccolo duro del comunismo sabaudo, capitanato dal professor (sarà mica anche lui un professorone?) Nicola Tranfaglia, è fieramente contrario (“…il carcere duro e la sua morte sono incompatibili con l’immagine di un hotel di lusso…”).

A un amico d’infanzia, comunista da sempre, che cercava la mia solidarietà per il nome Cavour, ho spiegato che, dal punto di vista del marketing, la scelta giusta è Gramsci. E’ un nome che ricorda un tempo lontano, di lotte e di ideali, quando c’erano ancora classi sociali ormai scomparse: gli operai, i contadini, i poveri. Immagino che un bravo copy saprà rendere il depliant dell’hotel culturalmente tonico per banchieri e supermanager euro-americani di passaggio. Visto che insisteva ho tagliato corto: “se avete deciso che Matteo Renzi sia il miglior interprete degli ideali della Sinistra italiana, non vedo perché un hotel di lusso non possa chiamarsi Gramsci”. Si tacque.

editore@grantorinolibri.it    @editoreruggeri

RITAGLI E FRATTAGLIE. ECCO LA MIA AGENDA DI OGGI

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Non ho più spazio, però posso elencarvi rapidamente gli argomenti di cui avrei voluto occuparmi. LA SQUALIFICA A DESTRO: l’ennesima porcata romanista, l’ennesimo scempio prodotto dalla giustizia sportiva in Italia. Chiedo aiuto a Totò, addolcendolo per evitare querele: Nicchi, lei è incapace, si informi! SEVERINA E BERLUSCONI: leggo su “Il Fatto”, è il nome della donna che sorveglierà il condannato B. Il Tribunale avrà cinque giorni per decidere… Severina, un nome straordinario. Ma B. è seduttivo… CADONO LE CERTEZZE. Dario Fo riabilita Lucrezia Borgia: “Secoli di calunnie”. Cosa resterà della storia italiana, se si riabilitano i grandi peccati? ANCORA GRAMSCI, sulfureo www.Spinoza.it: “La casa di Antonio Gramsci diventa un hotel di lusso. Sapreste riassumere meglio la storia del partito?” BERLUSCONI E FERRARA. A Giuliano bastano due righe per la migliore sintesi: “Notizia esequie Cav. è prematura, ancora una volta.” ROSSELLA INESORABILE. Ancora una volta Carletto riempie una nostra inquietudine esistenziale: oggi apprendiamo che “Yang Lang, una delle donne più invidiate della Cina, ha affittato col marito un grande panfilo che navigherà tra Capri, Positano e la Sicilia nella prossima estate. A bordo cuoco italiano e cuoco cinese”, chissà se Rossella 2000 è invitato. CORRIERE DELLA SERA, RENZI DIETRO L’ANGOLO. Aldo Cazzullo e Paolo Ermini, i prossimi due vicedirettori, sono ammiratori e sostenitori del premier. A Renzi riuscirà ciò che Berlusconi ha desiderato per un ventennio? DANTE E MOZART, IL FUTURO RIPARTE DA LORO. Leggete su La Repubblica questa visione di Ulrico Beck. Allegria, tutto è perduto fuorché la poesia e la musica.

 

*Potete scrivermi, qualora lo vogliate, a questo indirizzo: cesare@lamescolanza.com

 

10.04.14