“Quando diciamo “non ci faremo intimidire”, salve significa che intimiditi lo siamo già.” (Riccardo Ruggeri, tadalafil da “Italia oggi”)
ATTUALIZZANDO… DATEMI UN CENTESIMO DI EURO PER OGNI SCIOCCHEZZA
Il mio amico Ruggeri ha anche scritto: “Sono i giorni delle chiacchiere, cialis lasciamoli passare, nel frattempo riflettiamo.” Vorrei aggiungere: saremmo miliardari in breve, se avessimo un centesimo di euro per ogni sciocchezza che viene detta in televisione e in radio (ma anche scritta sui giornali). Chiedo scusa: ma perché dovremmo diventare miliardari noi? Lo Stato, che ha sempre bisogno di soldi e inventa ogni giorno qualche nuova tassa, potrebbe riscuotere una gran bella somma, se un governo di buon senso esigesse un centesimo di euro, per ogni sciocchezza (banalità, esagerazioni, stupidaggini, idiozie: una tassa forfettaria) pronunciata dai partecipanti agli estenuanti talk show di questi giorni, incentrati sul terrorismo. Viviamo una situazione di emergenza, sì o no? Dobbiamo prendere straordinarie misure di emergenza, sì o no?
Certo esisterebbe il problema di formare un comitato addetto a valutare quale sia una stupidaggine e quale no. Ma è un problema risolvibile: mi offro presuntuosamente come giudice e sono in grado di formare la giuria con uomini e donne più colte e competenti di me.
TALK SHOW / 1. UNA DOMANDA INEVITABILE… ANCHE SUGLI SPOT
Paradossi a parte (purtroppo) mi resta una curiosità: ma perché giornalisti e opinionisti di spessore e valore come Vittorio Feltri, Paolo Mieli, Ferruccio de Bortoli, Pietrangelo Buttafuoco, Marco Travaglio – ma ce ne sono molti altri, ho fatto i primi nomi che mi sono venuti in mente – accettano di mescolarsi in un circo chiassoso senza né capo né coda, a fronte e a fianco di sciacquetti e sciacquette desiderosi solo di strillare, gridare scemenze, e farsi vedere, a qualsiasi costo? E perché conduttori e conduttrici tolgono la parola brutalmente ai pochi parlanti pensanti, che stanno dicendo cose sensate, e privilegiano i parlanti deliranti e le loro scemenze?
Il momento più grottesco ed esilarante avviene quando (quasi) tutti i conduttori debbono annunciare la pubblicità e lo fanno con aria di schifo, atteggiamento nauseato, vittimista, come se la pubblicità fosse merda secca e non il denaro che paga i loro compensi e consente la sopravvivenza delle emittenti televisive. Sarà una coincidenza, ma l’annuncio della pubblicità avviene quando (quasi sempre quando) c’è un opinionista che sta per sviluppare o concludere una riflessione intelligente.
TALK SHOW / 2. MODESTA PROPOSTA (SOPRATTUTTO ALLA RAI)
La Rai è o non è un’azienda di servizio pubblico? Se lo è, spero che voglia esserlo, rivolgo in primis alla Rai, ma anche alle altre televisioni – quelle cosiddette commerciali – questa umile ma anche legittima proposta, da telespettatore: è proprio impossibile invitare cinque – massimo cinque – opinionisti intelligenti e colti e riunirli attorno a un tavolo, escludendo sciacquetti e sciacquette urlanti e chiassosi – e proporre al pubblico un confronto finalmente privo di superficialità e idiozie? Penso di no!
Sono abbastanza anziano da ricordare il meraviglioso “Il convegno dei cinque”, trasmesso alla radio negli anni sessanta. Ci vorrebbe un moderatore all’altezza: altrettanto intelligente e colto, preparato, educato ma rigoroso, fermo ma rispettoso, e soprattutto né vanitoso né invadente né spinto dall’ambizione di mettersi in vista e sovrapporsi alle voci e al pensiero dei cinque. E questo sì che è probabilmente impossibile.
LETTERA DI LEIRIS SULLA MOGLIE UCCISA… SE POTESSE BASTARE IL PERDONO!
Pubblico questo testo che gira su Internet, l’ho trascritto dal sito di Claudio Baglioni. E’ scritto da Antoine Leiris che ha perso la moglie, uccisa dai terroristi dell’Isis, durante gli attentati di venerdì scorso a Parigi: è una lettera agli attentatori, la riporto in versione integrale.
“Venerdì sera avete rubato la vita di una persona eccezionale, l’amore della mia vita, la madre di mio figlio, eppure non avrete il mio odio. Non so chi siete e non voglio neanche saperlo. Voi siete anime morte. Se questo Dio per il quale ciecamente uccidete ci ha fatti a sua immagine, ogni pallottola nel corpo di mia moglie sarà stata una ferita nel suo cuore. Perciò non vi farò il regalo di odiarvi. Sarebbe cedere alla stessa ignoranza che ha fatto di voi quello che siete. Voi vorreste che io avessi paura, che guardassi i miei concittadini con diffidenza, che sacrificassi la mia libertà per la sicurezza. E la vostra è una battaglia persa. L’ho vista stamattina. Finalmente, dopo notti e giorni d’attesa. Era bella come quando è uscita venerdì sera, bella come quando mi innamorai perdutamente di lei, più di 12 anni fa. Ovviamente sono devastato dal dolore, vi concedo questa piccola vittoria, ma sarà di corta durata. So che lei accompagnerà i nostri giorni e che ci ritroveremo in quel paradiso di anime libere nel quale voi non entrerete mai. Siamo rimasti in due, mio figlio e io, ma siamo più forti di tutti gli eserciti del mondo. Non ho altro tempo da dedicarvi, devo andare da Melvil che si risveglia dal suo pisolino. Ha appena 17 mesi e farà merenda come ogni giorno e poi giocheremo insieme, come ogni giorno, e per tutta la sua vita questo petit garçon vi farà l’affronto di essere libero e felice. Perché no, voi non avrete mai nemmeno il suo odio”.
Baglioni commenta: “E’ lo struggente miracoloso messaggio di un animo d’uomo che riesce ad essere persino più grande del più grande dolore. Leggere e sapere che esiste qualcuno capace di questo fa tremare le mani e le fa stringere in una preghiera alla vita.”
Non posso nascondermi di essermi commosso, trascrivendo questa lettera. Ma la domanda, al di là della commozione e dell’ammirazione per i nobili sentimenti espressi da Leiris, o meglio l’indispensabile riflessione è: per difenderci, non può bastare il perdono.
cesare@lamescolanza.com
18.11.2015