“Non si può avere bon ton senza essere educati, ma si possono applicare diligentemente tutte le regole della buona educazione e non avere bon ton”. (Lina Sotis)
ATTUALIZZANDO… IN POLITICA L’APPARENZA É SOSTANZA
Sono colpito dall’arroganza – spesso – e anche dall’indifferenza – frequente, per non dire abituale – che caratterizzano i nostri uomini politici, ormai del tutto estranei rispetto alle buone maniere. Attenzione: la mia non è una semplice, ovvia riflessione etica. É anche una osservazione realistica, cinica se volete, che potrebbe risultare molto utile per coloro che fanno politica o comunque per tutti coloro che inseguano i loro interessi (anche ambigui e truffaldini, come quasi sempre succede in politica). Mia nonna, con la sua esperienza, diceva che un sorriso non costa nulla e continuamente voleva che i suoi nipoti sorridessero, sempre. Gianni Agnelli, anche più esperto, diceva
che non è vero quel che è vero, ma è vero quel che appare. Oggi più che mai, nell’epoca del boom televisivo, di Internet, dei social network. “Non sono gli errori a fare scandalo. Quel che preoccupa è la convinzione, sempre più diffusa, che le buone maniere siano un’anticaglia, e che non valga la pena di impararle”: è un’affermazione di Piero Ottone.
Il bon ton, per me, è prezioso e importante, se esercitato con misura, senza affettazione, con lievità. É corretto ricordare che le buone maniere sono un’invenzione del benessere. Qualche volta ho ricordato la celebre scena di Totò in “Miseria e nobiltà”: stremato dalla fame, quando arriva un pentolone pieno di pasta al sugo, benché interpreti il ruolo di un nobile decaduto, salta sul tavolo e si riempie perfino le tasche di spaghetti, avidamente afferrati con le mani. Se ti trovi in condizione di estremo bisogno, e la sopravvivenza diventa la necessità prioritaria, le buone maniere
passano in secondo piano… Al contrario, e per concludere: se è vero che per un politico la sopravvivenza, in politica, è la priorità essenziale, le buone maniere sono indispensabili, nei rapporti con la gente, non solo in campagna elettorale.
SPIFFERI RAI / HA SCRITTO IL FATTO CHE RENZI E IL PD “FANNO COME VOGLIONO”
Ieri, in prima pagina, “Il Fatto quotidiano”, con il suo abituale vigore ci annunciava: “Fanno come vogliono. Renzi pigliatutto… Napoli, respinto ricorso di Bassolino. Rai, occupazione totale. Rai3 normalizzata: fuori Giannini, Iacona ridotto a Tg3 di governo.”
Delle primarie poco mi cale: sono un imbroglio palese. Della Rai, molto mi interessa: è un’azienda importante, troppo spesso o quasi sempre affidata a dirigenti privi di qualità (il bello è che, all’interno, ci sarebbero formidabili risorse, se si sapesse individuarle, sostenerle e valorizzarle). Mi sono preso dunque ventiquattr’ore di riflessione, ho voluto informarmi, ho cercato i “miei” spifferi… E posso dire che, le rivelazioni del giornale di Marco Travaglio sono attendibili, i vari provvedimenti in corso di esecuzione. Un punto interrogativo riguarda Daria Bignardi: siamo tutti molto curiosi di capire se riuscirà a sottrarsi all’abbraccio di Fabio Fazio, dominus della rete. Giannini: sì, epurato. Alla Berlinguer forse (forse) sarà concessa una chance, altrove. Iacona, ridimensionato. Mannoni è in crescita. Riotta, ineffabile, si candida a questo e a quello. Piange il cuore ad assistere a questo scempio, se sarà consumato. La terza rete, che fu illuminata e resa grande e celebre da Angelo Guglielmi, davvero sarà lobotomizzata? La qualità non conta più niente? Giannini e la Berlinguer (non sono miei amici, non li conosco, non li frequento) sono fior di giornalisti. Mi starebbe anche bene – arrivo a dire – l’azzeramento di tutte queste posizioni, ma in primis Fazio dovrebbe essere accompagnato alla porta, non se ne può più, se sullo sfondo si scorgessero nuovi talenti, giovani, freschi, folgoranti… Talenti simili a quelli che Guglielmi sapeva scovare, con una semplice occhiata! Invece, no.
Normalizzazione e nient’altro? Mi dicono che il capo delle cosiddette risorse interne, Valerio Fiorespino (più Spino che Fiore) stia assistendo alle grandi manovre, senza muovere un dito. Antonio Campo Dall’Orto, fiero dei suoi super poteri, si muoverà con l’ascia in mano, senza contraddittorio, senza confronto. E Monica Maggioni? In silenzio anche lei?
Povera, tormentata Rai. Cito, in conclusione, il sarcasmo di Riccardo Ruggeri racchiuso in questa folgorante battuta: “Se in Rai tolgono la cronaca nera, che cosa resta?”.
IL PARADOSSO DI TANGENTOPOLI / HA FATTO ESPLODERE LA CORRUZIONE
Mi sembra di averlo già scritto e lo ribadisco adesso: Tangentopoli ha avuto il paradossale effetto di far esplodere la corruzione, che aveva provato a debellare. Perché Tangentopoli, scoperchiando pentolacce mai indagare in precedenza, fece capire a milioni di italiani quanto fosse facile corrompere e farsi corrompere, incassare denaro illecito, godere di una posizione privilegiata per ricavarne profitti personali fuori legge. Di più: si capì che, senza certezze di una giusta pena, era conveniente provarci, rubare, ricattare, riempirsi le tasche o i conti segreti, sistemare per bene i problemi quotidiani, con minimi rischi. E oggi – anche oggi, venerdì 11 marzo – assistiamo a retate, arresti, incredibili episodi di piccola, piccolissima ladroneria.
11.03.2016