“La creatività è l’arte di sommare due e due ottenendo cinque” (Arthur Koestler)
ATTUALIZZANDO…PENSANDO (NON SOLO) ALL’EXPO. MA ANCHE ALLE OLIMPIADI…
Ho scritto ieri di qualche mia, e non solo mia, forte perplessità sull’Expo. E ho il desiderio di occuparmene in modo approfondito. La massima di Koestler, pubblicata qui sopra, mi induce a riflettere ancora sull’Expo, ma non solo: purtroppo, sulla situazione generale di oggi in Italia. Un Paese privo di creatività non potrà, fisiologicamente, risollevarsi dai guai in cui, come l’Italia, è precipitato. La nostra storia ci dà conforto: noi italiani abbiamo sempre dato al mondo grandi riferimenti (e lezioni) di creatività… Ma oggi? E’ la corruzione la madre di ogni nostro problema. Il primo impulso italico non è più creativo, non è più l’impulso che ha ci ha consentito di primeggiare nella poesia, nelle arti, nella musica, nelle scienze, nell’impresa… Oggi il primo impulso di tanti (troppi!) italiani, tra quelli che puntualmente ne abbiano la possibilità (per nostra ignavia, per loro astuzia, ma pur sempre per nostra responsabilità), è quello di corrompere o farsi corrompere, per trarne un vantaggio personale. Così è stato anche per l’Expo, con una catena di scandali e arresti. Così è stato per tanti altri eventi, in passato. E così si teme che possa essere anche per il futuro. Si parla di Olimpiadi a Roma. Ok, a differenza dell’Expo – che non ha più alcuna ragione di esistere – le Olimpiadi sono una colossale manifestazione, che potrebbe metterci in una posizione centrale nel mondo. Ma quale sarà l’impulso degli italiani, in particolare degli imprenditori che dovranno operativa lavorare alla realizzazione delle opere necessarie, dei politici che dovranno vigilare, dei dirigenti che dovranno organizzare? L’impulso creativo, quello che ci aiuta a inventare come 5 la somma di 2 più 2? Oppure la frenesia corruttiva, che ormai si verifica in gran parte delle più importanti opere pubbliche, e spinge squadre e legioni di malfattori e delinquenti di ogni risma a mettere le mani sul denaro elargito (denaro dei cittadini…) dal governo? Sia chiaro: ben vengano le Olimpiadi, a Roma sono ancora vitali ed essenziali alcune opere realizzate per le Olimpiadi del 1960 (esempio la tangenziale olimpica)… Ben vengano, ma le perplessità che esprimo qui sono concrete e ragionevoli. Ben vengano, se non ci saranno disastri ambientali, ecologici; ben vengano se non ci saranno sprechi, ruberie, episodi corruttivi. Ben vengano se si lascerà spazio, recuperando un minimo sindacale di onestà, se si riuscirà a restituire spazio alla nostra vocazione creativa.
BUONE NOTIZIE. DELLA VALLE SCENDE IN CAMPO IN POLITICA A NATALE.
Me lo auguravo, lo avevo previsto (a Della Valle è dedicata la copertina dell’ultimo numero della nostra rivista “L’attimo fuggente”, ora è annunciato e prima di Natale succederà, sarà ufficiale. Qualora lo vogliate, potete leggere su www.lamescolanza.com le notizie, tratte da Libero e da Il fatto quotidiano.
LIBRI. 1. A QUALCUNO INTERESSA LA MIA (RILEVANTE) BIBLIOTECA?
Ho una libreria di trentamila, mal contati, volumi. Pochissimi libri antichi, la gran parte del Novecento, un’infinità di chicche, introvabili sul mercato. Non sono schedati, ogni volta che mi avvicino a uno scaffale sono colto da un turbamento. Perché so che, prima di congedarmi da questa valle di lacrime, non avrò il tempo di leggere e/o rileggere tutti i libri che mi interessano. E sono lì: un ornamento estetico non apprezzato da mia moglie che vede libri per terra, su ogni tavolo o altro spazio disponibile, agli angoli delle pareti; sono un lieve godimento dello spirito, ma il turbamento mi inquieta di più. Dunque ho deciso di scrivere qui e chiedere ai lettori illuminati o particolarmente amanti dei libri:
- Qualcuno è interessato ad acquistarli, in blocco?
- Qualcuno è interessato a creare una biblioteca pubblica, che avrebbe l’esigenza di essere seguita da un impiegato e di essere collocata in uno spazio adeguato? Alcuni anni fa tentai di inviare i libri alla città di Cosenza, ma il Comune non riuscì a risolvere i problemi (burocratici!) che si presentavano.
- Qualcuno ha voglia di darmi altri consigli?
LETTURE PER IL WEEK END. VERCESI, GOGOL, DOSTOEVSKIJ, TOLSTOJ, ANTOINE DE SAINT EXUPERY
Come spesso faccio nel week end, vi infliggo consigli non richiesti per una buona lettura. Vi trasmetto il piacere che sto ricavando da tre libri. Il primo, edito da Sellerio, è scritto da Pier Luigi Vercesi, direttore di Sette, supplemento settimanale del Corriere della Sera: “Ne ammazza più la penna. Storie d’Italia vissute nelle redazioni dei giornali.” Ovviamente, è adatto soprattutto alla curiosità di giornalisti, editori, addetti ai lavori. Ma parallelamente le storie giornalistiche corrono sul filo della ricostruzione della storia italiana degli ultimi due secoli. E’ una miniera. Confesso che non sapevo cosa disse Napoleone dopo la sua definitiva caduta. E che Foscolo fosse una spia a libro paga dagli austriaci. L’ultimo capitolo – l’epilogo – parla invece dei giorni miei o di quelli appena precedenti: sapevo quasi tutto, ma ho trovato molto piacevole la rievocazione fatta da Vercesi con uno stile garbato, da saggista. Un altro libro, proposto dalla casa editrice Marcos y Marcos, riunisce i racconti di tre grandi scrittori russi, “Memorie di un pazzo” di Nikolaj Gogol, “Il sogno di un uomo ridicolo” di Fedor Dostoevskij” e “Memorie di un pazzo” di Lev Tolstoj. Traduzione e cura di Paolo Nori. Il titolo che riunifica i tre racconti è “Tre matti”: chiunque sia gratificato, come me, dall’elogio e dall’analisi della follia, troverà il volumetto particolarmente apprezzabile. Infine, due straordinarie riflessioni di Antoine De Saint-Exupery, proposte da un’altra meritevole e piccola casa editrice, Elliot: “Bisogna dare un senso alla vita degli uomini” e “Lettera a un ostaggio”. L’autore, come tutti sanno, è il finissimo scrittore de “Il piccolo principe”. Penso che la vita sia priva di senso e penso che l’intolleranza ci porterà alla rovina. “Non c’è che un problema, uno solo, in tutto il mondo: restituire agli uomini un significato spirituale”, scriveva Saint-Exupery nella prima parte del Novecento. Oggi l’esigenza è la stessa, e ancora più forte.
CDB PER LA FESTA DEGLI OTTANTA HA INVITATO SOLO QUELLI A CUI DA’ DEL TU
Avevo provato ad annunciare i nomi degli invitati alla festa che Carlo De Benedetti ha dato nella sua villa a Dogliani, per i suoi ottant’anni. Non ci sono riuscito, nessuno ci è riuscito. A fuochi d’artificio consumati, Dagospia ha pubblicato uno sterminato elenco (potete trovarlo nel suo sito, oppure su www.lamescolanza.com: lo abbiamo rispettosamente ripreso). Qui mi limito a dire due cose: la prima, che Roberto D’Agostino è un vero grande reporter, e non soltanto per le cose mondane; la seconda, il gustoso particolare che CDB ha rivelato nel discorso di rito: ha invitato solo gli amici a cui dà del tu, quelli con cui è entrato in confidenza. Una sola curiosità: Eugenio Scalfari, Carlo Rossella, il fuggiasco Massimo Giannini c’erano? E i Renzi e i suoi alfieri? Non so se mi informerò. Dago, pensaci tu.
CARLO ROSSELLA, C’E’ UN LIMITE! ALMENO NON USARE LA PAROLA CHIC
Detesto il linguaggio della media borghesia tipo: “Tante belle cose”, “Mi saluti la signora”… Ma Carlo Rossella non è un medio borghese. Forse non è di elite, ma frequenta l’elite. In gioventù era un intelligente rivoluzionario, poi si è adagiato, come tanti altri, nella comoda sinistra salottiera, non disdegnando la preziosa accoglienza di industriali e finanzieri di destra. Ha diretto giornali, ha occupato poltrone importanti, ha viaggiato, ha amato ed è stato amato, forse ha anche letto, di certo ha orecchiato, è andato d’accordo con Mazzini e Garibaldi come si dice, con Agnelli e Berlusconi, con Berlusconi e De Benedetti… Chapeau! (Chiedo scusa: anche questa è una parola da cancellare, troppo logora e abusata). Ebbene? Vorrei dire a Carlito el drito che, va bene, mi ingozzo con la sua bizzarra e indigesta rubrica sul Foglio, “Alta società”, ma posso dirgli una cooooosa, come fa Er Viperetta nell’imitazione di Maurizio Crozza. Da qualche giorno Rossella 2000 usa la parola “chic”. Gesummaria, ma ancora si dice, e dove e quando? Neanche “radical chic”, si dice più, forse anche perché neanche “radical” esiste più. In poche parole, Carlè: puoi risparmiarci almeno questo? Anche perché i veri chic di una volta troverebbero orrendo tutto ciò che tu definisci, oggi, tanto chic…
LETTERE / ESISTENZA DI DIO E VITO MANCUSO
Ricevo da Eugenio Majoli, vecchio compagno di ginnasio al Liceo Doria di Genova: “Ciao Lanza, Il ‘Simon Mago’ Vito Mancuso, ex allievo dell’incompreso Gianni Baget, teorizza la possibilità di vivere nella bellezza della vita cristiana senza credere nella divinità di Cristo: per questo affascina chi, razionalmente, dubita nell’accettare il concetto di trascendenza. In ogni caso sei in buona compagnia: Giuliano Ferrara per mesi pendeva dalle sue labbra, poi fortunatamente si è ricreduto e lo stesso Baget, che Mancuso consultava spesso per avere indicazioni e chiarimenti di ortodossia teologica, lo stimava molto almeno fino alla presentazione delle sue prime opere quando capì, con sorpresa, l’uso distorto al quale erano destinati i suoi insegnamenti. Un abbraccio. Majoli (Doria 1956).”
*** cesare@lamescolanza.com Scrivetemi, se volete, indirizzando a questo riferimento email. Leggo tutto e rispondo a tutti.
21.11.14